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mercoledì 13 aprile 2011

Circoscrizione Don Bosco Udc decisivo: non scontato il voto a presidente Pd


La presidenza di Don Bosco è nelle mani dell’Udc e i centristi, pur ribadendo l’accordo di maggioranza con il Pd, non escludono il possibile ribaltone. Se il consigliere comunale Angelo Gennaccaro, infatti, sottolinea l’importanza degli accordi di maggioranza e guarda con interesse al probabile subentrante del Pd Lino Morabito (Luciana Fiocca, prima dei non eletti, è già consigliere a Gries e difficilmente cambierà), chi dovrà materialmente esprimere il proprio voto, Francesca Gigliotti, pone delle condizioni. L’Udc, infatti, ha chiesto al partito di piazza Domenicani un incontro programmatico su tutte le questioni comunali tra cui, logicamente, la Circoscrizione. Evidente che una rottura potrebbe aprire nuovi scenari e ridare linfa all’opposizione che non lascerà nulla di intentato per riprendersi la presidenza che fu di Enrico Lillo. Sui nomi, invece, sono ancora poche le certezze, ma il favorito sembra essere proprio il subentrante Morabito dato il veto posto dall’Udc sull’altro nome del Pd Luciano Stevanella. In caso di successo dell’opposizione, invece, le candidature più concrete appaiono quelle di Pierpaolo Terranova (Pdl), sostenuto a gran voce da Lillo, e della leghista Tania Bergo. La maggioranza necessaria, ricordiamo, è di 6 voti, dati i 5 a testa tra maggioranza e opposizione e l’ago della bilancia, come detto, nella mani dell’Udc.
“Voglio precisare – premette il presidente uscente Luigi Baratta (Pd) – che le mie dimissioni da presidente e da consigliere sono legate a soli motivi personali ed ho ottimi rapporti sia con la vice Ellecosta sia con Stevanella. Mi spiace lasciare una Circoscrizione dove troppo spesso si è pensato a replicare la politica dei partiti centrali anziché difendere il benessere dei cittadini”. Sui rapporti distesi arriva la conferma di Ellecosta (Svp): “Mai avuto problemi con Baratta, lo stimo personalmente e politicamente. Ora attendiamo le proposte del Pd sperando che l’intermezzo sia breve”. Stevanella (Pd), dal canto suo, è più criptico: “Non voglio commentare i nostri rapporti, è il momento di stare tranquilli. Sono disponibile alla successione, ma l’Udc è un organo complesso da capire”. Non sembra correre buon sangue, insomma, tra l’ex candidato in pectore e i centristi: “Su Stevanella c’è un nostro preciso veto – conferma il consigliere comunale Udc Angelo Gennaccaro – ma non è serio pensare che si facciano dei giochini politici quando esiste un accordo di maggioranza. Ci sono alcune tensioni a livello comunale, certo, ma gli impegni sottoscritti vanno mantenuti, quindi la presidenza dovrebbe rimanere al Pd. Seguiamo con molto interesse, quindi, il possibile subentro di Lino Morabito: persona seria e affidabile”. Il voto, nel concreto, dovrà darlo Francesca Gigliotti che puntualizza e il condizionale che usa è di quelli pesanti. "L’orientamento dovrebbe essere il mantenimento dell’alleanza, ma abbiamo chiesto un incontro al Pd per discutere di questioni comunali in cui potrebbe rientrare anche il discorso su Don Bosco. Aspettiamo il confronto". Difficile, ma non impossibile, una drastica inversione di rotta. “In questi giorni – interviene Francesco Mafrici (Fli) – avremo anche noi degli incontri e si chiariranno meglio le prospettive. Alla mia seconda legislatura penso di poter dire la mia. Baratta, invece, ha fatto bene a fare un passo indietro: la Circoscrizione andava a rilento e il presidente non riusciva a soddisfare i molti impegni che quella carica richiede”. Rompe gli indugi, invece, Tania Bergo (Lega Nord): “Io mi candido assolutamente e senza falsa modestia penso di avere le carte in regola per condurre questo Quartiere. L’opposizione in consiglio è molto compatta, troverò una convergenza e chiederò un colloquio con l’Udc perché valutino prima di tutto la persona e poi la provenienza politica”. Non vuole parlare di “scippo al Pd”, invece, il presidente uscente Enrico Lillo (Pdl). “In questi giorni stiamo cercando di rinnovare l’atteggiamento della politica, cercando una strada più responsabile che guardi più alla professionalità delle persone rispetto alle macchinazioni della politica e Don Bosco potrebbe essere il primo banco di prova. Dalla mia esperienza posso dire che Pierpaolo Terranova (Pdl) ha tutte le carte in regola per succedere a Baratta: dedizione, efficacia e contatti utili lavorando da anni nell’Ipes. Grande carattere anche per Bergo: potrebbe essere una soluzione”. Tiepido e sibillino, infine, il giudizio di Marco Caruso (Unitalia): “Voterò la persona, senza logiche di maggioranza o opposizione. Nessun appoggio, quindi, è scontato”.

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