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giovedì 28 aprile 2011
Piazza Matteotti, i negozianti: orari elastici e parking per non chiudere l’attività
27 aprile 2011 — pagina 13 sezione: Cronaca
BOLZANO. Più parcheggi, armonizzazione ed elasticità negli orari e possibilità di pedonalizzare periodicamente via Torino perchè riesca ad animarsi ed essere sempre più frequentata senza l’incubo di trovare parcheggio. Sono queste le “portate” per l’amministrazione provinciale che escono dalla cena di Confesercenti che è stata organizzata ieri sera da “Slow Food Bolzano” (presente il segretario nazionale Silvio Barbero ed il fiduciario Danilo Gramegna) nell’ambito del Festival delle Resistenze di piazza Matteotti.
Un autentico conclave di 87 negozianti ed esercenti pronti a gustarsi le prelibatezze del celebre chef Luis Agostini, ma anche a riflettere sui primi passi da fare per rilanciare una zona che l’assessore provinciale al commercio Thomas Widmann ha definito perfetta per lo sviluppo di un centro commerciale naturale.
Un’etichetta che ancora deve essere riempita di contenuti, ma qualcuno prova già a delinearne gli orizzonti. «Siamo ancora in fase interlocutoria - spiegano il direttore di Confesercenti Domenico Sacco e il vicepresidente Salvatore Montella - ma abbiamo istituito un gruppo di lavoro che si incontrerà sempre più frequentemente. Per la pedonalizzazione di via Torino, per esempio, dobbiamo attendere lo studio di fattibilità». Alessandra Zaninotto del bar “Cin Cin” prova a concretizzare: «Sarebbe bello poter contare su orari d’apertura più lunghi, anche se capisco le difficoltà di alcuni negozianti. Il senso della serata, comunque, è quello della resistenza delle piccole realtà al grande mercato internazionale, ma non possiamo negare che marchi di grande richiamo potrebbero potenziare fortemente tutta la zona».
Il Festival delle Resistenze, comunque, un primo risultato lo ha già ottenuto: rimettere Piazza Matteotti al centro degli eventi cittadini per qualche giorno. «Vivo questo luogo da 30 anni - racconta Flavio Corradini, titolare di “Blue Jeans&Co” - e posso dire che il momento è forse il più difficile nella storia della piazza. Bisognerebbe creare delle attrazioni, migliorare l’arredo urbano e predisporre occasioni di incontro. Il parcheggio, chiaramente, è un elemento fondamentale, ma non l’unico. Oltre a rendere via Torino pedonabile, infatti, bisognerebbe insistere per alcune misure economiche impattanti come riduzioni fiscali per il commercio di periferia, controllo del mercato degli affitti, liberalizzazione delle licenze e delle possibilità promozionali».
Qualcuno, però, la saracinesca ha dovuto chiuderla definitivamente come Franco Salvaterra, ex proprietario della gioielleria “Il Karato” in via Milano. «La crisi ha colpito duramente e si è affiancata all’invecchiamento della popolazione del rione. Oggi per ripartire bisogna creare occasioni di ritrovo e puntare sulla buona risposta a livello di partecipazione di chi abita queste strade». Zvonko Jovcevski e Olivera Jovcevska, titolari dell’abbigliamento “Centovetrine” di via Torino aprono uno spiraglio alla strada pedonabile e un portone alle aperture serali prolungate. «Sperimentare non fa mai male, quindi possiamo tentare di chiudere via Torino al traffico per qualche giorno della settimana. Prima di tutto, però, servono dei parcheggi per renderci raggiungibili, altrimenti serve a poco. Lavorare pure nelle ore serali, infine, non spaventa e funziona particolarmente quando ci sono iniziative di impatto in Centro e la gente si muove o rincasa più tardi». Guarda soddisfatto il tendone il presidente della Circoscrizione Europa-Novacella Carlo Visigalli: «Dopo la festa per il 150esimo, anche il Festival delle Resistenze gode di grande partecipazione. L’obiettivo del centro commerciale naturale, invece, è ancora embrionale, ma delle soluzioni si possono trovare. Ho qualche perplessità sulla chiusura di via Torino: ne va studiata molto attentamente la fattibilità». Autentica colonna della piazza è il bar Romagnolo rappresentato da Francesco Bianchi. «Sono tante le strade per il riscatto: dall’aumento di parcheggi alla pedonalizzazione tutto può essere sperimentato. Quello che conta davvero, però, è la ritrovata voglia dell’amministrazione provinciale di spendere per il quartiere. Noi, dal canto nostro, dobbiamo essere pronti a metterci investimenti se necessario e trovare più compattezza su alcuni temi come gli orari di apertura». Albino Zanoni, invece, conosce via Torino come le sue tasche: «Da 50 anni lavoro nella ferramenta e queste strada non ha bisogno di chiusure, ma di più mobilità e transiti perché attualmente non funziona». Così Elena Bonaldi della gioielleria di via Dalmazia: «Il lavoro serale comporta spese aggiuntive e la chiusura al traffico di via Torino, andrebbe valutata sulla distanza di almeno un anno. Siamo disposti a crederci così tanto?».
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