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domenica 17 aprile 2011
TuttoUni/1: La nuova direzione
Trilinguismo, ricerca e innovazione. Tre le marce in più sulla plancia della Libera Università di Bolzano, pronta ad affrontare una nuova fase di sviluppo costruita su tre pilastri decisivi. Fin dalla sua costituzione, è bene sottolinearlo, la Lub ha fatto della possibilità di affrontare una didattica completamente in tre lingue un tratto distintivo e caratterizzante. Evidente, quindi, che gli organi istituzionali dell’ateneo intendano sfruttare appieno una peculiarità che rende Bolzano unica nel panorama europeo, schiacciando volentieri il pedale dell’acceleratore linguistico. Konrad Bergmeister, presidente del Cdu, ha indicato in modo deciso la strada che l’università dovrà seguire per salire nuovi gradini sulla scala dell’eccellenza: maggiori sinergie tra mondo accademico e professionale locale, ma anche criteri di selezione più severi per studenti e professori nel campo del sapere linguistico. Porte più strette all’inizio del percorso, insomma, per allargare i portoni del futuro, quelli che proietteranno i ragazzi nel mondo del lavoro. Una scelta, come afferma lo stesso Bergmeister "capace di guardare alla qualità più che alla quantità che poi, c’è poco da fare, è quanto ci chiede la società moderna". Il salto in alto, comunque, riguarderà pure il corpo docente: "Una commissione ad hoc avrà il compito di fare una valutazione dei curriculum, proprio seguendo l’ottica del trilinguismo qualitativo. Solo in caso di relazione positiva si passa alle pratiche per la chiamata diretta". Procedimento che riguarda circa il 70% dei professori della Lub. Per quanto riguarda i ragazzi, invece, chi si iscrive ai corsi di laurea triennale dovrà dimostrare di possedere una conoscenza di livello B2 del quadro di riferimento europeo in due delle tre lingue di insegnamento. Per i master, invece richiesto un elevato C1 in una lingua e nuovamente un B2 per una seconda. Criteri, insomma, che fin dalla partenza pongono un salto di qualità importante. A fine corso della triennale, inoltre, gli studenti potranno certificare una conoscenza C1 in una lingua, B2+ nella seconda e B2 nella terza: tutti documenti in grado di dare maggiore spessore a qualsiasi curriculum, da Reykjavik ad Atene.
Sullo scenario economico altoatesino, però, si stagliano importanti due profili per il futuro e rispondono ai nomi di ricerca e innovazione. La politica prepara il terreno per il polo tecnologico e in questo sviluppo un coinvolgimento primario, logicamente, lo avrà l’Università. Bergmeister, dal canto suo, sottoscrive la dichiarazione d’intenti: "Il nostro ateneo vuole svolgere un ruolo centrale nel raccordo tra i vari enti". La direzione della ricerca scientifica è condivisa pienamente dal rettore Walter Lorenz, accademico di grande profondità culturale: "Il ruolo scientifico e sociale dell’Università sta proprio nella ricerca, sia nel suo aspetto di disciplina applicata alle varie esigenze sia, ovviamente, nella sua accezione più basilare di studio. La Lub deve essere in grado di sapersi collocare in questo panorama. Così potremmo soddisfare le esigenze del nostro territorio di riferimento, ma anche penetrare sempre più capillarmente nel tessuto sociale della nostra terra". Ricerca e cultura, inoltre, difficilmente vanno lontano se costrette a camminare da sole. "Giusto – riprende Lorenz – ed è necessario adoperarsi perché il desiderio di partecipare alla ricerca coinvolga tutta la popolazione, specialmente i ragazzi giovanissimi".
Trilinguismo e ricerca, però, sono i prodromi di una continua missione dell’ateneo: legare i propri studenti all’Alto Adige. Una volontà che sembra condivisa dagli stessi ragazzi, come confermano i rappresentanti Jana Rückert e Alfred Mitterer: "Le nuove misure portano a evidenziare il carattere internazionale della nostra Università. Caratteristica e forza che intendiamo spendere affinché si creino le condizioni perché molti studenti, anche stranieri, si fermino in Alto Adige dopo la laurea". I cervelli, insomma, cominciano a mettere radici.
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