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domenica 10 aprile 2011
Gli inquilini Ipes: «Clienti e ragazze un viavai continuo»
09 aprile 2011 — pagina 22 sezione: Cronaca
BOLZANO. Viavai continuo, campanelli suonati anche in piena notte svegliando i bambini, sporcizia ovunque e piccoli vandalismi nel giroscala. È questo il quadro che gli inquilini Ipes di via Novacella 1/K descrivono dopo che l’altra notte i carabinieri hanno messo fine a un giro di prostituzione in un appartamento del terzo piano. I sospetti sulla casa gestita dal domenicano Carlos Mendez Sanchez e dall’amico bolzanino Andrea Villgrattner, locatario dell’allogggio, erano forti da più di un anno. Difficile, infatti, non porsi delle domande vedendo ogni sera persone diverse dirigersi nell’appartamento: tanto che alcuni residenti si sono rivolti direttamente all’Istituto di via Milano per chiedere un intervento risolutivo.
La prima che descrive in modo preciso i disagi è Asiba Ietis, mamma di tre bambini. «Capitava che in piena notte qualcuno suonasse al mio campanello cercando proprio le ragazze del terzo piano. Svegliavano i bambini e di certo non è una bella situazione». Non troppo educativo era anche il passaggio sulle scale «di diverse ragazze, sempre vestite in modo piuttosto provocante e abbastanza fuori luogo per un condominio formato da anziani, bimbi e famiglie. Senza contare che spesso i clienti si divertivano a scrivere col rossetto sullo specchio dell’ascensore frasi oscene. Davvero uno spettacolo poco edificante che andava avanti da più di un anno e cui siamo contenti sia stato posto un freno». Sanchez e Villgratner si facevano vedere poco nel giroscale, non rispondevano alle lamentele e non davano spiegazioni. La vicina Liliana Frattini spiega così il disagio del condominio: «Gli appartamenti qui, però, sono tutti assegnati dall’Istuto e mi chiedevo chi potessero essere e dove abitassero tutti quegli uomini e ragazze che andavano avanti e indietro. Ora lo so».
A un tavolino del bar dirimpetto raccogliamo la testimonianza di Domenico Gottardi: «Conosco il ragazzo bolzanino arrestato: non ha mai dato l’impressione di essere un poco di buono, anzi, appariva un normale lavoratore. Non conosco e non voglio entrare nei dettagli dell’indagine, ma ho come l’impressione che sia stato incastrato dall’amico sudamericano».
Confermano le sgradevoli sensazioni anche altre due inquiline: «Parliamo di un passaggio di decine e decine di persone tra clienti e “lavoratrici”.
Impossibile non accorgersene, se non altro per l’imbarazzo di chiedersi cosa stesse succedendo. Diversi, inoltre, i genitori che di fronte ad atteggiamenti provocanti e volgari hanno dovuto spiegare ai propri figli il perché di certe scene, il tutto senza avere particolari certezze o tutele».
Duro il presidente degli inquilini Ipes Gianfranco Ponte che chiede all’istituto di intervenire.
«Sapevano di questa situazione, ora devono togliere a queste persone qualsiasi diritto all’abitazione. Dopo via Resia abbiamo via Novacella: siamo stufi perché certi reati che infangano la reputazione dell’Istituto e sopratutto di chi ci abita non possono essere assolutamente tollerati». Ponte, infine, si rivolge direttamente agli inqulini «che devono trovare il coraggio di denunciare apertamente certe insostenibili realtà, senza nascondersi dietro al velo del silenzio o dell’omertà. Dobbiamo tutti sentirci responsabili di fare delle case Ipes dei luoghi dove non si accetta per nulla al mondo un’attività di prostituzione».
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Alan Conti
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