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sabato 15 gennaio 2011
Gran successo al «Caffè delle lingue» per il tavolo dei dialoghi in cimbro
13 gennaio 2011 — pagina 29 sezione: Agenda
BOLZANO. Per ogni tavolo una cultura, oltre che una lingua. Non è facile trovare un bar dove saltellare in un cin cin dallo spagnolo al francese, passando per italiano, inglese, tedesco e cimbro. Succede al Circolo Masetti di via Resia (di solito ogni secondo martedì del mese) e al Centro giovanile Papperlapapp di piazza Parrocchia (per gli altri martedì), che di fatto è l’organizzatore di questa iniziativa, ogni volta che apre il “Caffè delle lingue”. Il procedimento è molto semplice: su ogni tavolino del locale allestito tipo bar (e nel quale è attivo, evidentemente, il servizio bar...), un cartellino evidenzia quale lingua si parla accomodandosi lì, e lì seduto c’è sempre un tutor che guiderà una conversazione tra i convitati che decideranno di prendere posto. Argomento libero ed errore tollerato: l’importante è allenare la comunicazione. Il successo è assicurato, almeno a considerare la nutrita partecipazione dei bolzanini.
Così, se magari non sorprende che qualcuno voglia provare a parlare in spagnolo o francese, anche il più scettico deve ricredersi di fronte all’evidenza di un tavolo pieno intorno a una grammatica cimbra.
«Questo idioma - spiega la linguista Silvia Dal Negro che ha lanciato l’iniziativa - è una sorta di dialetto bavarese con delle proprie peculiarità tipiche dell’originaria Luserna. Si tratta di una lingua a rischio di estinzione, quindi facciamo anche noi la nostra parte per evitare che finisca nel dimenticatoio».
Rischio lontano finchè ci sono persone come Paolo Pergher che del cimbro è autodidatta: «I miei nonni lo parlavano e mi sono messo a studiarlo da solo. Scoprire di poterlo parlare seduto al bar è stato fantastico».
Parere illustre, quello del professor Andrea Nicolussi Golo: «Il cimbro è una lingua che è certamente legata al tedesco, ma si è sviluppata autonomamente dopo oltre 1000 anni di isolamento». A tirare le fila della conversazione c’è la tutor Nirvana Pedrazza, cimbra doc. «Assolutamente. Chiaramente il discorso è libero, ma è certamente un’opportunità per rispolverare vecchi ricordi di Luserna. A Bolzano, infatti, siamo una cinquantina che parlano cimbro ed è un bene avere un’occasione di incontro».
Chi la lingua non la mastica nemmeno, ma è mosso da motivazioni artistiche è Lorenzo Merlini: «Sto realizzando uno spettacolo recitato dedicato a Mario Rigoni Stern, originario della zona del cimbro. Ho pensato fosse una splendida occasione per farmi suggerire un titolo dell’opera...».
Grande animazione, però, pure agli altri tavoli e l’eleganza, ça va sans dire, regna sovrana nella zona francese. «Amo molto questa lingua - spiega Francesca Witzmann - tanto da leggere tutti i giorni “Le Monde”. Qui adoro discutere di arte moderna». L’interlocutore è Luigi Bitocchi, una vita tra Parigi e la Francia. «I bolzanini amano il francese, tanto che con tutti i partecipanti a questi incontri ci si potrebbe riempire uno stadio. Una passione, comunque, particolarmente femminile».
Allegro, ovviamente, l’aperitivo spagnolo. «Lingua deliziosa e facile», per Paolo Iandoli, ma Alessandra Furia mette in guardia dai «falsi amici e le parole che sembrano simili, ma non lo sono affatto». Qui il tutor è Julio Cappelletti: «Gli italiani sono attratti dalla affinità latine e i tedeschi amano scoprire una cultura abbastanza distante dalla loro».
Dal bancone, osserva tutto Mauro Tono, del Masetti: «La manifestazione è lodevole e funziona bene. Noi mettiamo a disposizione la struttura una volta al mese e la risposta del quartiere è incoraggiante».
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Alan Conti
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