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venerdì 29 aprile 2011

I negozianti di Don Bosco: più elasticità negli orari e parcheggi per la clientela


di Alan Conti
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BOLZANO. Potenziare una zona commerciale della città non significa dimenticarsi di un'altra altrettanto popolare. I commercianti di Don Bosco seguono con attenzione gli sviluppi del dibattito sul centro commerciale naturale nelle strade attorno a piazza Matteotti e non mancano di allinearsi su alcune richieste comuni come orari d'apertura più elastici o maggiore offerta di parcheggi. Posizioni più lontane, invece, sulle manifestazioni dato che Europa-Novacella sta vivendo giorni da protagonista mentre Don Bosco si è spesso accontentata della sola "Festa delle Api" nel periodo natalizio. Tutto, chiaramente, peggiorato da un potere d'acquisto delle famiglie che, specialmente nei quartieri popolari, ha subìto un drastico ridimensionamento. «I clienti entrano, guardano, ma raramente vanno oltre». È sconsolato il primo commento di Andrea Bersan, titolare dell'erboristeria «Naturallife». «La questione generale da risolvere è proprio legata alle potenzialità di spesa della famiglia media bolzanina. Poi, certamente, possono essere fatte valutazioni legate alla situazione particolare con una via Resia totalmente sprovvista di parcheggio e manifestazioni che vengono proposte una tantum e che, senza una regia complessiva, portano a risultati modesti». Di pochi concetti, ma precisi, Giancarlo Stefani, titolare dell'omonima macelleria: «Le difficoltà le conoscono tutti e sono legate principalmente al portafoglio. La grande distribuzione, invece, acuisce la crisi del negozio di vicinato e non resta che difendersi offrendo una maggiore qualità complessiva». Il richiamo degli ultimi giorni, però, è spesso stato rivolto all'unità della categoria. «Deve essere così - conferma Razmjoo Arman dell'ottica «Bgb» in via Sassari - e troppo spesso ci dividiamo. Vale per gli orari d'apertura, nel metterci d'accordo sulla disposizione estetica dei dehors dei bar sulla strada oppure chiedere più attenzione nella distribuzione dei paletti a ridosso degli stalli. Le famiglie devono tenere d'occhio i bilanci e gli eventi organizzati sono pochi, d'accordo, ma anche noi commercianti dobbiamo fare la nostra parte». Cosimo Capalbo conosce bene via Sassari e si appresta a lanciarsi in una nuova avventura commerciale con il bar di specialità calabresi «Benvenuti al Sud» dopo aver a lungo gestito il «Malù» poco più avanti. «Questa strada può dare delle soddisfazioni, ma ci sono delle oggettive difficoltà legate al parcheggio e alla burocrazia. Aprire un'attività come la nostra e non avere, per esempio, la certezza di poter contare su un dehors estivo richiesto a suo tempo crea delle apprensioni. Dal Meridione, comunque, dovremmo mutuare gli orari d'apertura elastici: più tardi riusciamo a offrire i servizi e meglio funziona il commercio». Opinione differente per Brizida Hasanbelli dell'estetica «Brigitte»: «Uniformare gli orari non mi sembra un aspetto fondamentale. Credo che ognuno possa scegliere il meglio secondo le proprie esigenze personali e professionali. Io, per esempio, sono una sostenitrice del continuato, ma non obbligherei i vicini a seguirmi. Quello su cui dobbiamo fare fronte comune, invece, è la richiesta forte di parcheggi perché chi, come me, ha una clientela che arriva da fuori città può rimetterci qualcosa». Si affaccia da 50 anni su Don Bosco con i suoi prodotti per la casa, invece, Aldina Perini che ammette candidamente: «Va tutto male. C'è poco da fare contro il crollo dei consumi e il ricambio generazionale che sta portando via una buona fetta di clientela. Bisogna pensare a un rilancio complessivo di tutto il quartiere per ridare respiro ai negozianti». Chiusura con l'analisi di Rosmarie Lageder, titolare di «Hair Cosmetics». «Il parcheggio è sicuramente la priorità, per noi come per molte altre zone della città. Negli ultimi anni, però, Don Bosco vive il fenomeno delle repentine aperture e chiusure delle attività e non è facile capire se questo sia un meccanismo che avvantaggia o penalizza i negozi vicini. Di certo, per un quartiere con molti anziani come il nostro, le tradizioni sono molto importanti».
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