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lunedì 7 febbraio 2011
I baristi contro il regolamento per le slot
BOLZANO. Dispendioso e inapplicabile a livello tecnico con conseguenze diametralmente opposte rispetto alle intenzioni. Il giudizio di baristi ed esercenti sul documento comunale che regola l'offerta di slot machine e videopoker nei bar è globalmente negativo, anche se non mancano plausi parziali ad alcune delle misure adottate. L'obbligo di una sala dedicata alle slot, la videosorveglianza e i corsi di formazione per i gestori sono i punti principali del regolamento approvato in Consiglio comunale e sono gli stessi che preoccupano di più gli esercenti. Difficile, per alcuni, trovare lo spazio per una sala nuova o i soldi per installare la videocamera, così come il corso di formazione solleva molte perplessità. Isolare i giocatori, inoltre, viene considerata la condizione ideale per venire incontro ai malati del gioco: finalmente al riparo da sguardi indiscreti di cui, eventualmente, vergognarsi. La stessa modalità di comunicazione senza alcun preavviso, infine, ha contribuito a indispettire gli animi e in molti chiedono un confronto direttamente con l'assessore comunale Mauro Randi. «Lo diciamo subito - cominciano Heidi e Nadia Weissensteiner del bar "Resia" - noi piuttosto che "perdere" una sala per le slot preferiamo rinunciarci definitivamente. E' un peccato, certo, ma il Comune detta condizioni cui non possiamo sottostare per il guadagno, molto relativo, che ci garantiscono queste macchinette. L'incidenza globale non è così rilevante da presupporre un investimento tanto rilevante». Giuseppe Crocco e Lina Uva della pizzeria "Pronto e via" in viale Europa guardano direttamente alle conseguenze: «Se si vuole scoraggiare il gioco d'azzardo sistematico siamo fuori strada. In questo modo, infatti, eliminiamo completamente chi mette nella macchinetta il classico euro di resto e poi se ne va, ma facilitiamo psicologicamente il compito a chi spende montagne di quattrini e potrà finalmente farlo al riparo di sguardi indiscreti». Concorda anche il cliente Robert Comperini: «E' evidente che più si nascondono le slot e meglio è per chi si fa scrupoli». Abbastanza concorde con le misure comunali, invece, è Francesco Bianchi, titolare del bar "Romagnolo": «Un giro di vite era nell'aria e, fortunatamente, abbiamo già una saletta predisposta. Non ci aspettavamo, però, l'obbligo delle telecamere. Quello che scoccia, però, è che i bar con alimentari possono permettersene al massimo due, mentre le sale giochi, che ugualmente hanno il bancone interno, sono autorizzate a installarne quante ne vogliono». Tutto abbastanza pronto pure al bar "Warasin": «Il piano di sopra - spiega Rudy Warasin - è riservato alle slot. La conseguenza più evidente, comunque, sarà l'allontanamento di chi magari giocava il classico euro del resto, ma i patiti del gioco continueranno a venire senza farsi particolari problemi». Molto indispettito, al contrario, è Paolo Viale del bar "Sarah" di via Torino: «E' una vera idiozia. Finalmente chi si vergogna di giocare centinaia di euro in mezzo alla gente potrà essere protetto in disparte, mentre i ladri che attaccano i videopoker avranno almeno una sala isolata di riferimento. Non solo, ringraziamo il Comune che ci costringe a spendere per le videocamere, anche se dovremmo essere grati per l'organizzazione di corsi di formazione professionale gratis e per la pubblicazione della guida web sugli esercizi virtuosi. Ci muoveremo con Confesercenti per farci sentire ma, se lo desiderano in piazza Municipio, possiamo far finta di dimenticarci di tutte le sale gioco che hanno permesso di aprire in ogni quartiere». Qualche dubbio, nel frattempo, comincia a crescere anche tra i tabaccai: «Ci piacerebbe sapere - si chiedono Simone Manigrasso e Silvia Nössing dell'omonimo tabacchino - cosa dovremmo fare e se ci tocca rinunciare all'offerta delle slot. Per onestà, comunque, possiamo fare le cifre: il gestore guadagna da una slot il 5% lordo di ogni giocata, il che significa il 2% circa netto. Per ogni 1.000 euro inseriti nella macchinetta a noi ne tornano appena venti. Nulla sulle vincite. L'amministrazione, però, non può nascondere la testa sotto la sabbia: se uno si vuole rovinare, lo fa. Di nascosto o no». (a.c.)
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