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sabato 16 aprile 2011

Mercato del giovedì. Gli ambulanti chiedono di farlo in via Torino


BOLZANO. Il mercato di via Rovigo cerca di resistere all'urto del calo del potere d'acquisto e, nel risollevarsi, guarda con una certa curiosità all'eventuale spostamento in via Torino ipotizzato dai negozianti nella cornice delle sperimentazioni per un centro commerciale naturale. Se da una parte, infatti, da dietro alle bancarelle arriva una netta bocciatura allo spostamento parziale, la porta viene socchiusa per un trasloco totale da via Rovigo a via Torino. Il concetto di fondo è sempre quella dell'unitarietà del mercato, considerata già oggi insufficiente dai commercianti del giovedì, con l'isolamento della porzione su piazza Matteotti. Dice Lucia Manca: «Al mercato serve l'unitarietà dell'offerta. Non può funzionare un pezzo in via Rovigo, uno in piazza Matteotti e il resto in via Rovigo dato che già oggi le bancarelle spostate soffrono la mancanza di appeal. Le persone, infatti, molto spesso si fermano all'incrocio tra via Rovigo e via Milano senza procedere oltre». Identica sensazione quella di Abdel Halil: «Chi, come me, offre abbigliamento è penalizzato dalla lontananza con i banchi dell'ortofrutta. Inutile nascondersi che sarebbe invece interessante recuperare piena compattezza sull'asse via Milano-via Torino». Ernesto Saretto e Giancarla Artosi, bolzanini a passeggio tra le bancarelle, promuovono «una proposta che potrebbe anche essere interessante per i clienti. Immaginiamo, però, ci siano delle valutazioni tecniche che andranno fatte». Ahmed Senger coglie l'occasione per una riflessione globale sul mercato del giovedì: «Prima di valutare eventuali spostamenti è bene cercare di incoraggiare la piccola ripresa che stiamo avvertendo nel 2011. Il 2010, infatti, è stato certamente l'anno nero. Ora la speranza è che la primavera confermi i primi segnali di risveglio, però è da metà marzo in poi che i dati cominciano a essere davvero significanti. Altre valutazioni, invece, sono legate al tipo di merce offerta perché per noi che vendiamo abbigliamento giovanile l'appuntamento del sabato è certamente più appetibile, mentre chi si rivolge a un'utenza più anziana considera strategica la giornata nel quartiere Europa-Novacella». Sulla falsariga dei colleghi è l'opinione di
Marinella Zeni dal suo banchetto di piante e fiori. «Disperdere troppo il mercato non sarebbe una buona idea. Resta, inoltre, una vera criticità da affrontare che limita l'utenza: la mancanza di parcheggio. Va fatta, inoltre, un'analisi sociologica per capire l'effettiva incisività dell'appuntamento del giovedì partendo da un mancato ricambio generazionale negli anni. La clientela giovane di qualche decennio fa, infatti, oggi è diventata anziana e spende con molta più parsimonia, ma contemporaneamente non è arrivata una nuova fascia giovanile più disposta all'acquisto. Evidente, quindi, che bisogna modularsi verso un pubblico ad altissimo tasso di fidelizzazione e dove il rapporto umano, i prezzi calmierati e la qualità diventano fattori decisivi: tutto sommato, però, siamo soddisfatti». Marco Boscolo e Monica Baio considerano l'ipotesi di spostamento «difficoltosa. Avrebbe senso, comunque, se coinvolgesse l'intera via Rovigo. Dobbiamo ammettere, però, che le difficoltà non sono egate al modello organizzativo, ma dipendono dal calo del potere d'acquisto». Chiusura con lo sguardo generale di Mirco Benetello, responsabile dei mercati per Confesercenti: «Per chi possiede una bancarella lo spostamento è sempre un trauma, ma certamente può essere interessante una sinergia che coinvolga sia il mercato sia i negozianti di via Torino. Gli ambulanti che lavorano di giovedì, comunque, avvertono ancora il trauma seguito allo spostamento da piazza Matteotti che una volta ospitava l'intera esposizione. Diciamo che la disposizione di oggi è figlia dei lavori del parking sotterraneo, abbastanza metabolizzata, ma comunque diversa dal concepimento originale». (a.c.)

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