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martedì 25 gennaio 2011
Nuovo cantiere in via Vinci: no dei negozi
BOLZANO. Ancora tensione tra i commercianti del Centro e il Comune: dopo la polemica sui gazebo di piazza Walther, questa volta tocca a via Leonardo da Vinci. In modo del tutto casuale, gli esercenti hanno saputo che la strada verrà chiusa per lavori di ripavimentazione. «Sarebbe il secondo cantiere nel giro di un anno - spiegano - dopo quello dell'estate scorsa che ha fatto calare il giro d'affari del 40 per cento». Grande fastidio per non essere stati consultati e informati. «Questi lavori vanno concertati, e non calati dall'alto». «Avvertiamo che l'autorizzazione all'uso della pedana non verrà rinnovata una volta cominciati i lavori di ripavimentazione di via Leonardo Da Vinci». E' questo stringato messaggio, inviato al bar "Baccus" con una raccomandata a firma della direttrice comunale dell'ufficio attività economiche e concessioni Fabiola Petilli, ad allarmare e indispettire i commercianti di via Leonardo Da Vinci che hanno richiesto l'intervento di Confesercenti. Gli interrogativi che la lettera apre sono tanti: "Quali lavori?", "Per quanto tempo dureranno?" "Quando cominceranno?" e, soprattutto, "Perché l'amministrazione non ha comunicato la novità in modo formale a tutti gli esercenti della strada?". La via, infatti, esce da un'estate in cui ha dovuto ospitare il cantiere per l'ammodernamento della filiale della "Volksbank" che per qualcuno è costato addirittura il 40% del fatturato. L'idea di replicare l'esperienza, quindi, non piace a nessuno. Tutto parte da una richiesta di Rosa Vigl, titolare del bar "Baccus". «Ho la necessità di sistemare la pedana in legno, un lavoro da circa 800 euro. Ho chiesto la licenza comunale e nella risposta è comparsa la novità della ripavimentazione. Ora, personalmente non intendo affrontare un investimento che non so nemmeno quanto possa durare e, a livello generale, noi esercenti pretendiamo che venga specificato che lavori si intende fare, quando e come interverranno». Disappunto pure nelle parole di Marco Biasi dell' "Osteria del Bugiardo" che definisce meglio alcuni contorni della questione: «Sei anni fa feci la stessa identica richiesta e mi sconsigliarono di rinnovare la pedana perché avrebbero rifatto la pavimentazione, con l'eliminazione del marciapiede e un plateatico unico. Il tutto, però, solo per via verbale e informale. Ora sembra che si voglia veramente procedere con l'opera, ma dopo il calo del fatturato del 40% dovuto ai lavori nella banca di quest'estate la prospettiva ci inquieta. Mi sembra corretto che ci vengano forniti dettagli e tempistiche dell'intervento». Per ora, infatti, si procede a tentoni: «Ci fosse un avvertimento con almeno una stagione di anticipo - spiega Francesca Talassi, titolare di "Aerosol" - potremmo organizzarci chiedendo ai fornitori ordini meno dispendiosi. Sapendo di andare incontro a un periodo difficile, infatti, abbasseremmo le pretese. Gli affitti, però, rimangono identici, quindi le difficoltà sono evidenti». Karin Stuefer e Monica Mattei rispondono dalla cassa di "Boutique Jolì": «E' evidente che se intendono toccare pure le tubature sotterranee si andrebbe incontro a un cantiere che potrebbe rimanere aperto per dei mesi. I danni sarebbero consistenti. Non ci sembra fuori luogo chiedere delle spiegazioni». «Solo il rumore frastornante - le fa eco Morena Pozzobon di "Mya" - fa passare la voglia di fare acquisti. Poter calibrare gli ordini con anticipo sarebbe già un passo avanti». Preoccupato, infine, Adriano Vian di "Pizza Sprint": «Importante sapere l'ubicazione e l'estensione del cantiere». A prendere in mano la situazione, però, ci pensa il segretario di Confesercenti Paolo Pavan. «Nei prossimi giorni chiederemo al Comune tempistiche e modalità. Non è possibile, infatti, che non vengano fornite queste indicazioni ai commercianti. Gli esercenti non chiudono la porta a priori a un possibile miglioramento, ma chiedono venga fatto cercando di apportare il minor danno possibile ad attività che da anni subiscono cantieri più o meno grandi. Vorremmo la garanzia, inoltre, che non si vada incontro a proroghe continue potendo organizzarsi, quindi, su un lasso di tempo ben determinato. La presenza di grandi attività tessili e di abbigliamento, oltretutto, introduce una problematica importante legata agli ordini stagionali».
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