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martedì 23 novembre 2010

Oltre 500 studenti in corteo: «No ai finanziamenti per le scuole private»


BOLZANO. «Troppi milioni alle scuole private, finiremo a sbucciar patate». È lo striscione più grande a sintetizzare la protesta degli studenti che hanno partecipato ieri alla manifestazione contro la riforma Gelmini e le sue applicazioni provinciali. L'attacco è indirizzato ai 260 milioni previsti dalla Finanziaria del governo a sostegno degli istituti privati. «Qui, da noi, il sostegno alle paritarie è rimasto inalterato», precisa l'assessore provinciale Christian Tommasini. Nel mezzo di musica, striscioni, fischietti e quant'altro, inoltre, si registra il deciso strappo con gli studenti universitari, apostrofati come "conigli". Il biscione che ha tagliato rumorosamente il centro della città, si è fatto forte dell'adesione di diverse centinaia di ragazzi, con il solito balletto delle cifre che si alterna tra i 500 contati dalla Digos e gli 800 dichiarati dagli organizzatori della Rete degli Studenti medi e di Studenti Consapevoli. Più di un terzo, comunque, gli studenti di lingua tedesca, particolarmente infastiditi da alcune scelte locali, mentre a farla da padrone sono i due licei cittadini Carducci e Torricelli. Da segnalare anche una nutrita rappresentanza dell'Ipsct De' Medici pronta a mostrare i denti per salvare i propri indirizzi sociali. Non sono mancate nemmeno le note critiche delle associazioni studentesche di destra come Alternativa Studentesca e Blocco Studentesco. Il drappello riunitosi di primo mattino in piazza Mazzini, comunque, ha innalzato una serie di striscioni. "Tagli all'istruzione: epic fail", "+crisi +ignoranza, ma ai politici +panza" e "mehr Bildung mit weniger Geld=mehr Brot mit weniger Mehl" (più formazione con meno soldi è come più pane con meno farina) i più significativi. L'organizzazione del corteo è di quelle puntuali: servizio d'ordine per sgombrare i marciapiedi e mantenere il gruppo compatto identificato da una fascia al braccio con una "S" rossa, furgoncino in testa guidato dagli stessi studenti con tanto di altoparlanti pronti a diffondere evergreen delle manifestazioni come "Bella Ciao", servizio di pulizia alla fine e coordinamento generale tramite radioline. Piccola nota di colore: le vuvuzela. Retaggio degli ultimi mondiali di calcio e strumento affidabilissimo quando si vuol farsi sentire. Tra le polemiche e gli slogan contro la Gelmini, però, si registrano due piccoli fuoriprogramma. Da una parte il saluto entusiasta alle scuole medie lungo via Leonardo Da Vinci, dall'altra le parole di fuoco lanciate dal microfono verso gli universitari. Proprio sotto l'ateneo, infatti, il corteo si è fermato per invitare i colleghi più grandi a unirsi alla manifestazione. La novità, però, sta nella risposta stizzita alla mancata adesione. «Conigli - si sente al microfono - forse non scendono con noi solo per paura». Dopo un breve conciliabolo, però, parte il secondo attacco: «Ci hanno risposto che non vengono - di nuovo gli organizzatori al resto dei manifestanti - perché sono tedeschi o francesi e non sono interessati alle riforme italiane. I fatti, però, dicono che stanno studiando nel nostro Paese quindi si tratta di menefreghismo».
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