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lunedì 7 febbraio 2011

La vita raccontata (e ritrovata) dentro una cella


05 febbraio 2011 — pagina 30 sezione: Agenda

BOLZANO. Raccogliere i cocci dell’individualità frantumata dal carcere e ricostruire storie degne di autobiografie. È questo il lavoro svolto dalla psicopedagogista Franca Berti, lo psicologo Claudio Fabbrici e lo scrittore Massimo Carlotto nella pubblicazione «Tell me your story 3» presentata ieri in un convegno nell’aula magna dell’Upad. In 64 pagine, il volume realizzato con la collaborazione del Fondo Sociale Europeo e distribuito dalla stessa Upad racconta la vita e i pensieri di chi vive dietro alle sbarre della casa circondariale di Bolzano. Affreschi di vite, in parte romanzati e in parte lasciati alla vivida testimonianza, anche lessicale, degli stessi detenuti. «Li abbiamo ascoltati e spinti a scrivere e a raccontare - dichiara Fabbrici nell’introduzione - di se stessi. Ci siamo messi in una singolare posizione clinica, che persa ogni memoria del divano, si è accomodata su sedie di fortuna e in setting ad alto ricambio con un ampio numero di variabili e di influenze». Ci sono regole e quotidianità in carcere - le parole di Berti - «che determinano un’importante chiusura verso l’esterno e una complessiva perdita di individualità. Abbiamo cercato di trasmettere anche questo raccogliendo le loro storie». (a.c.)

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