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lunedì 11 aprile 2011
Asili nido: da 0 a 3 anni si cresce bilingui
di Alan Conti
zoom
BOLZANO. Negli asili nido di Bolzano ormai la formazione dei piccoli da 0 a 3 anni è bilingue: le maestre italiane e tedesche si alternano con i bimbi abituandoli al suono dell'una o dell'altra lingua. Un bilinguismo precoce, che fornisce una base solidissima, uitile se poi si prosegue nelle strutture scolastiche successive. In primis, alle materne. Ma non è tutto: gli asili nido sono anche una struttura «mista», dove i piccoli italiani e tedeschi crescono insieme. Nelle sezioni italiane si hanno infatti anche punte del 40 per cento di iscritti tedeschi. Segno evidente, che la voglia di bilinguismo non è più solo una «fissa» della comunità italiana. Il quadro è emerso ieri alla giornata delle porte aperte degli asili nido e microstrutture bolzanini gestiti dalla Assb. E risponde ad una richiesta sempre più pressante che arriva proprio dalle famiglie. Per i genitori, la ricerca appassionata del bilinguismo come assoluta priorità, prima ancora del costo delle rette o delle lunghe liste d'attesa. Un'aspirazione assecondata da coordinatrici e maestre degli asili nido, così come dall'organizzazione di molte strutture che prevedono l'affiancamento dell'insegnante di tedesco a quella d'italiano per un costante doppio uso delle lingue. La giornata di ieri è stata anche l'occasione per una riflessione sulle microstrutture passate dal 2007 sotto il controllo dell'Assb e visti oggi - dopo un periodo di tensione - come una nuova opportunità. Il ventaglio dell'azienda comunale, inoltre, a breve dovrebbe ampliarsi pure alle Tagesmutter, abbracciando così tutte le agenzie educative della fascia 0-3 anni.
Davanti alla scalinata de "il Sole" di via Milano, i genitori Marco e Claudia Armani sono pronti ad una visita di "perlustrazione". «Siamo molto attirati dal bilinguismo che garantiscono in queste sezioni. L'altra nostra figlia, infatti, l'abbiamo mandata alla scuola dell'infanzia tedesca per farle imparare bene la seconda lingua e devo dire che sta funzionando. Certo che un vero percorso bilingue continuativo sarebbe auspicabile. Sugli asili in generale, invece, sarebbe bene cercare di migliorare le infinite liste d'attesa e le rette talvolta davvero troppo alte». Il figlio di Denise De Prezzo e Carlo Broll ancora deve nascere, ma mamma e papà si portano avanti. «Cominciamo a guardarci intorno ed è evidente come i percorsi bilingui rappresentino l'ideale fin dall'asilo nido. Poi, ovviamente, contano molto anche le insegnanti qualificate e una struttura all'altezza. Il connubio di questi elementi è ciò che desideriamo». Johanna e Manuel Bergamo rappresentano la classica famiglia mistilingue, e il loro orientamento didattico è facilmente indovinabile: «Per colpa di una politica vecchia e un sistema incapace di stare al passo con una modernità plurilingue dobbiamo ancora pensare alla divisione del percorso scolastico. L'asilo nido bilingue è una scelta che condividiamo pienamente e speriamo che possa essere da esempio per i responsabili dei gradi scolastici successivi».
Il direttore di Assb Bruno Marcato snocciola alcuni dati emblematici: «Abbiamo sezioni in cui l'utenza dei bimbi tedeschi è anche del 40%, trovo giusto pensare ad un sistema che contempli entrambe le lingue». Possibile, però, che questa direzione venga presa pure dalle scuole dell'infanzia? «Le materne non dipendono da noi, la scelta va fatta in altre sedi». Sulle competenze, però, il panorama di Assb sembra allargarsi. «Già - conclude Marcato - perché contiamo a breve di attivare collaborazioni pure con il servizio di Tagesmutter, coprendo così assieme alle microstrutture tutto il panorama educativo della fascia d'età 0-3 anni. La partnership con le altre realtà, comunque, tocca principalmente la didattica, il confronto e gli aggiornamenti, mentre su personale e organizzazione rimane l'autonomia. Diciamo che l'asilo nido ha una struttura oraria comune, mentre le microstrutture modellano di più sulle varie esigenze delle famiglie».
Annuisce la coordinatrice del "Sole" Bruna Baldo: «Il confronto continuo con le microstrutture ci fa crescere e le loro maestre hanno fatto quasi tutte il tirocinio negli asili nido, quindi le conosciamo bene. Dopo anni di piccole tensioni, oggi la sinergia funziona». Alle famiglie, però, sembra interessare di più l'aspetto linguistico. «Hanno ragione - continua Baldo - e non a caso noi prestiamo attenzione al plurilinguismo. Attenzione, però, che logicamente non parliamo di insegnamento puro della lingua, ma di semplice abitudine al suono. Siamo contenti dei risultati e dell'entusiasmo delle famiglie. Non dimentichiamoci, inoltre, che si tratta di un sistema apprezzato pure dagli stranieri per cui rappresentiamo in qualche modo la prima agenzia educativa e linguistica giocando, così, un importante ruolo anche nella delicata partita dell'integrazione». D'accordo le maestre di lingua tedesca Monika Hanspeter, Mara Sessa e Birgit Heiss: «Lavorare in un conteso italiano è molto stimolante e vediamo che ai bambini piace. Attenzione, nessuno esce a tre anni perfettamente bilingue perché sarebbe un'affermazione ridicola, ma di certo i piccoli manifestano una certa dimestichezza con la seconda lingua di cui pronunciano alcuni vocaboli».
Insomma, il bilinguismo precoce ormai è una realtà.
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