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sabato 13 novembre 2010
Via Duca d'Aosta: siamo una strada spaccata in due e i negozi fanno fatica
BOLZANO. Una strada spaccata in due da una piazza discussa. Via Duca d'Aosta, per bocca di commercianti, lavoratori e residenti, viene autenticamente divisa dallo spiazzo davanti al Tribunale: funzionale il segmento che porta fino a piazza Gries, molto meno apprezzato, al contrario, il tratto che inizia in piazza Adriano. La piazza, criticata per il suo enorme potenziale dissipato in una distesa deserta, influenza anche la strada attorno drenando il passaggio dei pedoni e penalizzando la visibilità dei commercianti. Va meglio, invece, il grande problema cittadino dei parcheggi, anche se rimangono delle difficoltà per chi ha il bollino di residente e cerca un varco per lasciare l'auto senza pagare. Di corollario piccole richieste per migliorare l'asfalto dei marciapiedi per le carrozzine. Chi conosce molto bene le due parti in cui via Duca d'Aosta è divisa sono i titolari del salone "Graffio" protagonisti, da qualche mese, di un trasloco di qualche centinaio di metri dalla zona "bassa" a quella "alta" della strada: una scelta salutata con entusiasmo. «Sarà anche uno spostamento risibile - spiegano i fratelli Stefano e Gianluca Merino assieme a Francesca Stamato - ma da un punto di vista commerciale il cambiamento è consistente. Nella parte che da piazza Tribunale conduce in viale Druso, infatti, la visibilità è molto minore e la stessa conformazione urbana, molto alberata, contribuisce a togliere luce e respiro alle attività. Verso l'incrocio con via Cesare Battisti, invece, confluisce anche parte del passaggio pedonale diretto a Gries, si aprono gli spazi con più posteggi a disposizione e la via è sicuramente più illuminata. A molti possono sembrare dettagli, ma per un'attività commerciale sono aspetti molto importanti». Gabriele Repetto e Alessandro De Boni, invece, frequentano via Duca d'Aosta per lavoro e «nel complesso possiamo dire che si tratta di una strada con pochi difetti. Di certo, però, è sempre difficile, anche per chi ha il bollino da residente, trovare un posto negli stalli bianchi. I parcheggi interrati o a pagamento, invece, sono molto numerosi: la zona non ha bisogno di nuove opere in questo senso». Residenti da anni nella zona sono i coniugi Menz. «Bisognerebbe intervenire per la manutenzione dei marciapiedi - lamentano Annamaria e Luigi - perché in alcuni punti la situazione è davvero critica, soprattutto per chi è costretto a muoversi con una carrozzella. Non solo, qualche multa andrebbe elevata anche a chi parcheggia la bicicletta in modo selvaggio, senza prestare attenzione nel mantenere libero almeno un passaggio minimo. I padroni dei cani, infine, troppo spesso lasciano sporco e la puzza si sente dopo pochi giorni senza pioggia: chiediamo una pulizia delle strade più frequente e, perché no, tariffe salate da applicare a chi non contribuisce a tenere in ordine la città». E' una bocciatura commerciale secca, invece, quella che arriva da Sergio Rentucci, titolare dell'omonimo negozio di cornici. «Non consiglierei mai a un negoziante di abbigliamento di aprire un esercizio in via Duca d'Aosta perché dopo cinque giorni sarebbe già chiuso. Il passaggio pedonale, infatti, è scarsissimo e da quando hanno rifatto piazza Tribunale tutto è peggiorato. Hanno eliminato, infatti, il passaggio pedonale comodo e il tracciato del bus è stato spostato sottraendo visibilità e movimento davanti alle vetrine. Oggi tutto passa per Corso Italia e noi veniamo troppo spesso dimenticati. L'unico modo per resistere è quello di orientarsi verso settori specializzati e costruirsi un bacino di clientela slegato e indipendente dalla zona in cui ci si trova». Chiude il giro di opinioni Davide Trappin, titolare di una bottega di vendita e manutenzione di tappeti. «Per migliorare la strada ci vorrebbe un attraversamento pedonale vicino a piazza Tribunale che faciliti il passaggio dei pedoni sui due lati della strada, ma anche una modernizzazione complessiva dell'arredo urbano per renderla più calda e accogliente. Qualche manifestazione in più, inoltre, non ci starebbe male e permetterebbe alla piazza di rivalutare la propria funziona sociale. Con questi piccoli accorgimenti potremmo invogliare anche gli abitanti delle altre zone della città a farci visita».
Alan Conti
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