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martedì 23 novembre 2010

Strudel, vini e fantasia così la cucina sudtirolese è protagonista alla Fiera


Alto Adige — 21 novembre 2010 pagina 36 sezione: AGENDA

BOLZANO. La cucina altoatesina si apre al mondo e individua la strada migliore per far breccia nell’elite internazionale: coniugare la ricca tradizione con le novità. Lo strudel, per esempio, è certamente buono così com’è, seguendo una consuetudine centenaria, ma nulla vieta che si possa modernizzare con nuove forme. Lo stesso dicasi per i canederli, prodotto piuttosto versatile, o per il taglio dello speck. I turisti e gli altoatesini, insomma, da una parte sembrano apprezzare le ricette territoriali, ma si fanno facilmente stuzzicare dalle innovazioni tra i fornelli. Questo, dunque, il leitmotiv della 39esima assemblea generale dell’Unione Cuochi Sudtirolesi che si è tenuta ieri presso l’area convegni dell’hotel Sheraton nella cornice della Fiera d’Autunno. Un’occasione che ha permesso di applaudire i migliori apprendisti dell’anno, così come gli esercizi d’addestramento professionale e i nuovi Maestri di cucina provinciali insigniti di diploma e collare. L’evento, però, permette anche di tastare con mano umori e prospettive del mondo culinario altoatesino. Konrath Gartner, chef della scuola alberghiera di Brunico, è il primo a rompere il ghiaccio: «Se oggi i nostri ristoranti godono di ottima salute lo devono alla costante attenzione che viene posta alla territorialità e all’autenticità dei prodotti. Le competenze di un cuoco di ottimo livello, infatti, si verificano anche nella sua capacità di scegliere e reperire la materia prima, non solo per come la combina ai fornelli. È come voi giornalisti - scherza - dove potete essere bravi quanto volete a scrivere, ma se non avete le notizie buone c’è poco da fare». Nei piatti, però, è necessaria anche una buona dose di inventiva e fantasia. «Senza dubbio - riprende Reinhard Steger, cerimoniere dell’assemblea - e in questo i cuochi altoatesini sono proprio capaci. Non è un caso che gli osservatori internazionali si siano espressi favorevolmente verso il nostro territorio, Sappiamo di poter contare su ottimi vini, splendido pane, prodotti che ci invidiano dappertutto, ma poi dobbiamo essere bravi a valorizzare tutto questo». Le speranze, logicamente, si concentrano anche verso le nuove generazioni e ottimo esempio ne è il giovane Lorenz Pertoll, premiato. Marianna Forer mette sul piatto dell’innovazione «anche speck e crauti, coniugabili in molteplici forme». Chiude con uno sguardo oltreconfine Joseph Farkhauser: «Siamo contenti di essere riconosciuti da nazioni dalla cucina importante come Austria e Germania». Dimenticato, forse, un Paese dove la forchetta non è certo orpello secondario: l’Italia. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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