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domenica 29 maggio 2011

La fontana dei legionari: via libera al recupero dopo 36 anni di abbandono


BOLZANO. Dopo 36 anni di abbandono la fontana dei Legionari verrà risanata e rimessa in funzione. La giunta comunale ha accolto la richiesta dei consiglieri di Unitalia Gianfranco Piccolin e Luigi Schiatti che si sono fatti interpreti di una richiesta arrivata più volte, nel corso degli anni, dagli abitanti della zona. È una storia fatta di picchi, in alto e in basso, quella della fontana dei Legionari che dal 1936 si pone come entrata trionfale del parco Petrarca sul lato di via Diaz. Per sintetizzare la vita di quest'opera dell'architettura razionalista di Guido Pelizzari è sufficiente citare un dato: tra i bolzanini con meno di 37 anni la stragrande maggioranza ne ignora il nome o l'esistenza. La totalità, invece, non ha idea di che effetto faccia vederla in funzione. L'età, chiaramente, non è casuale dato che dal 1975 la fontana è abbandonata fino ai recenti crolli che ne hanno definitivamente certificato lo stato di relitto. Ora, però, dopo decenni scanditi da petizioni degli abitanti della zona e da mozioni presentate in consiglio comunale e rispedite al mittente, sembra ci si avvii verso il risanamento di un simbolo della Bolzano di epoca piacentina. La giunta ha dato il via libera al progetto di recupero, promosso dai consiglieri di Unitalia Luigi Schiatti e Gianfranco Piccolin, che prevede un intervento di 40.000 euro per la nuova impermeabilizzazione delle vasche e l'installazione di un percorso di ricircolo dell'acqua utilizzata per la fontana. In tutto i lavori costeranno 111 mila euro. «Dopo tanti anni - spiegano - siamo riusciti a muovere il dinosauro comunale, ma c'è voluto persino l'omissione del nome all'interno della mozione. Per quanto, infatti, nell'architettura non vi sia nulla che richiami al periodo fascista la semplice dicitura "dei legionari" ha destato per decenni resistenze». Proprio intorno al nome, infatti, c'è un po' di confusione dato che in qualche documento compare il riferimento "fontana delle legioni" o "fontana del legionario". «Gli uffici del Comune - continua Piccoli - hanno confermato la dicitura ufficiale "dei legionari"». La fontana non funziona più dagli anni '70, perché l'acqua fluente era fluviale ed entrava e usciva in direzione dei corsi d'acqua attraverso dei canali sotterranei. Questo tipo di irrigazione comporta un alto tasso di impurità e danneggia gli impianti. «Ci sono voluti più di 30 anni, ma adesso provvederemo con un'impermeabilizzazione moderna con guaine di bitume e un circolo chiuso d'acqua che non preveda più l'utilizzo del fiume. Non solo, il perimetro che negli anni è crollato sarà logicamente riportato all'antica conformazione. Fanno sorridere i continui rinvii con riferimento a un generico rischio di tuffi da parte dei passanti». In realtà, la fontana era finita nell'elenco dei "relitti" fascisti che era meglio far finita non esistessero più. Polemiche politiche a parte, l'importanza storica della fontana dei Legionari si lega a doppio filo allo sviluppo razionalista di Bolzano nel primo dopoguerra. A fronte dell'esplosione produttiva di Marcello Piacentini, infatti, l'ossatura architettonica di quel periodo venne affidata anche alle mani di altri professionisti molto conosciuti come, appunto, Guido Pelizzari. È suo, per esempio, l'ex Istituto Magistrale che oggi ospita il liceo classico "Carducci" in via Longon (1938), così come la chiesa di Cristo Re ('38-'39) e quella di Don Bosco ('41-'47). La fontana di via Diaz, però, risale al 1936 con inaugurazione ufficiale datata 20 dicembre 1936, alla presenza del ministro delle comunicazioni Stefano Benni. Quel giorno è nato simbolicamente il quartiere Littorio e viene inaugurata la zona industriale. (a.c)
28 maggio 2011

2 commenti:

  1. Rivederla in funzione sarà spettacolare.Ad ogni modo era e rimane pur nella sua semplicita un opera piacevole e di grande sensibilità stilistica oltre che un bell' esempio di arte cd. razionalista.In un certo qual modo son contento anche per questa rivalutazione di Pelizzari.

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