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martedì 30 novembre 2010

L'Anmil al fianco degli invalidi sul lavoro


Andare a lavorare e pagarne lo scotto con un infortunio permanente è una piaga della società contemporanea che va combattuta. Non si possono dimenticare, quindi, gli infortunati che necessitano di un aiuto concreto che arriva loro dall’Anmil, l’associazione nazionale mutilati e invalidi sul futuro, che anche in Alto Adige si spende molto per supportare le vittime degli incidenti. La struttura altoatesina dell’organizzazione vede a Bolzano la sede della sezione provinciale, a Merano una sottosezione e fiduciari a Brunico, Bressanone e Silandro per quella che è una presenza capillare sul territorio. Il consiglio direttivo è formato da 11 persone che sono tutti invalidi e volontari, quindi conoscono perfettamente le esigenze fisiche e psicologiche di chi è colpito da questa sfortuna. Non solo, il tutto viene svolto senza scopo di lucro, quindi si tratta di solidarietà autentica. Il bacino d’utenza, infatti, è di 3.800 invalidi del lavoro di tutti e tre i gruppi linguistici della provincia. A supporto delle attività quotidiane, inoltre, l’associazione divulga una rivista bisettimanale dove vengono riportate tutte le notizie sul tema, gli aggiornamenti sulle leggi e riepilogate le agevolazioni cui gli infortunati hanno diritto. La sede storica è in via Cappuccini. Diverse, comunque, le conquiste dell’Anmil registrate negli anni di attività: si va dall’inserimento nelle liste speciali per il collocamento obbligatorio all’adeguamento della tutela infortunistica in agricoltura e nell’industria passando per la rivalutazione automatica della rendita, la sua non tassabilità e la reversibilità ai superstiti. Piccoli e grandi passi che contribuiscono a rendere più sopportabile il peso di quella che è una vera e propria ingiustizia morale: andare a lavorare e pagare con la perdita della funzionalità di parte del proprio corpo.
In occasione della Giornata Nazionale del Mutilato, fissata fin dal 1951, l’Anmil ha presentato i dati Inail sugli infortuni relativi alla Provincia di Bolzano. Cifre che fotografano, nell’insieme, un quadro non del tutto rassicurante se paragonate anche solo alla vicina Trento. Nel 2008, comunque, il totale degli infortuni fu di 17.648, cifra che si abbassa nel 2009 a 17.342 per un decremento di 1,7 punti percentuali. Quello che sembra un buon risultato, però, sbiadisce se rapportata al -11,4% del Trentino o al -14,2% di un territorio vasto come il Veneto. L’agricoltura, comunque, rimane il settore professionale più preoccupante con un incremento di infortuni pari al 7,9% rispetto al 2008 per una somma totale che passa da 2.362 incidenti a 2.549, quasi due centinaia in più. Strappano un sorriso, invece, l’industria e i servizi che diminuiscono gli infortuni del 3,2 passando da 15.134 a 14.646. Riduzione, seppur seguendo numeri più contenuti, anche quella dei dipendenti statali infortunati che scendono del 3,3% con un totale di 147 nel 2009 rispetto ai 152 del 2008. Monstre, comunque, pure i numeri che arrivano dal territorio nazionale: 1 milione, infatti, gli incidenti sul lavoro annuali, di cui 35.000 causano postumi permanenti. C’è,purtroppo, anche un capitolo più tragico legato a chi sul lavoro lascia la propria vita con un conteggio che ogni anno conta 1.500 persone. Nello stesso Alto Adige le vittime sono frequenti, spesso per incidenti evitabili con il rispetto delle norme e più attenzione.
Alan Conti

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