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lunedì 24 gennaio 2011

I ragazzi: dateci la scuola bilingue


di Alan Conti
zoom . BOLZANO. «Entro il 2020 non vogliamo più vedere la divisione tra scuola italiana e tedesca, ma una sola istituzione educativa per tutti». E' un'affermazione netta quella che arriva dai giovani protagonisti del progetto "Liberamente", organizzato dal dipartimento provinciale della cultura italiana. Presentato ieri il manifesto programmatico elaborato in un anno di lavoro da ragazzi tra i 16 e 25 anni dei due gruppi linguistici. Tutti i settori della società e delle politica altoatesina vengono toccati da un documento che si prefigura il territorio del futuro e chiede la stessa considerazione dell'omologo presentato da Assoimprenditori nei giorni scorsi. Sulla questione, comunque, si esprime anche il rettore della Lub Walter Lorenz che ammette come in ateneo «si formino insegnanti per la scuola primaria in un'ottica che prevede un possibile sviluppo bilingue del sistema altoatesino». E' l'istruzione, dunque, il settore dove il manifesto giovanile esprime posizioni forti: «Guardare in avanti - le parole di Jacob Mureda e Daniel Benelli - significa cercare di superare le divisioni che ci sono attualmente e orientarsi verso una scuola che sia realmente paritetica e senza troppi steccati». L'assessore alla scuola Christian Tommasini è promotore del progetto "Liberamente" e annuisce alle richieste dei ragazzi: «Abbiamo tenuto conto delle loro richieste quando si è trattato di discutere sullo scambio di docenti. Le nostre scelte nel promuovere una sezione di potenziamento linguistico in tutte le primarie, e in futuro alle medie, sono figlie di queste riflessioni». Il mondo scolastico italiano, insomma, apre le porte alle proposte della sua stessa utenza. «Il dialogo tra tutte le componenti - precisa la sovrintendente Nicoletta Minnei - è molto importante e stiamo dimostrando con i fatti che teniamo conto delle loro richieste, coniugandole con una necessaria visione tecnica». La riflessione sulla scuola dei ragazzi, comunque, non si ferma alla sezione bilingue. «Necessario - si legge nel manifesto - aumentare i contatti tra l'università e le scuole superiori, contare su insegnanti retribuiti e motivati e utilizzare di più le nuove tecnologie». Proprio sul rapporto con gli atenei prende la parola il rettore della Lub Walter Lorenz: «I contatti delle nostre facoltà con i vari indirizzi delle scuole superiori sono proficui e mirano alla creazione di progetti comuni che possano garantire una certa continuità tra i gradi d'istruzione. Le stesse Intendenze sono interlocutori regolari per le nostre attività». La Lub, però, con scienze della formazione primaria è anche la fabbrica di insegnanti che potrebbero trovarsi a fare i conti con l'aumentare delle sezioni bilingui. «Stiamo guardando con attenzione - continua Lorenz - a quanto accade nel mondo italiano. Evidente come i due corsi, italiano e tedesco, rimangano al momento divisi, ma è naturale che un ateneo con le nostre caratteristiche si debba far trovare pronto alla spinta plurilingue della società. Proprio in quest'ottica attiviamo precisi corsi di potenziamento che compenetrino i due gruppi linguistici. Non solo, da quando è stata abolita la scuola di specializzazione all'insegnamento Siss tutte le nostre facoltà diventano potenzialmente generatrici di docenti per la secondaria e, come sappiamo, si tratta di corsi naturalmente plurilingui, adatti a fornire personale adeguato a tale esigenza». Al centro dell'attenzione, però, sono proprie le convinzioni dei ragazzi. «Siamo consapevoli - le parole di Sharoom Torres, Shadi Davoodi ed Eleonora Daino - che strutturare una scuola comune ai due gruppi linguistici non è certo una passeggiata, ma vale la pena di provare. Non possiamo nasconderci che le lingue sono armi da spendere nel mondo del lavoro, evidente che dobbiamo insistere perché siano il più precise possibili». C'è, però, quel nodo importante chiamato "identità". «La chiave - spiegano Gianluca Iocolano e Maria Laura Moschella - è cominciare a considerarci europei senza radicalizzare l'estrazione nazionale».
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