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martedì 25 gennaio 2011
Casanova: ok la stazione ma è la scuola materna la priorità del rione
23 gennaio 2011 — pagina 18 sezione: Cronaca
BOLZANO. Casanova promuove la stazione dei treni ed è pronta ad accogliere il collegamento su rotaia con il Centro, ma non dimentica che le priorità del rione sono altre. Già la proposta di adibire degli spazi Ipes per bambini, in attesa del completamento delle scuole, si avvicina maggiormente ai desiderata di immediata necessità. A ruota, ciclicamente, tornano le richieste di servizi, negozi e supermercato. La mobilità pubblica, però, è certamente un aspetto che comincia a funzionare per le famiglie che si sono insediate nella zona di espansione. Difficile, infatti, trovare delle critiche alla linea 3 della Sasa che collega Casanova con la stazione dei treni: il grande cruccio, semmai, sono i tempi di percorrenza. Nel complesso, comunque, l’interessamento di Provincia e Comune per il quartiere incoraggia residenti e passanti, ma ai proponimenti si pretende ben presto un seguito concreto.
«Non possiamo non essere contenti di una soluzione che ci permetterebbe di essere maggiormente raggiungibili - interviene Elisa Mendicino - e più agganciati al resto della città. Anche chi abita qui da poco, infatti, si accorge della necessità di un collegamento veloce e comodo per un rione che, una volta ultimato, sarà particolarmente popolato. La stazione, quindi, potrebbe pure ospitare un piccolo negozio considerando il probabile forte flusso di passeggeri».
Plaude all’idea anche Fabio Demetri: «Qui manca tutto e cominciare a colmare le lacune con i trasporti è incoraggiante. Io, poi, vengo a trovare mio figlio da Lana, quindi sarei particolarmente contento di poterlo fare utilizzando il treno». Sintetico il commento di Barbara Federzoni: «Sarebbe un’ottima opportunità per tutti. Auspichiamo quindi che si possa portare a termine i lavori in tempi brevi».
Entusiasmo puro, invece, nelle parole di Frida Burkhard: «Magari. Sarebbe una splendida notizia per noi che abitiamo nella zona più periferica della città. Mio figlio lavora a Merano e chiaramente sarebbe molto avvantaggiato da una soluzione simile, senza contare che, al di fuori della quotidianità, una stazione dietro casa è comoda per partire o tornare dai viaggi. Muoversi in automobile, infatti, è molto complesso perché nelle ore di punta gli sbocchi sono tutti bloccati dalle code. Casanova sta crescendo e in futuro arriveranno altre famiglie: quello della mobilità è un problema che è giusto cominciare a porsi. Non dimentichiamoci, comunque, che esistono altre priorità come i servizi o i negozi. Lo stesso supermercato è particolarmente lontano per gli anziani: sarebbe il caso di incoraggiare gli imprenditori a scommettere sul nostro mercato. Bene, invece, la proposta di ospitare i bambini in spazi dell’Ipes in attesa del completamento della scuola materna». Intento ad aggiustare un cancello automatizzato incontriamo il tecnico Ipes Arno Zanotto: «Conoscendo gli umori degli inquilini posso sicuramente affermare che sarebbero molto contenti della realizzazione della stazione ferroviaria. Basterebbe solo una struttura come quella realizzata per la Fiera, con collegamenti alla stazione centrale e quindi al Centro storico. Sui piccoli asili interni all’Ipes, invece, credo si tratti di una formula che può funzionare e a cui l’Istituto ha già pensato in passato. L’esempio, chiaramente, sarebbe sulla falsariga delle coop che operano privatamente a Bolzano e a Don Bosco. Come soluzione tampone in attesa delle strutture definitive può certamente essere attivata».
Chiude il giro di opinioni Monica Gallina, a passeggio con la figlia: «La stazione non è assolutamente la priorità di una zona che aspetta ancora servizi essenziali e alcuni negozi. La linea 3 della Sasa, per ora, può tranquillamente essere sufficiente a soddisfare i bisogni di trasporto pubblico. Il problema per chi abita qui, a dire la verità, è la necessità di frequentare altre zone della città, per lavoro o per scuola. Passare tutto il tempo nel rione, oltretutto, può anche diventare alienante e penso soprattutto agli anziani che solitamente svolgono una vita più sedentaria». (a.c.)
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