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venerdì 11 febbraio 2011

«Il tracciato della Sasa va cambiato»


BOLZANO. Affacciarsi sulla veranda ed essere colpiti in faccia ogni dieci minuti dallo sbuffo di scarico dell'autobus. L'esperienza non piace affatto ai residenti di Firmian che guardano con balconi e finestre lungo le strade del tragitto finale della linea 5 della Sasa diretto al capolinea di via Mozart. Un tracciato che per i residenti non è tollerabile ed è stato progettato male, tanto da concentrarsi in una raccolta firme fatta recapitare direttamente sulla scrivania dell'assessorato comunale alla mobilità. La controproposta è di spostare la fermata lungo via Resia, in attesa di ricevere lumi sulla possibile ubicazione definitiva nella costruenda piazzetta Montessori. Per ora, però, in via Mozart l'unico obiettivo raggiunto è l'installazione di una pensilina che a giorni dovrebbe essere conclusa. A denunciare per prima il disagio è Antonietta Lesti, residente in una casa in cooperativa di Firmian. «Tutti gli inquilini del piano terra affacciati sulla strada - spiega - hanno chiesto di poter chiudere le proprie terrazze perché la situazione è diventata insostenibile. Ogni dieci minuti arriva uno sbuffo di scappamento e non sempre si tratta di bus ecologici a metano. Sono circa sei l'ora, per un totale di più di una cinquantina di mezzi al giorno: troppi. Abbiamo chiesto alla Sasa di modificare il tracciato e spostare la fermata direttamente lungo via Resia, ma il direttore Felix Rampellotto ci ha risposto che malgrado le ripetute richieste, questa misura non è prevista dagli enti competenti». A spalleggiare le richieste dei residenti troviamo Franco Giacomazzi, consigliere circoscrizionale di Europa-Novacella in quota Lega Nord: «Capisco le necessità di chi abita qui perché mi rendo conto che si tratta di un problema reale. Avere tubi di scappamento e rumore costantemente sotto il naso non deve essere tanto piacevole». La strada angusta viene ripresa anche da Antonio Ria e Rita Orologio: «Via Don Sordo è un autentico budello, mentre via Mozart, a volte, può sembrare fin troppo larga. Calibrare al meglio le dimensioni, forse, era auspicabile in termini di progettazione. Evidentemente si è voluto sfruttare tutto il terreno edificabile badando meno alla qualità degli spostamenti. E' sufficiente, infatti, che entri il camion per la raccolta rifiuti per bloccare definitivamente il traffico senza via d'uscita. Considerando che questa operazione viene spesso fatta la mattina quando la gente va lavorare risulta evidente come si tratti di un problema sentito». Al capolinea del 5 incontriamo Enrico Vischi: «Quello che veramente da fastidio è che spesso gli autisti non spengono il motore durante la sosta. Si tratta di pochi minuti, è vero, ma se moltiplichiamo tutto per ogni corsa l'inquinamento e il fastidio diventano eccessivi. Sul tracciato non mi lamenterei più di tanto». Si smarca nettamente dal gruppo di protesta, invece, Patrizia Tosi: «Hanno idea di quanti bambini del rione sfruttano l'opportunità di avere una linea del bus così comoda? Non possiamo sempre metterci di traverso. Se c'è un appunto da fare, semmai, è relativo alla puntualità, ma sulla dislocazione del tracciato non alimenterei inutili polemiche». Chiude la discussione, da un'altra angolatura, il consigliere leghista della circoscrizione Don Bosco Tania Bergo: «Piuttosto che arrabbiarci sul percorso, dovremmo analizzare bene come stanno effettuando i lavori alla fermata. Benissimo che venga installata una pensilina, da molto tempo richiesta dai residenti, ma la si sta inserendo in uno spazio che non permetterà più il transito alle carrozzine dei disabili». (a.c.)

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