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martedì 5 aprile 2011
Passeggiate distrutte Renon protesta: colpa dei bolzanini a cavallo
i Alan Conti
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BOLZANO. Otto anni di discussioni, ma a far traboccare il vaso della pazienza è stato un vero e proprio investimento a cavallo. La famiglia Ramoser, proprietaria dell'albergo "Geyrerhof" di Soprabolzano non ne può più e chiede più rigore contro i «cavalieri della domenica» che, incuranti, distruggono il sentiero pubblico numero 6A, in una zona del Renon estremamente battuta da molte famiglie (a piedi) bolzanine durante i fine settimana. «Alcuni bolzanini benestanti - racconta Kurt Ramoser, proprietario dei terreni - si prendono il cavallo e lo lasciano in affitto nei masi qui vicini per poi farsi delle cavalcate alla domenica. Fino a qui tutto bene, ma da anni utilizzano come percorso sentieri pubblici e passeggiate che oggi, a suon di zoccolate, sono diventati impraticabili per le buche e il fango che si creano». Ramoser fa strada per una passeggiata lungo la stradina, parallela al noto allevamento di lama e alpaca Kaserhof, che a tutti gli effetti è resa impraticabile, in alcuni punti addirittura pericolosa. I Ramoser ma anche, altri albergatori della zona, temono ripercussioni negative sia sul turismo vacanziero sia sugli escursionisti della domenica. «Evidente che è anche un nostro preciso interesse permettere ai visitatori di passeggiare liberamente senza trovarsi di fronte acquitrini, escrementi e buche giganti. La legge del comune di Renon vieta espressamente di cavalcare su terreni non battuti come questo, mentre un'ordinanza provinciale permette il transito solo dove la larghezza della strada è di almeno 1,5 metri. Qui inizialmente la misura non era sufficiente, ma chi pratica il trekking equestre non ci ha pensato due volte ad allargarla artificialmente». Kurt Ramoser racconta un episodio che ha dell'incredibile: «Mio padre Christof è stato investito da una coppia di signori a cavallo. Si era parato davanti a loro per comunicare il divieto di passaggio, ma anziché fermarsi i due hanno proseguito calpestandolo con gli zoccoli e spaventando i cavalli. Uno di loro è un noto avvocato bolzanino che portava alla lunghina un terzo puledro, tutti ovviamente molto spaventati». Pesanti le conseguenze: «Frattura di una costola e alcuni giorni di ospedale per verificare la botta in testa. Si è superata la linea della decenza perché non possiamo accettare che un sentiero diventi pericoloso per l'incolumità di chiunque passeggi e abbia l'ardire di protestare contro chi cavalca a folle velocità. Pensiamo anche alle famiglie e ai bambini che ci raggiungono per la classica scampagnata domenicale». E' lo stesso Christof Ramoser a chiedere «una riflessione a livello istituzionale sul futuro di queste strade forestali perché non è possibile che si permetta indistintamente il transito promiscuo a pedoni, motocross, cavalli e bmx. Bisogna fare delle distinzioni e stabilire regole precise. Noi proviamo a mettere i cartelli con il divieto di passaggio per i cavalieri, ma ogni settimana vengono divelti. Parliamo di una ventina di indisciplinati che arrivano da fuori perché chi abita qui cerca e utilizza strade alternative che non siano i sentieri principali». Le soluzioni, in via teorica, sarebbero due: chiudere il tratto di strada con una staccionata oppure espropriare il terreno. «La prima sarebbe una sconfitta per tutti - spiega Kurt - perché il Renon deve rimanere uno dei luoghi più belli d'Europa per passeggiare nella natura, mentre per la seconda abbiamo dato la nostra disponibilità al Comune, ma solo alla condizione di non battere la terra e regolare per bene il passaggio. Non hanno mai accettato». La famiglia Ramoser, quindi, si sente lasciata sola dalle istituzioni: «Il Comune non si muove, mentre la forestale allarga le braccia e poco altro. Intanto, però, si depaupera una ricchezza importante per il nostro turismo e le nostre attività». L'ultima stilettata in direzione delle istituzioni pubbliche dell'Altopiano Kurt Ramoser la invia parlando dei cervi di cui è allevatore. Abbiamo un recinto di cemento, però l'ufficio forestale ci ha denunciato imponendoci di sostituirlo con il legno. Il problema è che in questo modo non siamo in grado di identificare bene quando marcisce e se il cervo dovesse trovare il modo di forzare la protezione scapperebbe. Avete presente l'esemplare impazzito che arrivò in Centro a Bolzano due estati fa? Potrebbe accadere di nuovo».
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