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lunedì 27 giugno 2011

Franceschini: nelle scuole italiane e tedesche il modello ladino non va


di Alan Conti
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BOLZANO. Il modello scolastico di Gardena e Badia non è trasferibile a tedeschi e italiani. «Perché il ladino viene usato come lingua ponte solo 2-3 ore a settimana e gli altri gruppi non sarebbero disposti a relegare in secondo piano la propria madrelingua». Così Rita Franceschini, docente alla Lub ed ex rettore dell'ateneo. Sono proseguite ieri le audizioni in consiglio provinciale all'interno della commissione speciale per la seconda lingua. Rita Franceschini ha parlato dello sviluppo delle conoscenze della seconda lingua in Alto Adige dal punto di vista dell'università, facendo riferimento alle attività del centro linguistico dell'ateneo, che ha concluso di recente degli studi dai quali emerge che, per i progetti di approfondimento delle lingue nelle scuole, c'è bisogno di migliorare la formazione degli insegnanti, anche per affrontare le nuove lingue di immigrazione (e la Lub vi sta lavorando), di un piano differenziato per le città e le valli, dell'integrazione scuola/tempo libero. Importante è comunque definire una visione di società futura, a cui adeguare il piano scolastico. Franceschini ha poi invitato a promuovere le lingue per creare la comunità e sottolineato i maggiori successi del gruppo linguistico tedesco nella seconda lingua. L'atteggiamento degli insegnanti disponibili verso la madrelingua dell'alunno è importante per questi, e gli studi dimostrano che lezioni di seconda lingua puramente monolingui non funzionano. Secondo Goethe, se si parla un'altra lingua si può imparare molto della propria, ha riferito Franceschini. Poi lo sguardo al sistema delle scuole ladine che «funziona secondo la legge dei vasi comunicanti: tale modello scolastico si fonda su docenti formati a livello universitario che utilizzano il ladino come lingua ponte, usata solo 2 o 3 ore a settimana e non è quindi trasferibile, perché gli altri gruppi non sarebbero disposti a relegare in secondo piano la propria madrelingua». Franceschini ha poi fatto vedere delle radiografie del cervello che dimostrano come l'apprendimento della seconda lingua in tenera età coinvolga in una zona diversa del cervello rispetto a quello coinvolto imparando la lingua più avanti negli anni. Per l'apprendimento linguistico è importante anche l'aspetto extra-scolastico, e i progetti in cui la lingua non sta al centro, ma viene appresa tramite azioni concrete, sono molto importanti, così come la formazione all'estero. In provincia bisognerebbe puntare almeno a un apprendimento che permetta a ciascuno di parlare la propria lingua, comprendendosi a vicenda: le paure della minoranza di perdere la propria lingua sono comprensibili ma non fondate, «semmai è nel dialetto che vengono introdotti elementi italiani», ha detto Franceschini, invitando a intervenire a Bolzano, dove il tedesco è troppo poco parlato. L'ex rettore ha proposto anche un modello di insegnante di L2 che conosca la lingua dell'alunno, e chiesto di ammettere insegnanti di italiano come L2 anche se germanofoni, perché questo li avvicina agli alunni. Conclusione? «La popolazione è più avanti di quanto si pensi».
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