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giovedì 13 gennaio 2011
I genitori delle Goethe: sì a sezioni bilingui
BOLZANO. I genitori della scuola tedesca vogliono le sezioni bilingui e guardano con attenzione a quanto accade nelle classi dei vicini italiani. La considerazione emerge netta in un normale giorno scolastico nel cortile della primaria "Goethe" di piazza della Madonna, all'ora di uscita dei bambini. L'atmosfera non è distante da quella di un istituto italiano, anche perché tra i banchi i figli dei mistilingui sono tanti, forse molti più di quanto si possa immaginare. Diverse anche le famiglie "completamente" italiane che hanno iscritto i propri bambini nella scuola tedesca, cercando autonomamente un percorso scolastico perfettamente bilingue. Evidente, quindi, come la richiesta di istituzionalizzare un processo che, di fatto, è già realtà si alzi forte e compatta, a dispetto dei "niet" dell'Intendenza e dell'assessorato alla scuola tedesca. In attesa dell'uscita delle classi c'è il papà Valter Pellizzari: «La sezione bilingue è un ottimo esperimento che noi mistilingui stiamo seguendo molto da vicino. Non vedo quale possa essere il problema ad inserirlo all'interno del sistema tedesco: si tratterebbe, infatti, di fornire un'alternativa in più per i nostri figli guardando al futuro. Ci piacerebbe vedere attivato un corso simile». Sostegno indiscusso arriva anche da Angelika Aichner, nucleo familiare totalmente tedesco. «Partiamo da un presupposto tanto banale quanto fondamentale: nel mondo contemporaneo è importante sapere quante più lingue possibili. Ora, accertato che nella realtà tedesca in troppi non conoscono bene l'italiano, è evidente come non esista nessun motivo morale o tecnico per cui ci si possa professare contro la sezione bilingue. Non solo le famiglie mistilingui, dunque, seguono il progetto, ma l'intera società tedesca sta prendendo in seria considerazione quanto accade nelle vostre scuole elementari». Il sasso, insomma, è arrivato nello stagno e ha alzato parecchia acqua. Irene Mottironi: «Il futuro passa per le competenze linguistiche e non ci si può opporre ideologicamente. Scontato che il tutto sia seguito con interesse dai mistilingui, ma conosco personalmente famiglie tedesche che si sono rivolte alle "Manzoni" per cominciare subito questo tipo di percorso». Tra chi l'istruzione bilingue se l'è costruita in casa, invece, c'è Monica Tonietto: «Noi genitori siamo entrambi italiani, ma ai nostri figli abbiamo voluto concedere l'opportunità di conoscere bene una seconda lingua iscrivendoli ad un percorso scolastico tedesco. Bene, oggi passano senza problemi dall'italiano con la famiglia al tedesco tra amici: con questi presupposti non possiamo che essere favorevoli all'attivazione di un percorso bilingue in tutte le scuole primarie. La nostra stessa scelta, però, è sempre più comune nel tessuto sociale altoatesino e questo è un fenomeno che dovrebbe portare a delle riflessioni profonde». Ancora più netta l'affermazione di Baeatrix Stillebachert: «Dobbiamo dirlo chiaramente che i mistilingui vogliono la sezione bilingue pure nella scuola tedesca. Inutile nascondersi dietro ad un dito quando si tratta di fornire un'opportunità di crescita in più, senza costrizioni, a tutta la società altoatesina. Io addirittura allargherei il discorso direttamente al trilinguismo». Prudente la dirigente delle "Goethe" Angelika Ebner Kollmann: «La questione della sezione bilingue necessita di un'argomentazione molto più approfondita e va analizzata con calma. Posso confermare che la componente italiana nella scuola esiste e ha la sua importanza, e le iscrizioni sono in continua crescita». Un quadro chairo di cosa sta accadendo alle Goethe il danno Monica Davì, Giovanna Slompo, Ashraf Shamband e Mara Carillo, che fanno parte del personale non docente delle "Goethe", ma sono anche mamme. «Non possiamo dare giudizi di carattere didattico, ma l'atmosfera che si registra nella scuola tedesca attorno alla sperimentazione italiana è quella di grande curiosità. Il progetto delle "Manzoni" aveva già accesso a suo tempo discussioni e riflessioni nell'ambiente. Oggi che tutto questo potrebbe diventare sistematico l'interesse è tornato alto. Possiamo assicurare, infatti, che i bambini italiani o mistilingui nella scuola sono davvero tantissimi, quindi non siamo immersi in una realtà monolitica. La controprova più evidente è che i bimbi capiscono tutti (anche i tedeschi) perfettamente le poche frasi che diciamo loro nella lingua di Dante».
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