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martedì 23 novembre 2010
Maxiresidence, Gries vuole il compromesso «Sì, ma con garanzie»
BOLZANO. I condomini di piazza Gries si possono realizzare purchè non siano delle esagerazioni e non finiscano per gravare in modo troppo pesante su una viabilità già in sofferenza. Insomma, c'è disposizione al compromesso, in generale, tra i residenti e i lavoratori della piazza coinvolti dal progetto che prevede un maxi residence da 100 appartamenti al posto della storica cantina del rione. Un progetto al centro di feroci polemiche anche in Comune. «Il bisogno di appartamenti in città mi sembra evidente - esordisce Isabella Loro - quindi non vedo perché mettersi di traverso a tutti i costi quando si trovano delle aree utilizzabili. E' più saggio mettere dei paletti come il mantenimento delle cubature entro limiti sopportabili senza voler esagerare. Con questi presupposti escludo che la maggioranza comunale possa incontrare tante resistenze». Martha Heidenberger, invece, invita a tenere conto del problema del traffico «che già adesso è molto critico lungo certe arterie come via Vittorio Veneto o a San Maurizio. Inserire 100 famiglie e altrettante auto in un contesto simile è un'operazione molto delicata». Laura Agnoletto ed Emanuela Follador richiamano le regole. «Se gli edifici rispettano la normativa e non eccedono si possono realizzare. Chiaro che non si possono accettare deroghe o strappi alla regola perché comunque ci troviamo in una piazza simbolica e importante per tutta la città. Molto meglio, comunque, ospitare costruzioni accettabili in questo rione piuttosto che creare dal nulla nuove zone d'espansione prive dei servizi basilari. Particolarmente delicato, inoltre, sarà il tasto della viabilità perché sarà necessario prospettare delle soluzioni con i nuovi arrivi». Ionida Bilka e Silvana Lamcia rispondono dal salone "Erich". «E' chiaro che più movimento favorisce un'attività commerciale, ma noi sentiamo molti clienti lamentarsi delle code o dei parcheggi: necessario trovare una soluzione che non li penalizzi ulteriormente». Heidi Schrott è convinta sostenitrice del partito del compromesso «che va cercato e trovato. Si può anche ipotizzare edifici meno impattanti e che riescano a omologarsi bene con quella che è l'architettura, l'urbanistica e la storia di questa piazza. Non credo, comunque, che il terreno della cantina sia così esposto da giustificare l'allarmismo di alcuni vicini». Lapidario il commento di Hermann Springer: «Per me si può realizzare tranquillamente», mentre gli amici Kuno Zatelli e Joseph Oberrauch vanno più cauti su una struttura «che potrebbe aggravare la mancanza di posteggi e la quantità di traffico che già insiste su queste strade». Ulrike Knoll, dal canto suo, si unisce al coro dei nettamente contrari: «Non se ne parla. Non ce n'è bisogno e peggiorerebbe la situazione del rione. Ne risentirebbero il traffico, ma anche l'estetica della piazza, così come le case vicine rischierebbero un deprezzamento per la mostruosità del condominio. Bisogna fermarlo». Della stessa linea di pensiero, infine, è Frida Untesteiner del caffè "Gries": «L'impatto di una simile costruzione sarebbe troppo penalizzante, speriamo proprio che non vada in porto un progetto così faraonico dove i riflessi negativi sono molto più di quelli positivi».
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