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giovedì 3 febbraio 2011

Difficile raggiungere via Cadorna in bus «La linea 1 non basta»


di Alan Conti
zoom . BOLZANO. Difficoltoso raggiungere varie zone della città utilizzando i mezzi pubblici». L'affermazione, che potrebbe essere ampiamente comprensibile per strade periferiche, risulta sorprendente se associata a via Cadorna, feudo scolastico a due passi dal Centro storico e dalle frequentate passeggiate del Talvera. Centinaia di bolzanini, giovani e meno, frequentano la zona tutti i giorni. La linea circolare numero 1 della Sasa, dunque, non soddisfa appieno le esigenze di chi in via Cadorna si reca per andare a lezione o perché ci abita. Sotto accusa, infatti, sono frequenza e percorso della linea che, talvolta, produce qualche disagio. «La frequenza e la puntualità della linea 1 - segnala Elisabetta Berti - sono discutibili, ma in un'ottica di cambiamento si può migliorare senza stravolgerla. Pensare, come ho sentito che vorrebbe fare Sasa, di riproporre una linea che per raggiungere il Centro città passi pure per piazza Gries sarebbe un grande sbaglio. Eviterei, infatti, un'assurdità che penalizzerebbe chi abita nella parte alta e aumenterebbe, in generale, i tempi di percorrenza allontanando dal servizio pubblico chi si è avvicinato per la sua celerità nel raggiungere il Centro». La criticità maggiore, però, è un'altra. «Il vero problema - continua Berti - è che non esiste un servizio di ritorno che compia lo stesso tragitto della linea 1. Può sembrare un capriccio, ma si generano delle contraddizioni. Chi, per esempio, deve raggiungere la fine di viale Principe Eugenio o di via Fago per recarsi all'ufficio postale o in parrocchia, non dispone di un mezzo pubblico per tornare a casa e l'alternativa è farsela a piedi. Il tutto con una strada in salita, in un quartiere dove l'età media è di 65 anni. Se proprio si vuole tornare in bus, invece, è necessario andare verso il Centro, scendere a Ponte Talvera e aspettare la coincidenza in direzione apposta: un controsenso». L'attenta cittadina conclude poi con una riflessione sulle pensiline: «Lo scorso anno le hanno rifatte, ma la situazione è solo peggiorata. La panchina alla prima fermata di via Fago, per esempio, è stata tolta con notevole disagio per tutti gli utenti. Speriamo che il rinnovo annunciato non porti a ulteriori problemi». Punta il dito contro la linea 1 pure Lorenzo Brusetti: «Uno ogni 15 minuti, forse, è davvero troppo poco. Non è sempre semplice organizzarsi con le coincidenze, soprattutto quando si è appesantiti da un qualche carico e si desidera prendere l'autobus alla fermata di fronte. Al di là delle zone toccate dalla linea circolare, infatti, i cambi per le altre destinazioni sono talvolta machiavellici». Sonia Ciccazzo, invece, si concede una riflessione sulla situazione dei parcheggi lungo la strada: «Ormai il posteggio sul marciapiede in prossimità dei diversi istituti tecnici è ampiamente tollerato. Quando, però, a tutta questa affluenza si uniscono gli utenti della piscina coperta o i tantissimi furgoni del mercato del sabato mattina qui non si può più passare». Christina Kleewein torna sulla questione del bus: «Mi sono accorta che, in concomitanza con gli orari di punta della scuola, la frequenza delle vetture della Sasa è assolutamente insufficiente. Una ogni quarto d'ora, infatti, comporta un assalto dei giovani studenti che, di fatto, impedisce agli anziani di usufruire del servizio pubblico. Forse si potrebbe intervenire per aumentare i mezzi in questi piccoli intervalli di tempo». Chiudono il giro di opinioni Luciano Bove e Miriam Stefani: «La viabilità diventa difficile anche quando chiudono parzialmente il traffico. Il mercato, è vero, può comportare qualche piccolo aggravio della situazione nella disponibilità di parcheggio. Se non potessimo contare su un posteggio privato sarebbe davvero da impazzire. Quando vengono a trovarci i figli ci accorgiamo di quanto possa essere difficoltoso trovare un posto in questa strada».

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