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mercoledì 19 gennaio 2011

Test antidroga: arrivano le multe


BOLZANO. Il consumo di stupefacenti può costare il posto ed al datore di lavoro multe fino a 4.000 euro. Anche in Alto Adige entrerà in vigore, infatti, il 21 gennaio l’obbligo dell’accertamento di assenza di tossicodipendenza.
L’obbligo interessa le categorie di lavoratori che, per la natura delle loro mansioni, potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza di terzi. I controlli, quindi, interesseranno una buona fetta di altoatesini a partire, logicamente, da chiunque sia impiegato nel settore del trasporto pubblico. Saranno convocati dal medico anche gli autisti di mezzi che necessitano di patente C, D, CE O DE o di mezzi per il movimento a terra, persone in possesso di certificati di abilitazione per lavorare con gas tossici, fuochi d’artificio o esplosivi e controllori di volo. Il meccanismo della nuova normativa è stato illustrato dal direttore sanitario dell’Asl unica Oswald Mayr, accompagnato da Edi Casagrande del servizio di Medicina del lavoro e Peter Koler del Forum Prevenzione.
«Chi ha dei dipendenti che esercitano mansioni a rischio - spiega Edi Casagrande - deve occuparsi personalmente di segnalarli al medico di riferimento e inviarli alla visita di primo accertamento. La mancata segnalazione, infatti, può costare un’ammenda fino a 4.000 euro. Il controllo, comunque, è a carico dei datori di lavoro con prezzo stabilito dal nomenclatore tariffario provinciale, così come l’eventuale secondo accertamento che, in caso di prima positività, dovrà tenersi al Ser.D al fine di accertare un’eventuale dipendenza del lavoratore con un costo base di 120 euro».
Chiunque non si presenti all’accertamento senza un’accettabile giustificazione può incorrere in una sanzione fino a 600 euro con obbligo di tre controlli periodici delle urine anziché uno singolo.
Bene ricordarsi, comunque, che i dipendenti vanno controllati anche prima dell’assunzione, periodicamente con cadenza biennale, in caso di ragionevole dubbio, dopo un incidente, prima del rientro dopo precedente positività o sospensione.
Il tutto, infine, deve essere organizzato e comunicato ai lavoratori con al massimo un giorno di preavviso e anche questi passaggi sono demandati agli obblighi dei datori di lavoro.
Timori, comunque, si alzano timidi dagli ambienti sindacali che si sono presi qualche giorno di riflessione su una norma delicata. In caso di prima positività, infatti, i lavoratori saranno immediatamente sospesi dalla mansione a rischio e dirottati su altri compiti non pericolosi. Nel frattempo, infatti, si passa al secondo accertamento presso il Ser.D che, attraverso anamnesi, visite specialistiche e analisi più approfondite, dovrà stabilire un’eventuale dipendenza. In caso di consumo occasionale il lavoratore sarà reintegrato solo quando potrà dimostrare, mediante controlli frequenti, di aver smesso di consumare stupefacenti, mentre la dipendenza obbliga all’adesione di un programma terapeutico con esito positivo per mantenere il posto.
«Le tracce più rapide a svanire - precisa Casagrande - sono quelle legate alla cocaina, mentre le più persistenti sono causate dal consumo di hashish. L’analisi del capello, prevista nel secondo accertamento, risale fino a un periodo di sei mesi antecedente il controllo».

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Alan Conti

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