L’hanno raccontata molte volte, una ogni anni eppure l’eccidio del Mignone continua a essere una delle pagine più brutte e drammatiche della storia della città. E’ l’alba del 12 settembre del 1944 quando un gruppo di militari tedeschi, supportati da guardie ucraine del lager di via Resia, uccide 23 giovani uomini, militari, all’interno della caserma Mignone e seppellendoli in una fossa comune. Erano ragazzi addestrati in Puglia che decisero di lottare per il Regno del Sud, catturati in giro per l’Italia settentrionale e centrale durante alcune missioni clandestine. Prima del lager erano passati per le carceri veronesi . Nel giugno 1945 i corpi furono riesumati, ma fu impossibile dare ai resti un’identità precisa così si optò, giocoforza, per la sepoltura e la lapide comune. Una ferita in più nel dramma che, però, permette ogni anno di ricordare quanto in basso si può cadere e non importa da quale altezza si cade. (a.c.)
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