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mercoledì 23 febbraio 2011

Galleria Sernesi: bisogna potenziare l'illuminazione e migliorare l'arredo


Alan Conti
zoom . BOLZANO. Una galleria, metaforicamente e concretamente, in chiaroscuro. Commercianti ed esercenti del passaggio «Sernesi» si dividono abbastanza nettamente nel giudizio di uno spazio che collega due aree importanti del Centro storico come piazza Università e via della Mostra. C'è chi vede un progressivo miglioramento della galleria rispetto ai mesi difficili del proliferare dei locali sfitti e chi chiede alla mano pubblica di intervenire su piccole e grandi questioni per migliorarne l'appetibilità commerciale. L'arredo urbano, l'illuminazione e la piazzetta Università sono i tre punti su cui intervenire. «L'organizzazione di qualche evento o iniziativa - le parole di Cinzia De Mario dell'agenzia viaggi «Yes Travel» - potrebbe portarci ad una dimensione più commerciale richiamando nuova gente nella zona. Bisogna, però, essere onesti e ammettere che negli ultimi mesi il passaggio e la vivacità sono aumentati, grazie anche a nuove attività, come i bar o il negozio per le feste di bambini, che funzionano e svolgono un ruolo di catalizzatore. Nel complesso, quindi, non possiamo troppo piangerci addosso». Stessa opinione per Mirko Angelini che con le piadine del suo bar «Meeting» è entrato da protagonista in galleria Sernesi. «Siamo pronti - dice - a fare la nostra parte nell'organizzazione di feste: le prossime per la primavera e il Carnevale. Noi ci mettiamo la voglia di fare e il finanziamento, ma sarebbe bello si potesse avere uno sgravio dei costi Siae per i piccoli strumentisti locali che avrebbero così una buona vetrina dove esibirsi, aiutando contemporaneamente il commercio. Un bacino d'utenza particolare, comunque, è certamente quello formato dai ragazzi dell'Università che bisogna essere capaci di conquistare. Non basta, infatti, aprire un locale vicino a loro per avere successo». Nelly Stevanato con la sua «Bottega del Girasole» si affaccia in galleria Sernesi da moltissimi anni: «La situazione è abbastanza cambiata a livello di attrattiva, essendo scomparsi l'ospedale e la fermata del bus. Per il resto, la galleria offre delle buone opportunità che bisogna essere in grado di valorizzare». Toni Pichler abita proprio sopra il passaggio: «Da residente posso dire che, forse, ci sarebbe bisogno di più varietà nell'offerta. Non è possibile, infatti, che continuino ad aprire solo bar: per spostare gli equilibri basterebbe una farmacia. Il turn-over, poi, è esagerato e disorienta i clienti che amano la fidelizzazione». Toni molto critici quelli di Serena Dell'Omo del caffè «Leonardo» e Alice Hrustic: «Commercialmente e da bolzanine viene da considerare questa galleria come la vera zona di serie B del centro storico. L'architettura è vecchia e obsoleta, l'illuminazione troppo fioca e la pavimentazione vetusta e poco accattivante. Il passaggio c'è ma pochissimi sono quelli che si fermano per fare qualche acquisto o semplicemente prendere un caffè. La sensazione, però, è che né i privati né il pubblico abbiano voglia di investire per apportare migliorie significative in grado di durare a lungo nel tempo. È un peccato perché comunque il potenziale c'è e sarebbe importante». Galleria nella galleria, invece, è quella che ospita il Pulisecco «Wash&Clean» di Walter Bertagnolli, dove troviamo Evelyn Ferrari. «Per noi, se vogliamo, la visibilità è ancora più difficile da ottenere nascosti come siamo. Diciamo, però, che il vero punto di forza è la fidelizzazione dei nostri clienti. Certo che aumentare l'accessibilità sarebbe senz'altro un importante vantaggio. Noi commercianti, però, dobbiamo metterci il nostro entusiasmo perché talvolta sembriamo spenti e con scarso spirito d'iniziativa».
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