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venerdì 18 febbraio 2011

Gli abitanti di Casanova: «Manca tutto e il Comune ci chiede ancora soldi»


+-di Alan Conti
zoom . BOLZANO. «Ci sembra di aver consegnato il bancomat alla cassa e non avere idea di quanto sarà il conto finale». È questa la sensazione di chi ha comperato la casa in coop a Casanova il giorno dopo le parole del sindaco Spagnolli che scarica parte dei costi di costruzione del canalone di servizio sulle spalle dei soci. «Abbiamo versato in anticipo un fondo per le infrastrutture di circa 15.000 euro a famiglia - dicono - e sembra che solo il canalone ci costerà tra i 1.000 ed i 2.000 euro. Vedremo. Ci hanno assicurato che i risparmi saranno comunque restituiti ma a dire il vero la nostra preoccupazione è che ci vengano a chiedere altro denaro. Stiamo pensando ai soldi che ci verranno a chiedere per il traliccio interrato e l'Iva dei terreni. «Abbiamo mo già pagato montagne di euro - lamenta Carmen Rombolà - e ora vogliono altro denaro. Il Comune ci prende in giro senza nemmeno lo scrupolo di farlo con discrezione. Ma come mai il sindaco parla solo delle coop e si dimentica dell'Ipes?». Sono i tempi ad infastidire di più. «Da quanto tempo sapevano di questo canalone?» chiede Sabrina Burato. «Perché ce ne parlano solo adesso quando abbiamo già pagato 15.000 euro per le infrastrutture con l'accordo che ci venisse restituito quanto fosse avanzato? E poi il canalone è stato realizzato nell'interesse pubblico e sembra che porti benefici solo al Consorzio ed alle coop». Roberto De Santis sposta il proprio disappunto su quello che ancora manca nel rione. «Siamo abbandonati senza negozi né servizi e ancora vengono a dirci che dobbiamo pagare per dei lavori comunali. Stiamo davvero rasentando il ridicolo nell'amministrazione cittadina. Ci vorrebbe una farmacia, per esempio, ma ormai per fare qualsiasi cosa siamo costretti a spostarci come minimo in via Resia». Mendar Isufai si allinea: «Siamo arrivati da poco, ma quello che stupisce è l'assoluta mancanza di considerazione del Comune che dovrebbe tutelarci». Marco Bergamasco lascia trasparire una notevole amarezza. «Curioso che vengano chiamate infrastrutture "primarie" perché francamente ce ne sarebbero molte altre ancora da consegnare. La scuola, i negozi, la farmacia, la stazione o la ciclabile fino a Firmian sono solo degli esempi di quello che stiamo aspettando da tempo senza riscontro. Quando invece ci sono nuove spese da coprire, il Comune si fa sentire. Il sindaco, inoltre, mostra i muscoli consigliandoci di non ricorrere a vie legali, ma è fin troppo facile parlare da una posizione di forza e non farsi mai vedere su queste strade per discutere con noi di quello di cui abbiamo bisogno». Raffaella Mattivi spinge il passeggino scuotendo la testa: «Chiedono soldi e ancora non sappiamo con esattezza quanto ci verrà a costare questa casa. Forse non è poi tanto conveniente appoggiarsi alle coop. Inutile, infine, continuare a sottolineare come qui manchi tutto». Siluri alla coop arrivano pure da Paola Lorandini. «Ci avevano garantito che saremmo andati a vivere in alloggi Casaclima A che ci avrebbero fatto risparmiare sensibilmente. Bene, abbiamo problemi di ventilazione e le spese, in un anno e mezzo, non sono affatto calate». Franco Simoni, una delle anime del comitato di residenti, è chiaro: «Sapevamo che alla fine avremmo dovuto pagare il canalone. Si parla di una quota intorno a 1.600 euro e a questo punto dovremmo mettercela via. Ora, però, sul traliccio interrato e l'Iva dei terreni siamo pronti a non arretrare di un centimetro: il Comune non ha il diritto di approfittare della nostra situazione. In pochi vogliono le barriere antirumore per il treno e rischiano di pagarle in pochi senza considerare che in viale Trento le pagherà la Provincia».
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