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giovedì 17 febbraio 2011

Manifestazione della Sasa Gli autisti: sul lavoro condizioni insostenibili


di Alan Conti
BOLZANO. «Un'azienda che non ascolta i suoi dipendenti e li mette costantemente in difficoltà: questa è la Sasa». E' un attacco frontale quello portato avanti da una rappresentanza di trenta autisti contro la municipalizzata del trasporto urbano. Orari e condizioni di lavoro insostenibili sono la causa a monte della protesta, mentre la dichiarazione di inidoneità alla guida è l'effetto a valle che, per un'autista, comporta gravi complicazioni di ricollocamento professionale. Abbonamenti gratuiti, tempi di percorrenza strettissimi, poca tutela di fronte alle lamentele, concertazione assente da un anno e buoni pasto irrisori completano un quadro di forte tensione all'interno dell'azienda di via Buozzi con i 300 autisti pronti a incrociare le braccia dopo aver proclamato lo stato di agitazione. «Abbiamo una spada di Damocle - spiega Benedetto Rarità, rappresentante Rsu interno alla Sasa e segretario provinciale Filt/Cgil - che ci pende sulla testa e porta il nome di inidoneità. Basta questa dichiarazione, infatti, per portare la Sasa ad aprire le procedure di licenziamento. Un nostro collega con 30 anni di servizio, per esempio, è stato messo in aspettativa al 50% con forti ricadute, chiaramente, sul profilo pensionistico. Chiediamo all'azienda che in questi casi si possa trovare delle soluzioni di reintegro dato che le opportunità, dalla manutenzione delle obliteratrici ai servizi, ci sono. Molto spesso, infatti, si tratta di inidoneità temporanee, dovute alle condizioni di stress in cui dobbiamo lavorare costantemente. Un primo passo sarebbe quello di aprire un dialogo con le Rsu che da un anno e mezzo chiediamo inutilmente». A raccontarci queste difficoltà ci pensano Marco Furlan, Hamdoune Hichem e Dina Folgarait: «I tempi di percorrenza sono davvero troppo stretti e non ci lasciano nemmeno il tempo di andare in bagno. Basta un minimo contrattempo, infatti, per andare fuori tabella e in ritardo. A questo aggiungiamo che la generosità pubblica degli abbonamenti gratuiti comporta un aumento dell'utenza poco controllato che crea ulteriori difficoltà. Se anziani e studenti, infatti, salgono sul mezzo per fare solo una fermata anziché camminare possono comportare un inutile attardarsi di tutta la linea. Non dimentichiamoci, inoltre, che quando non si arriva puntuali il giudizio della gente è implacabile e ci mettono poco ad accusare l'autista. Si instaura, quindi, un clima di lavoro stressante in cui, senza voler fare gli uccelli del malaugurio, si alza sensibilmente il livello di rischio di eventuali incidenti». Tra i trenta aderenti all'iniziativa di ieri mattina presenti pure i dipendenti di Merano e delle linee extraurbane. «C'è una certa difficoltà - spiega Claudio De Chiara, autista della tratta Bolzano-Merano - ad essere contemporaneamente controllori e guidatori quando si va fuori città. Il personale, però, non è abbastanza ampio e tutto questo, ovviamente, deriva da questa scelta aziendale». Persino pranzare è diventata questione delicata: «I buoni pasto - interviene Mario Merotto - sono stati cancellati a dicembre. Un'assurdità. Già prima la dotazione di 3,50 euro, a seconda del turno ed escluse le festività, era irrisoria, ma ora siamo arrivati al limite. Chiediamo ci venga riconosciuto il diritto di mangiare un boccone dignitoso». A preoccupare maggiormente, però, è sempre la dichiarazione di idoneità alla guida, come confermano Massimiliano Lorenzini, Dario Galeotti, Maurizio Lovat e Mirco Costantino: «Sembra una fissazione, ma bisogna comprendere che molto spesso è il nostro stesso lavoro ad usurarci e a mettere a rischio il posto e l'occupazione. E' come un gatto che si morde la coda. Stare sempre seduti senza avere il tempo di sgranchirsi al capolinea oppure lavorare costantemente sotto stress comporta delle reazioni sul fisico che danneggiano la nostra prestanza professionale e mettono in discussione esiti di esami fino a qualche anno fa scontati. Per come si sta comportando l'azienda, oltretutto, perdere l'idoneità significa perdere progressivamente lavoro e stipendio». Reinhold Höller torna a battere sulla carenza del personale «che costringe tutti noi ad alternarci costantemente nel ruolo di autisti e controllori senza un minimo di ordine». Presente alla piccola manifestazione anche Fabio Parricchini, segretario provinciale della Fiom: «Completa solidarietà agli autisti della Sasa. Ancora una volta la presunta risalita dalla crisi viene pagata dagli strati sociali più deboli e dalle categorie lavorative meno tutelate dalle aziende».
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