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giovedì 12 maggio 2011

Gli abitanti protestano: «Il conto di Casanova continua ad aumentare»


di Alan Conti
zoom

BOLZANO. Prima la conversione di parte del lotto C poi la comunicazione ufficiale del pagamento del canalone di servizio a carico dei soci delle cooperative. Il dialogo tra Comune e residenti a Casanova non è mai stato così negativo come in questo periodo e il malumore continua a serpeggiare. La mancanza di servizi, la sensazione di abbandono dalle istituzioni e dalle stesse cooperative sono le molle più forti del malcontento che adesso deve fare i conti con una spesa aggiuntiva di circa 900 euro a famiglia. Il capitolo di spesa del canalone non dovrebbe gravare improvviso sulle tasche degli abitanti, dato che quasi tutti hanno consegnato alle cooperative un fondo di investimenti cospicuo. Ciò non toglie, però, che la cifra verrà comunque decurtata e adesso c'è chi sull'altro piatto della bilancia, quello delle spese comunali, vorrebbe mettere il traliccio interrato. In generale, però, continua a infastidire la sensazione di aver investito su un progetto che la carta prometteva diverso rispetto alla realtà. «La scelta di Casanova - interviene Massimiliano Espen - è quantomeno discutibile perché i preventivi di spesa andavano fatti prima in modo più chiaro. Il Comune, comunque, spero si renda conto delle mancanze di un rione che chiede farmacia, latteria o qualsiasi attività possa contribuire alla vita sociale. Altre case? Forse ne abbiamo abbastanza anche se bisogna essere onesti e dire che le abitazioni sono di buona qualità». «La prima preoccupazione - riprende Ida Braito - deve necessariamente essere il rilancio sociale e logistico di Casanova. Poi, semmai, possiamo metterci a ragionare sulle spese del canalone». Antonio Selce, dal canto suo, è stato preso in contropiede dalla nuova spesa aggiuntiva: «Sto cercando di capire meglio quello che sta succedendo, anche rispetto alle somme che abbiamo già anticipato alle cooperative per i pagamenti delle infrastrutture. E' evidente che non possiamo ritenerci soddisfatti di come stanno procedendo le cose e della discrepanza che si riscontra tra progetti e realtà. Speriamo, comunque, di poter contare in un futuro non troppo lontano su di una ferrovia, negozi e servizi migliori». Franca Bradian, dal canto suo, spiega un'altra abitudine diffusa tra i residenti del rione: «La maggior parte di noi sviluppa la propria vita sociale in altre zone della città. Si va vicino al posto di lavoro oppure alla scuola, ma il vero salto di qualità per Casanova sarebbe proprio quello di riuscire a trattenere le persone. Le continue bagarre con il Comune e la stessa spartizione dei costi delle infrastrutture non stanno aiutando il clima per un cambiamento in questo senso». C'è, ed è quasi un record, chi già pensa a trasferirsi: «Sto valutando l'opportunità di vendere case e andarmene - ammette Cristina Finelli - perché davvero cominciano a essere troppe le negatività. I 900 euro che ci chiedono potrebbero essere la goccia che fa traboccare un vaso stracolmo di un investimento fatto su un prodotto che le cooperative hanno venduto come diverso. La tanto decantata struttura di Casaclima e l'architettura dei condomini che vengono a vedere da tutta Europa, per esempio, non sono in grado di garantire l'isolamento di un semplice appartamento dai rumori. Si è parlato molto di risparmio energetico e adattamento climatico degli edifici, ma noi tutti questi vantaggi, francamente, non li abbiamo ancora percepiti. Sono tanti, inoltre, i difetti che le coop faticano a correggere, quindi oltre ad essere particolarmente accondiscendenti con il Comune a ridosso della discussione sul lotto C dovrebbero tutelarci di più». Torna sulla questione del canalone Gianluca Battisti. «Un contratto è un contratto e davvero non capisco il non voler pagare da parte del Comune. Mi sembrerebbe corretto, a questo punto, che se il canale di collegamento venisse pagato dalle famiglie, allora l'amministrazione pubblica dovrebbe farsi carico dell'interramento del traliccio. Se per questioni legali o normative non possono pagare ciò che avevano firmato, infatti, almeno saldino le voci alla loro portata. Sul lotto C, invece, bisogna battere con più convinzione la strada degli uffici, anche coinvolgendo la Provincia fosse necessario. Solo così possiamo attrarre bolzanini da fuori e rendere la zona appetibile per eventuali bar, edicole o tabacchini». La notizia del nostro giornale sul pagamento del canalone, intanto, è ripresa su facebook nella pagina dedicata a un condominio di Casanova accendendo un forte dibattito. «Quasi quasi chiedo al Comune le chiavi di accesso al tunnel - scrive Adriano De Giglio - ma, scherzi a parte, non possiamo che essere molto arrabbiati con l'amministrazione e le coop. Ora verificheremo se questa spesa dovrà addirittura incidere su un extra rispetto al monte infrastrutture accantonato».

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