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lunedì 27 giugno 2011
La scuola: «Potenziare il tedesco»
25 giugno 2011 — pagina 03 sezione: Cronaca
BOLZANO. Potenziamento dell’insegnamento veicolare, docenti da formare e affinare, aumento sistematico degli scambi e un esame del patentino da rivedere. È stata una radiografia accurata del bilinguismo in Alto Adige quella proposta ieri in consiglio provinciale da esperti e professionisti di scuola e istituzioni alla commissione speciale per l’apprendimento della seconda lingua. Dalla scuola al mondo del lavoro, insomma, il concetto di L2 è stato sviscerato in tutte le sue sfaccettature con ovvie attenzioni all’aspetto dell’insegnamento. In apertura dei lavori la presidente della commissione Martha Stocker (Svp) ha sottolineato l’importanza di «raccogliere le nuove sfide proposte della società cercando una strada che porti a un bilinguismo effettivo con salvaguardia della propria madrelingua».
I cambiamenti, anche di atteggiamento, portati avanti dalla scuola italiana sono stati sintetizzati dal direttore di Ripartizione all’Intendenza italiana Ivan Eccli: «È cresciuta moltissimo la motivazione delle famiglie che si sono tradotte, nell’aspetto pratico, in un aumento nel monte ore dell’insegnamento di tedesco e nel forte utilizzo del metodo veicolare. Nel futuro, comunque, svilupperemo pure scambi, gemellaggi, esperienze all’estero ed extrascuola. Va fatto un ragionamento, infine, sulla formazione specifica universitaria dei docenti, anche perché i ragazzi delle sperimentazioni crescono». In rappresentanza delle tanto discusse classi bilingui della scuola primaria italiana è intervenuta la dirigente dell’Istituto Comprensivo Gries I Marina Degasperi che davanti alla commissione ha sottolineato come «i risultati Invalsi sostenuti dalle sezioni ad insegnamento bilingue e biculturale siano uguali, se non migliori, di quelli dei coetanei. Le materie oggetto di didattica veicolare, quindi, non pagano alcun dazio in termini nozionistici al sistema Clil. Non solo, una delle grandi vittorie di questa sperimentazione è l’approccio di uguale dignità che viene riconosciuto da genitori e studenti all’insegnante di seconda lingua: sembra un dettaglio, ma non lo è affatto». L’ispettore di italiano Marco Mariani si sofferma invece sull’effettiva convinzione della scuola tedesca nel percorrere la strada del Clil. In molti chiedono più intraprendenza: «In realtà esperienze simili esistono anche nell’Intendenza tedesca, pensiamo solo alle normative nazionali in lingua italiana che vengono affrontate nei vari istituti tecnici superiori. Da sempre buona parte di queste materie sono veicolari. La volontà di sistematizzare gli scambi tra alunni, invece, è da demandare all’autonomia singola di ogni scuola, senza invadere troppo questa libertà. Bisogna, però, considerare una verità: non è vero che la scuola tedesca è più statica rispetto a quella italiana perché gli scambi e i gemellaggi, per ovvie ragioni logiche, sono lo stesso numero in una e nell’altra istituzione».
La panoramica della scuola tedesca, comunque, è stata affidata all’Intendente tedesco Peter Höllrigl, particolarmente attento alla situazione degli insegnanti di italiano «di cui continuiamo a soffrire una mancanza importante e una certa difficoltà nella continuità didattica. Non solo, molti docenti arrivano al di fuori dalla Provincia, quindi lavoriamo molto sulla trasmissione dell’esperienza da parte dei colleghi e la formazione specifica». Il direttore generale di “Alpha Beta Picadilly” Aldo Mazza punta il dito sulla necessità «di disporre di sistemi di monitoraggio che siano comparabili nel tempo. Lo studio Colipsi presentati nei mesi scorsi dall’Eurac, infatti, ha fissato un momento importante, ma ora si sente il bisogno di studi che possano essere riproducibili nel tempo». Le motivazioni d’apprendimento, infine, sono al centro dell’intervento della ricercatrice dell’Istituto di comunicazione sul plurilinguismo dell’Accademia Europea Chiara Vettori: «Troppo spesso i ragazzi della nostra provincia affrontano la seconda lingua per semplici motivi utilitaristici legati, per esempio, al conseguimento della certificazione. Comprendere e stimolare la ricchezza linguistica oltre ai suoi aspetti di solo aiuto nel mercato del lavoro porrebbe portare a dei vantaggi».
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Alan Conti
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