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martedì 19 aprile 2011

«Esclusi dal Palasport»


“Il Palasport è una struttura dedicata allo sport. Non è possibile che le associazioni debbano costantemente lasciare il posto a eventi e manifestazioni”. Maria Stefania Pavanello, istruttrice del centro studi arti marziali “Ju Dojo”, si rivolge direttamente al Comune dopo l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso: porte sbarrate, l’altra sera, in occasione delle prove del giovedì sera del Festival Studentesco. “Non era mai successo negli anni precedenti, ma quest’anno ci siamo trovati di fronte a questa novità. Noi e le altre associazioni coinvolte siamo stati costretti a rimandare a casa un centinaio di bambini e ragazzini, con qualcuno che aveva fatto anche diversi chilometri per venire da noi”. La chiusura, infatti, è arrivata completamente inaspettata: “L’ufficio sport comunale ci aveva chiesto di assumerci ufficialmente la responsabilità per effettuare l’allenamento di giovedì, abbiamo provveduto alle pratiche burocratiche e poi nessuno ci ha avvertito del cambio di intenzioni. Gli anni precedenti non era mai successo qualcosa di simile in occasione della manifestazione studentesca”. Nessuno, comunque, ha intenzione di prendersela con l’Artist Club che organizza il Festival, ma a infastidire i gruppi sportivi è un calendario oberato nel suo complesso. “Metà marzo è saltato per varie iniziative, aprile presenta un’agenda fittissima con concerti ed attività, mentre gli ultimi dieci giorni di maggio sono già dedicati alla preparazione della Città dei ragazzi del Vke: francamente ci sembra troppo. L’amministrazione, infatti, dovrebbe anche pensare a tutelare la pratica sportiva per il ruolo sociale e salutare che riveste. Comprendiamo perfettamente che si avverta pure la necessità di cogliere delle occasioni per monetizzare, ma non può essere una pratica costantemente penalizzante per i nostri atleti”. Rientra, di riflesso, anche un ragionamento di carattere economico: “Tutte le associazioni – conclude Pavanello – chiedono il versamento di una quota sociale per la pratica sportiva. Diventa imbarazzante riferire continuamente ai genitori che pagano di allenamenti saltati o in qualche modo ridotti per cause indipendenti dalla stretta pratica sportiva. Chiediamo solo venga trovata una soluzione e ci sia più chiarezza nelle comunicazioni perché non possiamo trovare l’ingresso sbarrato con decine di bambini sotto la nostra responsabilità da rimandare, in un modo o nell’altro, a casa”. L’ufficio sport del Comune, intanto, è tra quelli che ha da poco cambiato i vertici, oltre a diventare servizio, e alle rimostranze delle associazioni risponde il nuovo responsabile David Kössler: “Mi spiace per l’equivoco, ma siamo in piena fase di cambiamento e ancora dobbiamo risolvere alcune situazioni. Ci incontreremo con chi quotidianamente pratica sport all’interno del palazzetto di via Resia per cercare un compromesso che non danneggi nessuno. Bisogna ammettere, inoltre, che effettivamente in questo periodo c’è stata una congestione particolare di eventi e manifestazioni”. La richiesta del palazzetto in esclusiva per le prove, comunque, non è condizione posta dall’Artist Club: “Per noi – chiarisce Paolo Brasola – conta che ci vengano lasciati gli spazi tra spogliatoi e palazzetto di cui abbiamo bisogno. Per tutto il resto tolleriamo senza problemi la pratica sportiva, purchè ci sia qualcuno che si assuma le responsabilità di sicurezza. Personalmente, infatti, non farei allenare i bambini tra muletti e attrezzi per il montaggio del palco, ma se il Comune o gli istruttori ritengono di farlo assumendosene tutte le responsabilità per noi non esistono veti particolari”. Le prove del Festival, comunque, sono un evento di impatto consistente: “Parliamo di circa 300 ragazzi che, chiaramente,hanno bisogno del loro spazio per muoversi. Per questioni di sicurezza, inoltre, abbiamo cominciato due ore dopo mercoledì, quindi siamo estremamente pignoli su questo versante. Vero, invece, che le richieste per il Palasport sono davvero tante e la calendarizzazione disponibile guarda già oltre il 2012. Tutti, volendo, possono già farsi un’idea di quali e quante possano essere le giornate a disposizione in futuro”.

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