Cerca nel blog
mercoledì 10 novembre 2010
Il disagio di Viale Europa: «Ridotti a un dormitorio solo bar e videopoker»
BOLZANO. «Hanno ammassato le case popolari e poi intorno hanno lasciato il vuoto». Quello che sembra un discorso buono per i residenti di Casanova diventa, a sorpresa, un refrain di chi abita o lavora in viale Europa: una strada storica della Bolzano popolare. Scarsa illuminazione, impoverimento dell'offerta commerciale, eccessiva presenza di bar cinesi e videopoker, poca voglia delle amministrazioni di creare punti di aggregazione, passaggio limitato al transito del traffico e l'onnipresente fame di parcheggio: ecco il rosario che viene sgranato da chi frequenta la zona quotidianamente. Non manca anche chi si ritiene soddisfatto del rione, ma in generale si chiede più considerazione per quella che è una porzione di città a forte impronta residenziale. L'etichetta di dormitorio, insomma, non sembra piacere a nessuno e lo scarto di considerazione rispetto ad altri quartieri come il Centro storico viene riproposto in continuazione. Marchetto Ivone offre una riflessione sullo stato dei parcheggi lungo la strada. «Sono troppo pochi e penalizzano sia i residenti sia i commercianti. E' molto difficile che qualcuno venga qua da altri quartieri solo per farsi un giro: piuttosto che impazzire nella ricerca di un posto preferisce starsene a casa. Tutto questo, comunque, accade perché i possessori di garage troppo spesso lasciano il veicolo in strada: sarebbe necessario attivare una forma di controllo per questi atteggiamenti, altrimenti diventa quasi comico mettersi a parlare di parking interrati. I negozi, infine, non sono tantissimi e personalmente aspetto il martedì e il giovedì quando arriva il mercato per rifornirmi». Uno dei pochi commercianti resistiti all'ondata di omologazione di bar, comunque, è Hugo Anrather, titolare di "Mode Hugo" da 35 anni. «Viale Europa - racconta - non è più quella di una volta e per continuare a fare il mio mestiere bisogna contare moltissimo sulla passione. Sono sparite, infatti, le varie latterie o pescherie ed è tutta una distesa di tavolini dove andare a bere. Di fatto siamo di fronte a una spersonalizzazione totale del commercio che si riflette anche sui consumatori. Fino a qualche anno fa, infatti, il rapporto con il venditore era considerato molto importante, mentre oggi non si presta molta attenzione a questo aspetto. E' un peccato e nessuno ha fatto molto per fermare il meccanismo». E' particolarmente duro il commento di Amosglauco Corieri, voce storica tra i residenti. «Viale Europa è uno schifo. Il rapporto con gli stranieri è molto difficile e spesso ci sentiamo messi in secondo piano, la vita commerciale è stata azzerata completamente da una distesa di bar e non esiste più nemmeno il piacere di vedere i bambini giocare in cortile. La piccola delinquenza, oltretutto, sta crescendo: si va dai furti delle bici allo spaccio passando per episodi di vandalismo». A chiedere un rilancio culturale è anche Marzia Masiero. «Non c'è nulla che attiri le persone di altre zone. Non un museo, una mostra, un'iniziativa o una rassegna. Non si può pensare di far tutti contenti con la festicciola estiva per poi dimenticarsi totalmente della strada gli altri giorni dell'anno. Non mi stupisce che tutti vadano in Centro e che alla sera ci si ritrovi di fronte a un rione deserto e, oltretutto, scarsamente illuminato». Con Sara Salvi del bar "Andy" si torna sulla questione dell'eccessiva concorrenza: contiamo cinque banconi nello spazio di 150 metri. «Troppi. Lentamente, oltretutto, stanno passando anche questi in mano ai cinesi. Già al tempo della liberalizzazione delle licenze si parlò del problema del sovraffollamento, ma nessuno ha mai alzato un dito per risolverlo». Un complimento alla via, però, arriva da Stefan Mair, operatore ecologico della Seab: «Gli abitanti sono molto civili ed è difficile trovare la strada sporca. Ci sono molti altri rioni bolzanini che dovrebbero prendere il buon esempio». Un sorriso che viene mantenuto anche da Daniele Lanzerin e Desy Moccioli del tabacchino "Europa". «Per il nostro tipo di attività una zona popolare come questa rappresenta un bacino d'utenza auspicabile. La differenza, poi, la fanno la personalità e il modo di porsi perché è chiaro che in un rione con queste caratteristiche l'obiettivo è la fidelizzazione del cliente. Il passaggio occasionale, infatti, non è molto frequente. Detto questo, da commercianti non si può evitare di notare il restringimento netto del ventaglio d'offerta dei negozi lungo la strada».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento