L’obiettivo è quello di arrivarci ai playoff e non più di vincerli. E’ questo, se vogliamo, l’unico aspetto poco emozionante dell’avventura internazionale che l’hockey Bolzano si appresta ad affrontare in Ebel, il campionato transfrontaliero che porterà i biancorossi in Austria, Slovenia, Ungheria e Repubblica Ceca. I Foxes, dunque, ci sono e domani alle 17.30 a Innsbruck tagliano il nastro a quella Ebel che hanno a lungo sognato e che ora li vedono in lizza insieme ad altre undici avversarie. Chiariamo subito: arrivare alla post season non sarà affatto facile perché i calibri sono da peso massimo e il titolo sarà affare tra Klagenfurt, Vienna ,forse Graz e Lins: insomma, cosa austriaca. Il Bolzano, con il discutissimo marchio Suedtirol sulla maglia, dovrà levarsi la giacca e sfoderare la canotta da cantiere per strappare con i denti un posto nei playoff al best of five.
“Nelle presentazioni degli anni passati – spiega il presidente Hcb Dieter Knoll – abbiamo sempre puntato minimo alle semifinali, ora cambia tutto. Anzitutto dobbiamo integrarci perfettamente a livello organizzativo sperando di fare bella figura anche a livello di risultati. Possiamo puntare ai playoff, ma non dimentichiamoci che tutte le squadre all’esordio in Ebel sono arrivate ultime. Qui ci troviamo di fronte a tutta un’altra velocità, tutta un’altra intensità: l’intero campionato gira a quattro linee e non a tre come accade in Italia. Il marchio Suedtirol? E’ un discorso puramente commerciale e promozionale: rivolgendosi a un pubblico tedesco è meglio così, in ogni caso Alto Adige sarà presente sulle maniche e la denominazione rimarrà Hockey Club Bolzano”. Come arriva, però, a livello di roster il Bolzano a questa avventura? In linea con quelli che sono i traguardi possibili. Goalie affidabili come Hübl e Hell, terzini tra sicurezze come Egger, Charlebois, Miglioranzi e possibili sorprese come Pichè mentre in attacco rosa abbastanza profonda con punte d’eccellenza all’indirizzo Beaudoin, Sharp, Stroemberg,Withfield oSchofield, vecchi draghi dei ghiacci come Zisser e la solita infornata di giovani promesse tra Gander, Insam e Wunderer passando per il baby Frank. Manca ancora qualche tassello che potrebbe arrivare dopo la fine dei camp Nhl, anche se probabilmente non sarà del livello della lega nordamericana. Tutto, intanto, è parametrato alle stecche avversarie che ha sempre conosciuto il Bolzano. Ora, però, cambia la storia.
Alan Conti“Nelle presentazioni degli anni passati – spiega il presidente Hcb Dieter Knoll – abbiamo sempre puntato minimo alle semifinali, ora cambia tutto. Anzitutto dobbiamo integrarci perfettamente a livello organizzativo sperando di fare bella figura anche a livello di risultati. Possiamo puntare ai playoff, ma non dimentichiamoci che tutte le squadre all’esordio in Ebel sono arrivate ultime. Qui ci troviamo di fronte a tutta un’altra velocità, tutta un’altra intensità: l’intero campionato gira a quattro linee e non a tre come accade in Italia. Il marchio Suedtirol? E’ un discorso puramente commerciale e promozionale: rivolgendosi a un pubblico tedesco è meglio così, in ogni caso Alto Adige sarà presente sulle maniche e la denominazione rimarrà Hockey Club Bolzano”. Come arriva, però, a livello di roster il Bolzano a questa avventura? In linea con quelli che sono i traguardi possibili. Goalie affidabili come Hübl e Hell, terzini tra sicurezze come Egger, Charlebois, Miglioranzi e possibili sorprese come Pichè mentre in attacco rosa abbastanza profonda con punte d’eccellenza all’indirizzo Beaudoin, Sharp, Stroemberg,Withfield oSchofield, vecchi draghi dei ghiacci come Zisser e la solita infornata di giovani promesse tra Gander, Insam e Wunderer passando per il baby Frank. Manca ancora qualche tassello che potrebbe arrivare dopo la fine dei camp Nhl, anche se probabilmente non sarà del livello della lega nordamericana. Tutto, intanto, è parametrato alle stecche avversarie che ha sempre conosciuto il Bolzano. Ora, però, cambia la storia.
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