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martedì 10 maggio 2011
Le ciclabili pericolose I bolzanini segnalano Corso Libertà e via Roma
09 maggio 2011 — pagina 11 sezione: Cronaca
BOLZANO. Bolzano città a misura di bicicletta, a patto di non transitare in alcuni punti particolarmente pericolosi. Le riflessioni dei bolzanini che hanno partecipato nei giorni scorsi all’iniziativa “Giretto d’Italia” disegnano la mappa dei rischi della città per le due ruote. Partendo tutti dal presupposto di una rete ciclabile comunque invidiabile, ecco che Corso Libertà, via Roma, l’incrocio tra via Dante e via Cassa di Risparmio oppure via Leonardo Da Vinci emergono come macchie su un bel disegno. Promiscuità con i pedoni, ristrettezza delle carreggiate e la poca visibilità i motivi di inquietudine più evidente per chi decide di spostarsi sopra un sellino. Gli ultimi dati, oltretutto, fissano al 29% gli spostamenti interni effettuati con la bici. Bolzano, quindi, è l’unica realtà italiana dove i transiti ciclabili complessivi superano quelli degli automobilisti e il concetto di viabilità cittadina, quindi, va necessariamente allargato anche a chi si muove a ruote dimezzate.
Marco Tavernar è ciclista incallito e parla della situazione bolzanina con cognizione di causa. «Ci sono punti della città dove la larghezza delle carreggiate non è sufficiente. Facile pensare a via Roma oppure a Corso Libertà, ma pure molti tratti in prossimità dei fiumi non consentono un transito adeguato. Andrebbero controllati di più, inoltre, quelli che sfrecciano a velocità pazza con la bici da corsa convinti di trovarsi in pista e incuranti di tutti gli altri». Karl Berger torna a valutare la situazione critica di via Roma «ridotta ormai a una gimkana di poco senso. Sopratutto in prossimità della fermata del bus davanti all’Eurospar la situazione è ancora caotica con un percorso promiscuo discutibile e le troppe bici che ancora transitano a ridosso della corsia della Sasa». Serena Motta è volontaria di Legambiente e alle due ruote presta un occhio di riguardo: «Molto spesso il vero problema è la scarsa visibilità per il ciclista. Pensiamo solo all’incrocio tra via Dante e via Cassa di Risparmio dove i manifesti del Museion ostruiscono la visuale. Ci sono punti, inoltre, in cui paradossalmente a mettere in difficoltà la viabilità è lo stesso Comune con l’affissione di gazebo o cartelli ingombranti. La stessa potatura delle piante lungo le ciclabili è fondamentale per chi frequenta le piste che corrono al fianco dei fiumi: se non è fatta con cura, infatti, basta un attimo per “pizzicarci” il manubrio». L’amica Cinzia Flaim punta il dito su via Leonardo Da Vinci «dove la promiscuità tra bici e pedoni crea confusione generando pericolosi avvicinamenti o contatti. Nelle corsie particolarmente strette, invece, il timore è sempre rivolto a chi, inavvertitamente, potrebbe aprire la portiera della macchina». Pierpaolo Dalla Vecchia e Albert Armani provano a dipingere un quadro riassuntivo: «Corso Libertà è senza dubbio un punto estremamente delicato, ma non dimentichiamoci alcuni incroci pericolosi e la situazione di via Roma quantomeno discutibile. Non sempre, inoltre, si riesce a trovare la giusta formula di coesistenza tra pedoni e ciclisti».
Giuseppe Saluzzi lancia una proposta impegnativa. «Posto che la situazione di Bolzano è certamente al di sopra di molte realtà europee, ritengo che il vero salto di qualità possa arrivare unicamente dalla realizzazione di alcuni sottopassaggi fondamentali. Penso, per esempio a via Rosmini dove sbuca la ciclabile o in cima a via San Quirino presso l’incrocio che anni fa fu teatro di una tragedia che colpì proprio un ciclista. Spesso, comunque, le bici sono costrette a muoversi vicino a carreggiate dove le auto sfrecciano davvero a velocità troppo sostenute. Vedremo, il prossimo anno, la novità di via Claudia Augusta». Gino Cicaleggi: «E’ mai possibile che una città che non trova una soluzione a un affronto come via della Vigna possa contestualmente partecipare a un’iniziativa che premia il migliore comune d’Italia per le due ruote? Mi sembra un paradosso».
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Alan Conti
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