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venerdì 27 maggio 2011

La parrucchiera che sfida i saloni cinesi: «Apro accanto e li batto con la qualità»


BOLZANO. Sfida a Chinatown. Elena Barbierato, una delle parrucchiere bolzanine più conosciute ha deciso di aprire il suo nuovo salone in Dalmazia. Attaccata ai due esercizi cinesi che praticano i prezzi più bassi in città. «L'arrivo della concorrenza cinese nel nostro campo ci ha dato uno scossone - dice - è una sfida che non mi fa paura. La qualità non s'improvvisa». Elena Barbierato lavora con pettini e forbici da 25 anni. Domani si appresta a inaugurare un nuovo salone che assume una valenza simbolica. Il nuovo "Elena Hair", infatti, aprirà i battenti in quella via Dalmazia che è stato primo approdo dei saloni cinesi e oggi conta due parrucchieri asiatici. Spostandosi da via Milano dove lavorava in precedenza, Elena tenta il contropiede in campo avverso. Che si tratti di un'apertura piuttosto significativa lo testimonia anche l'appoggio esplicito del presidente della Cna Claudio Corrarati. Oltre a rappresentare un avamposto di confronto con l'attività cinese, infatti, il salone vicino al teatro Cristallo è frutto di un restauro impattante affidato completamente ad aziende locali: una scelta fatta per valorizzare il lavoro altoatesino con risultati all'apparenza convincenti. «Lo sappiamo che la nostra apertura viene seguita nell'ambiente con una certa curiosità», ammette Barbierato. Non è un mistero che l'arrivo degli occhi a mandorla dietro ai caschi della messa in piega ha messo in allarme tutto il settore, con prese di posizione molto dure delle organizzazioni di categoria. «Uno scossone in parte inaspettato - ammette Barbierato - che ci ha costretti a una riflessione sulla nostra competitività, ma anche sul valore che viene dato alla professionalità». Si è parlato di decadimento qualitativo dovuto al ribasso dei prezzi low-cost. «A dar fastidio - sottolinea Barbierato - è l'idea che chi fino a qualche settimana prima faceva tutt'altro, possa improvvisarsi parrucchiere. È vero che è previsto un tutor di sostegno, ma la sensazione di una sottovalutazione del fattore esperienza c'è stata». Il verdetto, però, può emetterlo solamente la clientela: «Certo e, al netto di un movimento naturale generato dalla curiosità e dalle fisiologiche oscillazioni del mercato, possiamo dire di aver mantenuto alti livelli di fidelizzazione che contiamo di mantenere e implementare anche dopo il trasloco». La risposta all'avanzata cinese servita "a caldo" da molti colleghi è stata quella di puntare tutto su una qualità irraggiungibile per chi lavora sui grandi numeri. «È molto importante distinguersi in qualche modo e non a caso con il mio staff offriremo la possibilità di una consulenza approfondita prima del taglio e l'uso di prodotti selezionati». Ad aiutare Elena ci saranno Carmen Rombolà, Anna Bergamasco, Giamaica Galli, Astrid Timpfler, Susanna Gentile e il marito Roberto Lazzarini. «Avere la capacità di investire - spiega quest'ultimo - è un motivo di coraggio per tutta la categoria. La scelta di affidare la restaurazione dei locali solo a imprese altoatesine c'è sembrato un segnale in più. In fondo, si può dire che un prodotto totalmente autoctono prova a mettersi in gioco a pochi metri dal fenomeno dei parrucchieri cinesi». Claudio Corrarati, presidente della Cna appoggia in pieno la sfida: «Non va nascosto l'orgoglio di aver fatto la nostra parte per un settore, quello dei parrucchieri, che sta vivendo un momento delicato. L'immediatezza del confronto con i cinesi è inevitabile, ma puntare sulla qualità è la strada per rimanere competitivi». (a.c.)
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