“Essere amico degli zingari non è insulto e come tale non intendevo chiedere né avevo bisogno della solidarietà dei compagni di giunta cui non ho nulla da rimproverare”. Dopo gli episodi riportati dal quotidiano “Alto Adige” e relativi a un post su Facebook è sempre sul social network che l’assessore ai lavori pubblici Luigi Gallo riporta alcune precisazioni non di poco conto. Non si sente insultato e lo scrive chiaro e tondo: “Non mi sento minimamente minacciato e non era mia intenzione richiedere appoggio. Volevo solo stimolare un riflessione su quanto ribolle in pancia nella nostra città in un momento in cui la crisi economica e culturale può generare brutti mostri. Non ho nulla da rimproverare a colleghe e colleghi a cui mi legano amicizia e stima”. La solidarietà, in ogni caso, arriva e dopo la discutibile uscita del segretario provinciale del Pd Antonio Frena arriva il tweet del sindaco Luigi Spagnolli: "Io sono amico degli zingari e di molte altre persone. Essere amici è un vanto. Io sto con Luigi Gallo". Sulla questione è intervenuto anche Radames Gabrielli che della diffusione della cultura sinta ne ha fatto una missione. “Non si può considerare il termine ‘amico degli zingari’ come un insulto, ma la parola zingaro è per noi insultante. Questa gente istiga alla discriminazione razziale dimenticando che noi siamo bolzanini da tre generazioni e ci sentiamo cittadini a tutti gli effetti, quindi è normale che il nostro Comune ci aiuti. Noi andiamo a votare come tutti gli altri”. Sostegno anche da Angelo Gennaccaro: “Ho incontrato, invece, una persona che mi ha parlato di Gallo in termini entusiastici”, mentre il segretario provinciale della Cils Michele Buonerba circoscrive le cause alla crisi economica che “amplifica il livore. E’ il momento di attuare politiche anticicliche”. Insomma il gioco è tutto sulle parole, ma attenzione perché si gioca con il fuoco.
Alan Conti
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