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lunedì 17 gennaio 2011

Piazza Matteotti protesta «Riqualificazione fallita. Una spianata deserta»


di Alan Conti
BOLZANO. Se all'ombra di Walther von der Vogelweide impazza la polemica su gazebo e Cosap, pochi rioni più in là, zona Europa-Novacella, c'è chi farebbe carte false per guastarsi la giornata con questo tipo di fastidi. Piazza Matteotti da anni soffre la sindrome della nostalgia del passato, ma la riflessione sullo stato delle piazze cittadine riporta a galla la richiesta di esercenti e residenti di ridare l'antica dignità sociale a uno spazio simbolico ormai abbandonato. La riqualificazione con la costruzione del garage interrato ne ha praticamente sancito il declino, con i muri che oggi sono diventati zona franca per i graffiti giovanili, vandalismi frequenti, desertificazione avanzante e scarsa considerazione. Precise le contromisure chiesre al presidente del rione Carlo Visigalli: si va dall'organizzazione di più eventi e manifestazioni a un'attenzione maggiore nella manutenzione, passando per la creazione di una zona protetta dal sole estivo e l'aumento delle panchine per gli anziani. «Sembra banale - cominciano i coniugi Vilma Rovigati e Antonio Colombi - ma la piazza non è più quella di una volta quando la presenza di una decina di banchetti, dal pesce al pollo, la rendeva il vero centro di aggregazione sociale del quartiere. Andare a fare la spesa diventava un pretesto per chiedersi come andava la vita e chiacchierare, costruendo la comunità. Oggi tutto questo ci è stato tolto. Non possiamo, comunque, imputare tutto questo al cambiamento della società perché la gente, seppur anziana, è la stessa di quegli anni, ma in piazza Matteotti non ci va più nessuno lo stesso. A ucciderla è stato il restyling realizzato seguendo la tendenza generale che ha fatto delle piazze cittadine dei semplici coperchi dei parcheggi sotterranei. Ci vorrebbe più verde, zone più a misura d'uomo e occasioni di socializzazione vera». «E' dai piccoli particolari - interviene Maira Tolando, titolare dell'omonimo negozio d'abbigliamento - che ci si accorge di quanto poco importi questa piazza all'amministrazione. Tutto lo spazio, per esempio, è esposto al 100% al sole, con temperature che d'estate superano i 40 gradi. Non proprio l'ideale per una popolazione che è mediamente la più anziana di tutta Bolzano. Un altro piccolo esempio sono i cubetti di porfido che regolarmente si sollevano aprendo voragini e le mattine invernali si ghiacciano diventando estremamente pericolosi. Non dico di rimuoverli, ma perlomeno occuparsi di spargere un poco di sale. Per fortuna, che commercialmente non dipendiamo direttamente dalle sorti di piazza Matteotti altrimenti sarebbe da mettersi le mani nei capelli». Punta il dito verso la frequentazione serale Daniela Chinellato: «Cosa si potrebbe fare per migliorarla? Garantire alle persone di poterci stare anche dopo le sette di sera. Ormai le bande di ragazzini la fanno da padroni e dal mio balcone li osservo tutte le sere attuare piccoli vandalismi e prepotenze. Hanno riempito di graffiti i muri, ma in passato mi è capitato di osservarli mentre bruciavano un distributore di caramelle di uno dei banchetti della piazza». Chi il banchetto lo gestisce è Mohammad Quasim di "Pak Fiori": «Sono qui da otto anni e non ricordo la "vecchia" piazza Matteotti. Direi, comunque, che la zona mi sembra molto bella, anche se patiamo tutti gli effetti della crisi. Sarebbe bello, però, poter dare maggiore visibilità a questo spazio organizzando molti eventi o manifestazioni che invoglino gli abitanti degli altri quartieri a farci visita. Noi, infatti, lavoriamo unicamente con i residenti nelle vicinanze perché il resto della città non ci conosce». Chiude il giro di opinioni Ildebrando Marcato. «E' uno schifo - sentenzia - perché basta guardare l'infinità di scritte realizzate con lo spray che imbrattano i muri per rendersene conto. Bisognerebbe avere più a cuore le sorti di un simbolo della Bolzano popolare, invece ce ne freghiamo lasciandola sporca da anni. Il gesto educativo più efficace sarebbe costringere questi vandali alla pulizia, ma capisco come non sempre si riesca a identificare i responsabili. In ogni caso bisognerebbe ostinarsi nel cancellare ogni volta qualsiasi imbrattamento, in modo da far comprendere la forte volontà dell'amministrazione di non tollerare certe intemperanze. Invece non accade mai nulla. A mancare, in conclusione, è anche una zona verde degna di tal nome, dove potersi fermare per chiacchierare o fare una partita di carte: per come sono messe le panchine oggi tutto questo è impossibile».

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