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martedì 31 agosto 2010
La piazzetta tra il cemento
Alto Adige — 29 agosto 2010 pagina 16 sezione: CRONACA
BOLZANO. Una piccolo spiazzo senza età, a disposizione per gli anziani che leggono il giornale, i bambini che corrono sorvegliati dalle mamme e i cani portati in giro dai loro padroni. Piazzetta Marcella Casagrande, intitolata da poco alla ragazza che abitava nella vicina via Visitazione, sembra un piccolo iddilio, non fosse che con il sole a picco si tratta di uno spazio difficilmente fruibile, così come bisogna prestare attenzione ai motorini che talvolta sfrecciano oppure ammirare una fontana più bella che utile. I residenti nella zona tra via Palermo e viale Europa alla piccola piazza ci sono affezionati e non mancano di apprezzarne le qualità, ma non lesinano, al contempo, le critiche e le proposte di miglioramento. «Sì, è vero - spiegano Afnan Khan e Lucia Panzani mentre si riposano su una delle tante panchine della piazzetta - questo spazio è molto frequentato da persone di tutte le età. È bello che sia un punto di ritrovo per chi abita nel rione. Certo che d’estate, a essere sinceri è un po’ troppo rovente con così pochi alberi». L’ombra, insomma, non sembra essere il pezzo forte della zona. «No - sorride Carla Finato - ma io uso queste panchine come piccola sosta mentre trascino la borsa della spesa». Italo Ortolan, invece, rivolge un pensiero proprio a Marcella Casagrande. «Un bel gesto questa intitolazione, ho apprezzato molto. Ora il Comune, però, dovrebbe intervenire sulla fontanella perchè così com’è è troppo bassa per potersi dissetare comodi e rappresenta un pericolo per i bambini che ci giocano intorno, oltre che un’attrattiva per i piccioni». Turno Varner sfoglia l’Alto Adige comodamente seduto. «Per me è un piccolo giardino, ma mi piacerebbe vedere qualche bimbo in più. In passato era la norma vedere i figli delle famiglie qui intorno a rincorrersi e giocare: oggi tutto questo non accade così spesso». Paolo Varini, invece, è più critico. «La vita non è un granchè: poche feste o manifestazioni vengono organizzate qui. A livello architettonico, invece, la trovo piacevole. Per chi ha un cane, comunque, può essere un diversivo per fare due passi in una piccola porzione di verde tra le strade trafficate». Filippo Pagano e Carmela Portello tornano sulla criticià più quotata. «Non c’è ombra, purtroppo d’estate si può venire solo alla sera se non si resiste dal caldo. Peccato perchè lo spazio sarebbe molto bello e accogliente». «Afa rovente - concorda Vittora Baruffa - però è una piazzetta che piace agli abitanti del quartiere. Ho sentito qualcuno lamentarsi dei mendicanti: un’assurdità perchè io non ne ho mai visti talmente tanti da dare fastidio. Per gli anziani è una bella alternativa alle tante iniziative del vicino centro Lovera». Giovanni Baldessari punta il dito contro schiamazzi e motorini: «Alla sera in piazzetta fanno un caos tremendo e dove c’è il passaggio pedonale sfrecciano gli scooter a velocità esagerata». Felice Da Col e Aurora Dal Moneg propongono «di montare qualche telone per renderla fruibile anche in piena estate, altrimenti così è un poco uno spreco». Dalla vicina pizzeria “Pronto...e via” analizzano la situazione Giuseppe, Andrea e Matteo Crocco con Lina Uva. «La piazzetta è molto utilizzata, con grande passaggio di gente. Generalmente durante la giornata, specie il pomeriggio, si trovano gli anziani, mentre verso sera comincia ad arrivare un’utenza più giovane. Tutto sommato si tratta di un’atmosfera tranquilla: le persone si mettono lì e fanno qualche chiacchiera senza disturbare nessuno. Il problema, però, non è tanto durante il periodo estivo quanto di inverno quando la piazza letteralmente si svuota e smette di vivere. Si potrebbe pensare a un qualche intervento per renderla fruibile anche con i rigori dei mesi freddi. Stesso discorso vale per le giornate di pioggia, ma in questo caso basterebbe montare dei semplici tendoni». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Oltrisarco: ignorato il divieto da sud
Alto Adige — 28 agosto 2010 pagina 20 sezione: CRONACA
BOLZANO. Un’automobilista su due ignora il divieto di transito in via Claudia Augusta e imbocca la strada da sud in direzione nord senza il necessario bollino lilla assegnato ai residenti. In sessanta minuti, tra le 16.43 e le 17.43 di ieri pomeriggio, sono 183 i veicoli transitati senza tagliando, pari al 49%. Una semplice rilevazione, dunque, dimostra come il divieto di ingresso nel quartiere di Oltrisarco da San Giacomo sia uno dei meno rispettati della città. Dalle 16.43 alle 17.43, taccuino alla mano, abbiamo segnato 190 veicoli transitati regolarmente muniti di bollino lilla in vista e rilasciato solo ai residenti. Il dato sorprendente, però, è quello relativo alle auto passate senza il tagliando e quindi potenzialmente irregolari, a meno di particolari permessi che solo la polizia municipale può, eventualmente, controllare. Sono 183, dunque, i veicoli senza bollino che, su un totale di 373 transiti, significa il 49%. Guardando il dato allo specchio si ottiene che solo il 51% dei passanti è regolarmente munito di contrassegno. La situazione si rende ancora più critica se si va ad analizzare unicamente i mezzi privati, tralasciando quelli pubblici. Sono 16, infatti, i veicoli conteggiati tra i regolari pur svolgendo un servizio, suddivisi in 8 autobus della Sasa (4 della linea 2 e 4 della linea 10), 3 taxi, 3 trattori, 1 pullman Sad e 1 pullman privato. Senza di loro il totale dei regolari scende a 174, di fatto una quota simbolo perchè fa calare la loro percentuale al di sotto della soglia del 50% centrando un poco lusinghiero 49%. Contestuale l’innalzamento al 51% dei veicoli irregolari o quantomeno “dubbi”. Tra quest’ultimi si può anche citare la curiosità dei bollini relativi ad altre zone della città in passaggio. Tra quelli riconosciuti si contano 9 della zona verde, relativa al Centro storico, 6 della blu con riferimento a parte del rione Novacella e 5 della arancione in pieno Don Bosco. Si può supporre, dunque, che via Claudia Augusta venga utilizzata come bretella di raccordo con l’arginale diretta alla galleria del Virgolo o come itinerario più immediato per le strade oltre ponte Roma. Pochi dubbi, invece, sull’irregolarità di cinque veicoli con targa tedesca, un’auto austriaca, una svizzera e due provenienti rispettivamente da Vicenza e Milano. Possibile, dunque, che i turisti non si accorgano del divieto, anche se il cartello di grandi dimensioni lascia poco spazio agli equivoci. Si salva, nel conteggio, un’automobilista che gentilmente chiede direttamente a noi informazioni sui documenti necessari al transito, così come gli automobilisti che, accortisi della rilevazione, hanno repentinamente svoltato verso via Volta. Secondo la polizia municipale, comunque, l’ammontare della sanzione amministrativa per la contravvenzione è pari a 78 euro. Ipotizzando che tutte le irregolarità venissero confermate da un controlli dei vigili si potrebbe ottenere un guadagno di 14.274 euro in un’ora per le casse del Comune. Indicativo, infine, anche il dato dei veicoli transitati in totale in 60 minuti, pari a 373, in un orario di traffico generalmente medio. Estendendolo sulle 12 ore di normale passaggio si ottiene la cifra di 4.476 passaggi: non pochi per chi intendeva difendersi dallo smog. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
La gestrice dello «Stellina»: si fingevano clienti
Alto Adige — 29 agosto 2010 pagina 14 sezione: CRONACA
BOLZANO. Una banda dal modus operandi ben definito, quasi un marchio di fabbrica. Dal bar “Hollywood” di viale Trieste al bar “Stellina” in via Piani d’Isarco il modo di operare della banda del videpoker è sempre lo stesso. A spiegarcelo è Li Jing, titolare del “Stellina”. «Abbiamo subito il furto nei giorni scorsi e si sono portati via 3.000 euro contenuti nelle macchinette». Il piano prevedeva, comunque, un attento sopralluogo. «Avevo notato, nei giorni antecedenti al furto, tre ragazzi stranieri che venivano qui con regolarità senza che io li abbia mai visti in precedenza. Per un bar di quartiere come il nostro non è una scena così usuale. Pur sentendomi un poco in soggezione per il fare furtivo che dimostravano non mi sono preoccupata più di tanto e ho semplicemente pensato a qualche nuovo arrivato nella zona». Solo qualche giorno dopo, però, Li scoprirà che non era proprio così. «Si mettevano in due al bar e uno giocava con i videopoker. Facevano a turno, dandosi il cambio: evidentemente controllavano la zona e studiavano in che modo agire. Non mi sembra un caso che dopo il furto non mi sia più capitato di vederli al nostro bancone». Una scrupolosa analisi del luogo, insomma, prima di passare all’azione. «La notte del colpo hanno spaccato il vetro dall’esterno e sono entrati dal retro del bar, nel punto meno visibile per eventuali passanti o residenti che si fossero affacciati sul balcone». Una volta entrati si è passati allo scasso delle macchinette. «Aperte in due - ci mima con la mano Li Jing - e ripulite totalmente». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Blockbuster: nessun rischio per Bolzano
Alto Adige — 29 agosto 2010 pagina 11 sezione: CRONACA
BOLZANO. Blockbuster Usa è prossima al fallimento, ma la campanella dell’allarme non suona a Bolzano e dall’interno del negozio di via Torino il responsabile Daniele Cristina butta acqua sul fuoco. «Non ci è mai arrivata alcuna comunicazione da Blockbuster Italia, che poi è una costola che cammina da sola». La costola, però, avverte qualche dolore: secondo i dati la perdita economica da inizio 2008 è di 5 milioni di euro che preoccupa i 1.500 dipendenti dei 235 punti vendita sul territorio. Il programma prevede il taglio di 20 negozi. E Bolzano? «Allo stato attuale - ribatte Cristina - mi sentirei di escludere rischi per il nostro punto di vendita. I bolzanini stiano tranquilli e non prestino orecchio agli allarmismi». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Barborini: ciclabili da allungare
Alto Adige — 28 agosto 2010 pagina 20 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il consigliere della Circoscrizione di Oltrisarco Giovanni Barborini (Udc) critica le novità sulla viabilità proposte dall’assessore comunale Judith Kofler Peintner. «Sul fronte ciclabili il nostro quartiere è in credito e chiediamo venga fatto di più. Da tre anni, per esempio, aspettiamo il prolungamento della pista per le bici nel tratto dal cimitero all’incrocio di via Claudia Augusta con via Volta. Si tratta, infatti, di una strada utilizzata da molti ragazzi per raggiungere la zona sportiva di via Maso della Pieve. Va realizzato, inoltre, pure il tratto tra via Santa Geltrude e il polo scolastico di Aslago». Barborini affronta anche il tema dei limiti di velocità. «Sarebbe opportuno ridurli in prossimità delle scuole “Tambosi” e dell’asilo “Dante Alighieri”. L’introduzione dei 40 chilometri l’ora è rimasta in gran parte della città pura teoria: si dovrebbe intervenire come hanno fatto a Laives e San Giacomo, dove hanno lavorato sul fondo stradale». Pronta, infine, una rischiesta per il consiglio di Quartiere: «Proporrò di redarre un documento da inviare all’assessore». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Nuovi dirigenti: Roncat al De Medici, Madera al convitto
Alto Adige — 27 agosto 2010 pagina 21 sezione: CRONACA
BOLZANO. L’Intendenza scolastica italiana ha comunicato le nuove nomine per i dirigenti scolastici provinciali. A Bolzano sono due gli istituti a cambiare la propria guida: l’Ipsct “De’ Medici” e il convitto “Damiano Chiesa”. Nella prima andrà Renzo Roncat, già dirigente del liceo classico “Dante Alighieri” di Bressanone, accorpato all’Ipsct cittadino “Falcone e Borsellino”. Per quanto riguarda i movimenti in provincia, invece, va registrato, proprio nell’istituto comprensivo Bressanone, l’arrivo di Maria Concetta Capilupi che acquisirà, dunque, la responsabilità anche sul liceo classico. L’Istituto pluricomprensivo di Brunico, invece, è stato affidato a Maria Angela Messina, mentre a Luisanna Fiorini è stato assegnato quello della Bassa Atesina di Egna. Proprio Fiorini e Messina non avevano potuto assumere in precedenza la carica di dirigente scolastico perchè prive di patentino. Con la norma d’attuazione sull’equipollenza si sono viste riconosciute le certificazioni linguistiche europee ottenute in precedenza. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Skate park chiuso dai vigili: troppo pericoloso
Alto Adige — 27 agosto 2010 pagina 22 sezione: CRONACA
BOLZANO. Rampe vietate per gli skater. Da ieri sera lo skate park del Talvera è transennato dal cordone della Polizia Municipale, con tanto di ordinanza del sindaco che ne vieta l’accesso. La decisione è diventata operativa ieri sera dopo un sopralluogo dell’Ufficio sicurezza e protezione civile diretto da Giovanni Libener. Troppi pericoli tra assi di legno danneggiate, chiodi e buche improvvise. La struttura, dunque, necessiterebbe di una riqualificazione ma qui comincia un intricato palleggio di responsabilità. Dagli uffici comunali, infatti, il compito viene demandato alla società “Ssv Bozen” che, a sua volta, sostiene di non aver più competenza contrattuale. Col cerino in mano, comunque, rimangono i ragazzi, pronti a protestare con le tavole sotto Palazzo Widmann, ma anche a tirarsi su le maniche e mettere a posto da soli il parco. «È evidente - spiega l’ingegnere Libener - che lo skate park era troppo pericoloso». I ragazzi, però, si aspettano un intervento...«Non spetta a noi decidere questo, ma alla società “Ssv Bozen”». Dall’associazione l’amministratore Tomas Gaier ribatte: «Da un anno il parco e i suoi interventi non sono di nostra competenza». A fare chiarezza ci prova il consigliere dell’Udc Angelo Gennaccaro: «Chiuderlo dopo la denuncia di pericolosità è un passo giusto. Ora, in accordo con l’assessore Klaus Ladinser il Comune cercherà di prendere in mano la situazione con l’Ssv Biozen e chiarendo la situazione anche con la Provincia». Commenta la chiusura anche Tobias Planer dei Verdi/Projekt Bozen: «Sul tema avrò un incontro con l’assessore Mauro Randi. Mi preme, però, sconsigliare ai ragazzi di entrare lo stesso allo skate park perchè si rischia una denuncia». Sulla questione interviene anche Guido Margheri (Sel): «Inaccettabile lo scaricabarile tra soggetti pubblici e privati». Intanto davanti alle rampe si sono radunati Alex Callegaro, Fabian Mayr, Luca Cocco, Elias Merlo Ragginer e Sebastian Plattner: «L’amministrazione si è accorta solo adesso, con l’intervento dei media, di una situazione che si trascinava da mesi. Contiamo in una rapida messa in sicurezza, altrimenti siamo pronti ad andare sotto i palazzi provinciali con gli skate. Diamo, comunque, la nostra disponibilità ad aiutare nei lavori». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
venerdì 27 agosto 2010
Firmian: i negozi rimangono vuoti
Alto Adige — 25 agosto 2010 pagina 15 sezione: CRONACA
BOLZANO. A Firmian l’hardware comincia a essere pronto, ma manca il software. Sono diversi, infatti, i locali sfitti che si incontrano nel rione. Mentre i residenti chiedono a gran voce latteria o tabacchino, la realtà parla di vetrine con il cartello “affittasi”. Prezzi alti o mancanza di interesse? Per abitanti ed esercenti entrambe le motivazioni sono valide. Il mercato delle vendite dei locali nel quartiere, intanto, riporta una cifra vicina ai 4.000 euro per metro quadro. Tanti, forse troppi. La conferma arriva da un’agenzia cittadina che per la proprietà di 159 metri quadri di negozio in pronta consegna, con 51 di magazzino, chiede 463.000 euro. Chi abita a Firmian, però, segue con preoccupazione l’evoluzione immobiliare del rione. «È un problema - le parole di Mariella Gatti - perchè qui continuano a mancare dei negozi di vicinato importanti, come la latteria, il tabacchino o una farmacia». Quest’ultima, per la verità, è stata promessa dall’assessore comunale Mauro Randi e dovrebbe essere in arrivo tra qualche settimana. Roswita Larcher è la titolare del bar “Tom” in via Puccini. «Abbiamo avuto altri locali a Bolzano in affitto, ma cercavamo qualcosa di nostro. Dal punto di vista commerciale la scommessa sta funzionando perchè il giro di clienti è cospicuo. Capisco, però, che un piccolo imprenditore possa avere dei dubbi a venire qui perchè effettivamente l’attrattiva non è massima e ci sono ancora i cantieri di alcune case che sono completamente fermi: questo non è un bene per chi vuole puntare sulla zona». «La verità è che l’interesse commerciale è inesistente - la dichiarazione lapidaria di Ranieri Giusti - semplicemente perchè non si tratta di un quartiere dal grande passaggio. Tutto questo, inoltre, si inserisce in un discorso più ampio circa i disservizi. Prendiamo l’autobus: la linea 5 effettua un percorso a Firmian davvero pericoloso, tagliando gli stop e creando delle situazioni di potenziale rischio. Possibile, poi, che non si sia potuto prevedere uno spiazzo per fare un capolinea degno di tal nome? Sembra un discorso campato in aria, ma anche questi piccoli particolari contribuiscono ad abbassare il possibile appetito degli imprenditori». Eva Sponton e Letizia Crepaz escono dal nuovo istituto pedagogico “Pascoli” di via Deledda. «Francamente ci piacerebbe disporre di un tabacchino o di una cartoleria più vicino alla scuola. Anche solo per prendere un foglio protocollo, infatti, è necessario spingersi fino a Don Bosco. Per la latteria, invece, c’è meno urgenza: possiamo sempre contare sui supermercati. L’istituto scolastico, comunque, è un piccolo gioiello e venire fin qui ci piace: è più raccolto e più intimo. È davvero un peccato che i commercianti non vengano ad arricchire ulteriormente, a livello di offerta, queste strade». Margherita Mancini inquadra uno degli ostacoli maggiori: i costi delle mura e degli affitti. «Troppo alti, difficile che qualcuno trovi il coraggio». Chi è più categorico è invece Michele Palumbo: «Ho abitato qui, ma mi sono trasferito anche per l’insoddisfazione sui servizi. Purtroppo la gente viene torna solo per dormire e la sera non è così tranquillo. Con questi presupposti difficile aspettarsi una grande attività commerciale». Concorde Franco Belluta: «Le persone passano e vanno via, nessuno decide di farsi un giro per shopping a Firmian. Il locale sfitto è una logica conseguenza». Stella Sarcone e Sabrina Rasola chiedono «qualcosa in più sui piccoli negozi di vicinato: siamo stufe di andare fino in via Sassari». Chiude la rassegna Isabel Treyer, dipendente di “Nkd“. «In realtà qui commercialmente si lavora bene. Noi abbiamo clienti, sopratutto tedeschi, che arrivano anche da altre zone della città. Un negoziante può trovare qualche soddisfazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Scuola: non ha la cattedra e si infuria
Alto Adige — 25 agosto 2010 pagina 14 sezione: CRONACA
BOLZANO. Piccolo intoppo ieri nell’assegnazione delle cattedre per gli insegnanti supplenti nella scuola primaria. Una docente, infatti, una volta chiamata per scegliere la propria destinazione in base alla graduatoria di classe (quella che, in linea di massima, prevede italiano o matematica) ha richiesto ai responsabili dell’Ufficio personale insegnante di poter optare, immediatamente, per la cattedra di inglese. Il problema è che la graduatoria per la lingua straniera è separata da quella per cui era stata convocata l’insegnante e, per poter effettuare la scelta, era necessario sentire chi occupava i posti più alti nella lista specifica per l’inglese. Impossibile, dunque, procedere con l’assegnazione immediata. Il fraintendimento ha mandato su tutte le furie la docente che ha espresso tutto il suo disappunto nell’androne dove i colleghi visionano le disponibilità. «L’arrabbiatura - fanno sapere dall’ufficio della Sovrintendenza presieduto da Giorgio Danieli - non ha motivo di esistere perché noi il “loop”, ovvero il passaggio da una graduatoria all’altra, lo facciamo solo quando è possibile, ma stavolta non potevamo fare altrimenti che rifiutare la richiesta dell’insegnante. Il meccanismo è molto chiaro e non c’è nessun’irregolarità. In genere in docenti delle superiori sono più abituati a questo procedimento mentre per le elementari non è così comune: questo può aver innescato un fraintendimento». Piccola polemica, intanto, anche sul numero di posti in ruolo a tempo indeterminato assegnati alla primaria. Nei giorni scorsi i sindacati avevano chiesto il 30% del contingente delle disponibilità (il massimo per la legge provinciale è il 40%), pari a 7 cattedre, ma la Sovrintendenza ha frenato e optato, in ultima analisi, per fermarsi al 20%, ovvero solo 5 posti. «Sappiamo di andare incontro ad una contrazione dell’offerta: non possiamo rischiare un soprannumero» fanno sapere dall’edificio Plaza. «La nostra richiesta andava ascoltata prevedendo altre due assegnazioni» la replica dei sindacati. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Su altoadige.it pubblicato l audio dell intervista registrata lunedì
Alto Adige — 25 agosto 2010 pagina 02 sezione: CRONACA
BOLZANO. Per sentire l’audio integrale dell’intervista che Peter Kritzinger ha rilasciato al nostro giornale basta cliccare sul sito www.altoadige.it. La versione è la stessa acquisita dai carabinieri che stanno proseguendo l’inchiesta. Nella registrazione, comunque, il funzionario scarcerato dopo due mesi di custodia cautelare a Trento parla dell’inchiesta Ipes accennando a un appalto relativo ad un ascensore e di una busta ritirata e indirizzata a Stefano Grando. Dentro anche dei soldi che Kritzinger definisce semplici “donazioni”, così come le cene organizzate anche alla presenza del presidente dell’Istituto Albert Purgstaller. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Perseghin: prezzi da 4.000 euro al mq
Alto Adige — 25 agosto 2010 pagina 15 sezione: CRONACA
BOLZANO. Non è facile prendere il coraggio a quattro mani e decidere di pagare 463.000 per un negozio in pronta consegna a Firmian di 129 metri quadri con 51 di magazzino. È questo il prezzo fissato da un’agenzia immobiliare cittadina per un locale nel rione: cifra da capogiro per quella che, al momento, in una zona di progressiva espansione ha tutta l’aria di una vera e propria scommessa. A confermare quelle che sono le tendenze del mercato immobiliare nel nuovo quartiere residenziale è Carlo Perseghin, presidente regionale della Fiaip: «Fino a qualche mese fa potevamo avere una valutazione per la vendita di circa 4.000 euro al metro quadro e di 15 euro per mq mensili per quanto concerne gli affitti». Fatti due semplici calcoli significano, per un negozio di 100 metri quadri, 400.000 euro d’acquisto oppure 1.500 eurdo d’affitto mensile. «È difficile - continua Perseghin - pensare che il negozio di vicinato, in un contesto di grande sofferenza come quello attuale, possa imbarcarsi in una simile attività. Non è facile nemmeno avventurarsi in parallelismi con altre realtà della città perchè a Bolzano il commerciale presenta un mercato a macchia di leoprado. A volte il valore delle mura può cambiare anche solo in base al lato della strada su cui si affaccia. Si può dire, però, che la periferisa sta soffrendo. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISE
martedì 24 agosto 2010
Il rione Ortles difende la sua piazzetta
Alto Adige — 23 agosto 2010 pagina 10 sezione: CRONACA foto: DLIFE
BOLZANO. Il rione di via Ortles ne ha fatto il proprio simbolo e la difende: la “piazzetta” va preservata da vandalismi, schiamazzi notturni e microdelinquenza. La vita sociale della zona, infatti, pulsa lungo l’asse che, tra i cortili, lega piazza e parco giochi, dove con la bella stagione si incontrano le famiglie che festeggiano i compleanni e stringono amicizia. Senza intaccare la memoria di Anna Frank, che è doveroso ricordare nell’odonomastica cittadina, bisogna ammettere che la piccola piazza tra le case di via Ortles è per tutti i residenti semplicemente “la piazzetta”. Di fatto un nomignolo che tradisce un affetto particolare, imbevuto dal forte senso di appartenenza tra gli abitanti, capace di estendersi anche al piccolo parco limitrofo. Uno spiazzo che se non può essere, per dimensione, il centro del quartiere è senz’altro il punto nevralgico del rione. La forte valenza sociale, però, ha un suo contraltare da scontare: problemi di chiasso, piccoli vandalismi e alcune storture nelle infrastrutture. «Da 30 anni frequento queste strade - racconta Wilma Nicola - e posso dire che da sempre la piazza è un punto di ritrovo. Chi è più anziano, però, giura che nel passato questa funzione aggregativa. Bisogna ammettere, comunque, che ultimamente la situazione a livello di rumore e sicurezza è peggiorata». Sotto al piccolo gazebo del parco, intanto, alcune famiglie stanno festeggiando i due anni di una bimba: scena abituale con la bella stagione. «Cerchiamo - spiega Elisabetta Pinzani - di sfruttare al meglio questi spazi. C’è amicizia tra noi ed è giusto trovarsi. Leverei, però, la fontana pubblica che è sempre spenta e rappresenta un pericolo per i bambini». Giampiero Nobili si allinea: «È inutile, al suo posto ci vedrei bene una sabbiera». Paolo Mattevi è uno degli invitati alla festicciola: «È il bello della zona. Sarebbe opportuno, però, mettere qualche albero in più per ombreggiare i giochi che oggi son totalmente al sole». A chiaccherare sul muretto troviamo Monica Di Lucio e Carla Scapin. «La piazzetta va bene così, è servita e funzionale. Per noi, comunque, sarebbe bello riuscire a evitare che i ragazzi scrivano dappertutto». Radames Papparella ci avvicina: «Vedete? La forza di questo rione sono i rapporti di amicizia che si riesce a instaurare con i vicini e gli inquilini dei condomini intorno. Di contro credo che l’amministrazione e il quartiere potrebbero pensare di organizzare qualche manifestazione in più, anche per i giovani». Angela Di Guida è cresciuta tra queste case «dove la vita sociale è un punto di forza. Certo, negli ultimi tempi è aumentata la delinquenza, con troppi stranieri che non sempre si comportano bene. C’è, poi, un piccolo bar gestito da cinesi che alla sera è particolarmente fracassone». Nel bel mezzo della piazzetta, intanto, c’è la pizzeria “Bella Napoli”, gestito da una famiglia partenopea. «La conformazione del rione - spiegano Teresa Esposito e Francesco Orfanello - ci aiuta nel sentirci un punto di riferimento per chi abita qui intorno. Il rapporto con i residenti, infatti, è buono e per aumentare l’offerta ricreativa abbiamo anche creato una piccola sala giochi. Certo che a volte alla sera sarebbe bene divertirsi senza arrecare disturbo agli altri, in particolare agli anziani. Gli eventi organizzati in questa piazza, poi, non sono tantissimi e bisognerebbe creare qualcosa per attirare anche chi abita in zone diverse». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Duzzi: la Procura non ci ferma
Alto Adige — 23 agosto 2010 pagina 09 sezione: CRONACA
BOLZANO. «La dichiarazione della procura in merito al numero civico del “Twenty” non sposta di una virgola la nostra intenzione di andare fino in fondo nell’iter di giustizia». Dado Duzzi, vicepresidente dell’Unione Commercio, va dritto per la sua strada e non si cura più di tanto del pronunciamento che, di fatto, avvicina il nullaosta definitivo delle licenze che Podini ha ricevuto per il civico 20 di via Galilei. Per la Procura, infatti, l’intero complesso che ospiterà il centro commerciale rientra nella licenza rilasciata per via Galilei 20. «Esiste - ribatte Duzzi - una sentenza del Tar che esprime esattamente il contrario, quindi staremo a vedere. A questo punto resta poco da fare o da dire se non affidarsi completamente nelle mani della giustizia e di una sentenza che dovrà finalmente fare chiarezze e mettere la parola fine a questa diatriba». Una delle architravi della sentenza del tribunale amministrativo, infatti, poggiava proprio sulla vertenza relativa al numero civico: il tribunale aveva dato ragione all’allora avvocato capo Marco Cappello che aveva sostenuto come le licenze di Podini potessero essere utilizzate esclusivamente per il numero 20, mentre gli edifici dell’ex “C+C” sarebbero stati ubicati al 22 e il 24. L’altro giorno il pronunciamento contrario: i ricorsi dell’Unione, però, non subiranno frenate o particolari scossoni. «No, assolutamente - ribatte Duzzi - ormai l’iter è avviato e di certo non ci fermeremo adesso». Duzzi, in conclusione, arriva anche a ipotizzare una tempistica di massima: «In ottobre dovremmo finalmente arrivare a sentenza con una risposta chiara». Intanto si attende l’udienza davanti al Consiglio di Stato. Sono due, comunque, i ricorsi presentati dall’Unione Commercio: il primo è di carattere urbanistico, relativo al cambio di destinazione d’uso della zona, presentato al al tribunale amministrativo regionale in maggio, mentre il secondo riguarda le licenze commerciali al dettaglio in zona produttiva. Giovanni Podini, presidente del gruppo Agri, si era già espresso causticaente sulla questione. «Certe lobby monopolistiche - le sue parole - hanno fatto fallire uno dopo l’altro progetti come “Mebo Center”, “Electronia” o “Trony” ma stavolta si troveranno al cospetto di un osso più duro, sostenuto da tante parti sociali, compresi sindacati e consumatori. Diversi bolzanini, infatti, chiedono con insistenza una maggiore concorrenza in città che possa, in qualche modo, abbassare i prezzi al cliente». Le licenze comunali, comunque, hanno una storia travagliata: il sindaco Spagnolli, infatti, prima le aveva revocate poi le ha nuovamente convalidate in giugno. «Evidentemente - spiega l’avvocato dell’Unione Federcico Mazzei dello studio Dragogna - si è spaventato per l’ingente rischiesta di danni presentata da Podini stesso dopo la prima revoca da parte del Comune». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Furto al bar Hollywood: i ladri si portano via l incasso dei videopoker
Alto Adige — 22 agosto 2010 pagina 14 sezione: CRONACA foto: DLIFE
BOLZANO. Si sono aperti un’entrata sfondando la vetrata verso la veranda del bar. Non sono andati per il sottile i ladri che l’altra notte hanno svaligiato il bar “Hollywood” di viale Trieste portandosi via un bottino da diverse migliaia di euro. Con il favore del buio, infatti, hanno fatto a pezzi il grosso vetroche separa il dehors dall’interno del locale, costruendosi così un accesso comodissimo protetto, oltretutto, dai teloni rossi della veranda che vengono lasciati intorno al porticato durante la notte. Una volta entrati sono passati alla seconda fase dell’operazione: lo scassinamento di alcune macchinette per il videopoker. Una volta recuperate le monete i ladri hanno prelevato le banconote rimaste dentro la macchina cambiamonete. I titolari dell’Hollywood, i cinesi Wang Dong Xue e il marito Lin, sono arrivati nella mattinata di ieri trovandosi di fronte al fatto compiuto e non hanno potuto fare altro che chiamare la polizia. «Non abbiamo proprio idea - raccontano - di chi possa essere stato e del perchè abbiano scelto il nostro bar. Nel quartiere non abbiamo nemici». Imbracciano la scopa e cominciano a pulire per terra i vetri in frantumi. Già nel pomeriggio tutto viene rimosso e sembra che nulla sia accaduto: non fosse per la mancanza completa della grande vetrata. «Andiamo avanti, ci mancherebbe. Si tratta solo di un episodio che, ci auguriamo, non si ripeta più». L’Hollywood, oltretutto, è un locale molto frequentato da lavoratori e residenti della zona e, sul tardo pomeriggio, non mancano nemmeno i giovani che amano ritrovarsi sotto il grande tendone rosso. I furti nei bar, però, continuano a succedersi in città con preoccupante frequenza. Solo l’altro giorno, infatti, in via Garibaldi un uomo ha sottratto dal bancone il salvadanaio usato per le mance, mentre una settimana fa gli agenti della Volante hanno tratto in arresto un nomade che, tra le altre, era colpevole di furti proprio dalle macchinette da videopoker all’interno dei locali cittadini. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Sigismondi: Urzì faccia chiarezza sulla sua posizione
Alto Adige — 23 agosto 2010 pagina 08 sezione: CRONACA
BOLZANO. Le turbolenze romane del Pdl cominciano ad avvertirsi anche a livello provinciale. Nei giorni scorsi, infatti, il vicepresidente del consiglio provinciale Mauro Minniti aveva chiesto ad Alessandro Urzì, vicino alle posizioni finiane, di farsi da parte nel ruolo di capogruppo. A mettere altra carne al fuoco adesso ci pensa il co-coordinatore provinciale del partito Alberto Sigismondi: «Il mio ruolo mi impone delle responsabilità, quindi invito Urzì a fare chiarezza sulla sua posizione. Noto, infatti, una certa presunzione nel voler occupare un ruolo senza aver preso, fino adesso, una posizione netta e decisa. Qui rischiamo di rimanere senza consiglieri all’interno dei comuni periferici». Nette le stilettate politiche: «È piuttosto sorpredente, oltretutto, che Urzì si dichiari un finiano convinto visti i suoi trascorsi. Sono stufo, poi, di sentire discorsi che si richiamano alla vicinanza affettiva e personale con Michaela Biancofiore: sarebbe auspicabile si basasse questo tipo di ragionamenti su un livello politico più che di rapporti soggettivi. La sensazione è che solo per il gusto di schierarsi contro il gruppo Holzmann si vada anche contro il banale concetto filosofico di non contraddizione». Sigismondi, in chiusura, prefigura uno scenario elettorale. «Mettiamo che alle politiche Fini vada con il suo partito noi cosa facciamo? Facciamo campagna elettorale divisi nella sede con quattro stanze del Pdl e una di Fini? È assurdo e chiederò ai coordinatori nazionali di esprimersi in merito». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Agopuntura: visite private prenotabili anche al centro unico di Bolzano
Alto Adige — 22 agosto 2010 pagina 03 sezione: CRONACA
BOLZANO. È possibile sottoporsi a sedute private di agopuntura anche nel Comprensorio sanitario di Bolzano (ospedale ed ambulatori di piazza Wilhelm Alexander Loew Cadonna, 12). Per le visite, infatti, basta rivolgersi allo 0471 457457 per potersi prenotare. L’agopuntura tratta condizioni patologiche di varia natura: patologie dolorose in genere (tra cui artralgie, cefalee, epicondilite e tendiniti varie, nevralgie), disturbi funzionali degli apparati ginecologico (ad esempio, disturbi e dolori mestruali) e gastroenterologico, ansia, insonnia, allergie, dermatosi, assuefazione da fumo, astenia, ecc. (a.c.)
Medici demotivati: sondaggio per capire le cause
Alto Adige — 22 agosto 2010 pagina 03 sezione: CRONACA
BOLZANO. Medici demotivati troppo presto a svolgere bene il proprio lavoro. È questo l’assunto da cui parte la ricerca dell’Accademia di Medicina generale in vista del tradizionale appuntamento annuale del convegno “Dialoghi dell’Accademia”, fissato per sabato 25 settembre. Appurato che sono sempre di più i medici che dopo poco tempo perdono la spinta e l’entusiasmo professionale e registrata la picchiata delle iscrizioni alla facoltà di medicina in Italia, Acamg ha deciso di redigere un sondaggio sulla questione. Ai professionisti della sanità, insomma, viene chiesto quali possano essere le cause di questa repentina demotivazione. Alcune ipotesi, comunque, sono già state messe sul tavolo dal direttore dell’Accademia Giuliano Piccoliori. «Esiste, purtroppo, un sistema che tende ad appiattire competenze ed aspirazioni, così come la burocrazia crescente viene avvertita come una pesante zavorra». Anche nel rapporto con i pazienti ci sono degli aspetti critici. «L’aumento del 200% di cause dal 1994 indica chiaramente un crescente atteggiamento rivendicativo da parte dei malati che sicuramente non aiuta i medici. Un fenomeno che ingenera la sensazione di un mancato riconoscimento di capacità ed impegno da parte dei pazienti stessi». Non poteva mancare la stilettata ai media «che mostrano, talvolta, una certa aggressività verso la categoria». Quali sono, però, le conseguenze di questa demotivazione? «Spesso si sfoga in rigide rivendicazioni sindacali oppure in un atteggiamento che ostacola la necessaria empatia da avere con il paziente». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Traffico: il bollino nero blocca anche via Einstein
Alto Adige — 22 agosto 2010 pagina 11 sezione: CRONACA
BOLZANO. Bollino nero doveva essere e bollino nero è stato su tutta la tratta autostradale. Il primo scaglione di rientri dalle vacanze estive non ha, logicamente, risparmiato neppure l’Autobrennero che ha comunque regitsrato traffico molto intenso in entrambe le direzioni. Anche la zona industriale di Bolzano, comunque, è rimasta invischiata nel blocco. Agli automobilisti in transito sull’autostrada e in uscita in città, infatti, è stato consigliato di recarsi al casello di Bolzano sud, evitando l’uscita a nord. Di fatto buona parte della macchine si è riversata sull’asse di via Einstein andando a ingolfare pure la galleria della Statale 12 che conduce a San Giacomo, già sufficientemente trafficata nelle ore di punta per i pendolari. Nemmeno in serata, comunque, la situazione sull’Autobrennero è tornata alla normalità: tra i due caselli cittadini, infatti, siè verificato un piccolo tamponamento a catena che ha coinvolto quattro vetture senza, fortunatamente, causare feriti. Il traffico, però, non ne ha tratto giovamento. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Frena: Cardiologia, l'Asl si gioca la faccia
Alto Adige — 22 agosto 2010 pagina 02 sezione: CRONACA
BOLZANO. «A Bolzano si lavora e si sta zitti». È decisa la risposta di Antonio Frena, segretario del Pd e medico di Chirurgia al San Maurizio, a chi tenta di creare un dualismo tra il nosocomio del capoluogo e la periferia. Sullo sfondo l’intervento di Andreas Fabi, direttore generale dell’Azienda sanitaria unica, che ieri dalle colonne del nostro giornale ha invitato la periferia «a darsi una calmata» e Bolzano «a darsi una svegliata». «Si tratta - spiega Frena - di realtà neanche lontanamente paragonabili e chi lo fa o non conosce bene il meccanismo del sistema sanitaria oppure è in malafede. Anche considerando i numeri del servizio offerto ci troviamo di fronte a realtà troppo diverse». L’intero discorso, logicamente, si inserisce all’interno della pianificazione della riforma sanitaria che dovrà razionalizzare le spese di quello che, con 1,2 miliardi di euro, è il capitolo di bilancio più consistente della Provincia. Come vede la possibilità che Merano o Bressanone possano diventare sedi di Dipartimento? «Il vero discrimine importante, in tutto questo, è che la scelta arrivi alla conclusione di un ragionamento basato su standard qualitativi europei. So che non si può aver tutto nella nostra città, ma ci sono delle strutture di riferimento che devono rimanere assolutamente nel nostro ospedale». Per qualcuno, però, L’Asl sta procedendo seguendo una linea politica più che tecnico-qualitativa. Rupert Paulmichl, Peter Knoll e Andreas Erlicher: questo il trio dei candidati per il primariato. «Il banco di prova, in questo senso - precisa Frena - saranno senz’altro le scelte che verranno fatte a Merano per Cardiologia». Tra i motivi della tensione fra Bolzano e i centri periferici ha fatto capolino la questione relativa a “Senologia”: la stessa Asl unica ha sempre parlato del Centro senologico di Merano-Bressanone come punta d’eccellenza, sorvolando sul lavoro portato avanti dall’equipe del capoluogo. «Proprio Senologia è un esempio di come il confronto centro-periferia non possa reggere. Al San Maurizio siamo da 30 anni un punto di riferimento per la cura dei tumori al seno». Frena, in conclusione, si erge a difesa del direttore del Comprensorio bolzanino Umberto Tait: «Sono rimasto molto stupito dalle parole di Fabi. Se il San Maurizio ha raggiunto certi livelli in questi anni, infatti, è proprio grazie a Tait: un grande professionista, silenzioso e che non cerca il clamore dei media». E sulla questione interviene pure Mauro Minniti, vicepresidente della Provincia in quota Pdl. «Con le gelosie tra gli ospedali non si va da nessuna parte. I parametri per la scelta, infatti, possono essere solo qualità e competenza, null’altro. Prima di tirare conclusioni aspetto di vedere il testo definitivo. Al momento non ho motivo di non fidarmi di Fabi e dell’assessore Theiner». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
domenica 22 agosto 2010
Don Bosco: furti in serie in chiesa
Alto Adige — 21 agosto 2010 pagina 17 sezione: CRONACA
BOLZANO. Un filo con una calamita per prelevare le monete infilate dai fedeli come contributo ai lumini della chiesa di Santa Maria in Augia in piazza Don Bosco. Il furto blasfemo è accaduto nel pomeriggio di Ferragosto, quando il custode, davanti ai monitor della parrocchia con le riprese a circuito chiuso, si è accorto dello strano armeggiare di un signore vicino al recipiente del portacandele. Immediata la corsa per fermare il ladro che, da par suo, si è dato alla fuga. Subito dopo è partita la chiamata alla Polizia che, una volta visionati i filmati ha identificato e denunciato per furto A.D. di 32 anni. «Rubare in chiesa? Succede di frequente in tutte le chiese della città, anche da noi». Don Andreas Seehauser, giovane parrocco della comunità tedesca di Don Bosco, prova a minimizzare ma, di fatto, scoperchia un pentolone poco gratificante. «È normale dover fare i conti con questo tipo di microcriminalità. Si tratta di furtarelli minimali e anche in questo caso parliamo di un bottino di meno di una decina di euro». Il furto in chiesa può essere connesso con la generale difficoltà economica? «Non credo - ribatte don Andreas - perchè ricordo anche in passato questi episodi. Difficilmente chi si presta a questo è un disperato, più che altro ci troviamo di fronte a dei colpi di testa». I soldi dell’elemosina, comunque, servono di solito alla piccola quotidianità della chiesa. «Una parte la usiamo per l’acquisto delle candele, il resto serve alla gestione della parrocchia. Ripeto, non ci troviamo al cospetto di grandi cifre, ma capisco l’amarezza che possono provare i fedeli a sapere che le loro elemosine e i loro atti di generosità rischiano di essere vanificati in questo modo piuttosto antipatico». Con Don Bosco, però, il rapporto non è sempre stato rose e fiori: nel 2007, infatti, lo stesso don Andreas impedì ai ragazzini di sostare sulla scalinata antistante Santa Maria in Augia. «Sporcano, insudiciano e fanno schiamazzi, questa è una proprietà privata» la motivazione. Non sarebbe più educativo, sia per i ragazzi sia per il ladruncolo, tentare un cammino di educazione interno alla chiesa? «Non è possibile - taglia corto Seehauser - perchè manca la volontà. Con i genitori dei ragazzini abbiamo tentato di incontrarci, ma si sono presentati in tre, mentre il ladro, di certo, non possiamo costringerlo a collaborare». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Firmiano: no al parco sulla discarica
Alto Adige — 21 agosto 2010 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. Fa discutere l’idea del Comune di predisporre un’area giochi sul parco che prenderà il posto della discarica a Castel Firmiano. Tanti i genitori contrari, ma c’è anche chi saluta con favore l’eventuale iniziativa. L’Appa, intanto, per bocca di Giulio Angelucci frena e chiede di essere consultata. Il parco sulla discarica in via Castel Firmiano spacca i residenti di Firmian, il rione più vicino alla collina dove, come proposto dal Comune durante il sopralluogo, potrebbe essere predisposta una zona ludico-ricreativa. Nel nuovo parco del quartiere genitori e passanti si mostrano piuttosto scettici, anche se non mancano le voci favorevoli. «Non mi sembra il caso - comincia Lisa Mengarda - di costruire un luogo per bimbi lì sopra». Carlo Lonzi, invece, arriva da Trento e cerca una mediazione: «Immagino possa lasciare perplessi, ma ritengo venga fatta una bonifica prima di creare il parco. Le misure di sicurezza sono restrittive, quindi non mi allarmerei». Alexia Stricker, invece, mette le mani avanti. «io i miei figli non li porterei mai a giocare in un posto simile». «Abbiamo costruito un ospedale su una zona paludosa - premette provocatoriamente Mauro Mercurio - appurando, peraltro, l’esistenza in passato di scorie pericolose. Evidente che non ci si possa scandalizzare per un parco sopra una discarica bonificata». Antonia Trapani è scettica: «Mi sembra una soluzione esagerata». Anche Jasmine Pilloni è contraria: «Assolutamente non mi pare una buona idea. Io non ci vado». Ionida Bilcari e Kayana Nertila, invece, non si crucciano più di tanto: «Più verde mettono a disposizione meglio è». Claudio Martinelli, poco più in là, scuote la testa. «Non la trovo una soluzione accattivante. Capisco le perplessità». Troviamo anche un gruppo di ragazzi prende il sole sull’erba. «Per noi, con un’adeguata bonifica, si può fare» l’opinione di Daniel Iardino ed Emil March, mentre Carlotta Magliacchi e Rebecca Gonnelli ribattono: «Pensare di mandare a giocare i bambini dove prima c’erano i rifiuti non è ammissibile». A cercare di mettere un poco d’ordine ci prova Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio gestione rifiuti dell’Appa: «Il progetto presuppone una progressiva rinaturalizzazione della zona, ricalcando quello che è il paesaggio naturale del lago di Monticolo e collegando così le due aree. Le infrastrutture, secondo quanto pianificato, dovrebbero essere molto blande e non prevederebbero giochi». C’è, però, l’idea di creare un luogo ricreativo. «Ho sentito dai media, ma posso solo dire che qualsiasi modifica impone una ridiscussione del progetto, con un nuovo iter istituzionale e le relative approvazioni, tra cui anche la nostra». La bonifica, però, dovrebbe definitivamente rendere salubre lo spazio. «Esatto. Prima si procede a una impermeabilizzazione della superficie, poi si passa alla captazione del pergolato: alla fine non ci sarà alcun tipo di rischio nel fruire di quello spazio verde. Dubito, comunque, che possano esserci delle modifiche sostanziali al progetto. La zona di Monticolo, infatti, presenta delle caratteristiche piuttosto e la possibilità di salvaguardarle con un ampliamento non può essere scartata a cuor leggero». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Skate park pericoloso i ragazzi ora chiedono risanamento e sicurezza
Alto Adige — 20 agosto 2010 pagina 17 sezione: CRONACA
BOLZANO. Chiodi arruginiti e sporgenti, buchi da far passare il busto di un ragazzo nelle strutture e un corollario di pedane che si sganciano o dislivelli improvvisi. Si presenta così lo skate park delle passeggiate del Talvera e anche così, oltre alla naturale spericolatezza degli sport praticati, si spiegano i numerosi incidenti che si succedono con crescente regolarità sulle “rampe”. Per chiedere che la zona venga riportata entro i limiti di sicurezza è sceso in campo un poker di giovani consiglieri comunali: Tobias Planer e Rudi Benedikter (Verdi-Projekt Bozen), Andreas Dorigoni (Svp) e Angelo Gennaccaro (Udc). Florian Seebacher, invece, fa da portavoce dell’associazione “Sk8 Project” che dal 1998 rappresenta gli skateboarder bolzanini e che nel 2002 salutò con entusiasmo la costruzione delle rampe. «È evidente - le sue parole durante la conferenza stampa - che sia necessario un intervento di risanamento. La sruttura in legno, necessita di manutenzione: potrebbe costare sui 110-120 mila euro. Bisogna anche risolvere una volta per tutte la questione delle competenze tra Provincia e Ssv Bozen». A guidarci nel tour dei pericoli del parco delle rampe sono gli stessi fruitori dell’impianto: i ragazzi. «Ci sono delle assi di legno - racconta Alex Callegaro con un braccio ingessato, “souvenir“ dello stesso skate park - che utilizziamo per fermarci. Bene, quelle si sollevano creando delle voragini pericolose. Non è bello quando passi sopra un ostacolo di questo tipo in piena velocità». Alessandro Mani e Fabian Pirchler ci indicano un livellatore al terreno del “bank”: piccola rampa per determinati esercizi acrobatici. «Il componente si sfila e lascia un piccolo gradino: può non essere avvertito dalle biciclette ma rappresenta un pericolo per roller-blade o skateboard». Lungo la rampa chiamata “spina”, invece, si contano diversi buchi, mentre sotto un altro piccolo basamento spuntano dei chiodi arruginiti. «Pochi giorni fa - raccontano i ragazzi - un nostro amico si è tagliato con una vite sporgente. Una brutta ferita». Poco più in là, infine, un rivestimento di pvc si solleva scoprendo un altro buco che scende diretto sul terreno. Ci sarebbe, però, una soluzione che risolverebbe definitivamente la questione. «Negli Stati Uniti - spiega Planer - questo tipo di impianti lo fanno in cemento, con il vantaggio di non doverli più toccare per 40 anni. Certo, costerebbe un poco di più, ma alla lunga il gioco vale la candela». Rudi Benedikter, dal canto suo, pianifica l’iter istituzionale: «Chiederemo alla giunta, in particolare agli assessori competenti Randi e Ladinser, di mettere il risanamento all’ordine del giorno e di valutare attentamente la questione». Appoggio arriva anche dall’Udc: «Prima di pensare ai progetti di nuovi centri culturali sarebbe bene mantenere in ottime condizioni quanto è già esistente. È importante, quindi, risanare un luogo dove la passione unisce sinceramente ragazzi italiani e tedeschi». Sulla stessa linea anche l’Svp Andreas Dorigoni: «Dobbiamo avere cura di luoghi come questo ed evitare anche le tendenze di chi vorrebbe chiudere tutto e risolvere così il problema». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Anguriata: raccolte 300 firme contro i garage
Alto Adige — 21 agosto 2010 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. Con la temperatura, finalmente elevata, registrata ieri in città è stata sicuramente una bella sorpresa quella dei bolzanini che, in bici lungo la ciclabile del Talvera, si sono imbattuti in una bella anguriata. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato per la salvaguardia del Talvera che si schiera contro il progetto di costruzione di alcuni garage interrati per il parcheggio in via Fiume e nelle strade limitrofe. Il gruppo ha già lanciato una petizione capace di incassare 2.200 firme nelle scorse settimane: ieri ne sono arrivate altre 300. «Siamo molto soddisfatti - le parole di Maria Teresa Fortini, una delle anime del comitato - perchè abbiamo registrato un grande interesse sia intorno alla festa con l’anguria sia rispetto alle tematiche ambientali che proponiamo. La costruzione del parcheggio interrato, infatti, prevede come conseguenza l’abbattimento di alcuni alberi secolari e un impoverimento delle Passeggiate, fiore all’occhiello della nostra città e molto amate dai bolzanini». A fermarsi incuriositi e per firmare anche tante famiglie e qualche residente: «Anche gli abitanti della zona si sono dimostrati molto sensibili». Venerdì prossimo il Comitato tornerà nei pressi del Museion per la raccolta firme, mentre il 6 settembre sarà ricevuto dall’assessore comunale Judith Kofler Peintner. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Schiatti: l ex Anas è zona pericolosa per il nuovo Kubo
Alto Adige — 21 agosto 2010 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. Continua ad accendere gli animi della politica la proposta di istituire un centro culturale all’ex casa cantoniera dell’Anas. Ad intervenire sul tema è il consigliere di Unitalia Luigi Schiatti che porta sul tavolo della questione la sicurezza del luogo, postA com’è sotto il viadotto autostradale. «Negli anni scorsi - scrive Schiatti - la ventina di famiglie che abitavano in quell’edificio vennero spostate in Passeggiata dei Castani. La motivazione era la possibile fuoriuscita dalla carreggiata di un automezzo». L’evento «pur statisticamente improbabile causerebbe un’autentica apocalissi se nel frattempo si fosse deciso di dare l’autorizzazione a fare proprio lì un centro del genere». Schiatti, quindi, invita a «non predisporre strutture ad alta densità in zone simili».(a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli acconciatori bolzanini: vincerà la qualità
Alto Adige — 20 agosto 2010 pagina 14 sezione: CRONACA
BOLZANO. Imbracciano lo scudo della qualità i parrucchieri bolzanini di fronte all’arrivo della concorrenza cinese dai prezzi stracciati. L’apertura del salone “Simpatia” in via Dalmazia spariglia le carte in modo vistoso. L’alto standard del servizio, dunque, viene sbandierato dagli acconciatori bolzanini come la possibile contromossa in quella che si configura come una nuova frontiera del mercato cittadino. Si ripropone, quindi, una diatriba “storica” del commercio: perizia del prodotto che impiega più tempo e che, teoricamente, costa e vale di più oppure produzione in serie che dura meno e richiede al cliente un esborso minore con una qualità, altrettanto teoricamente, più bassa? La risposta dei parrucchieri autoctoni è tutta nelle parole della loro rappresentante all’interno della Cna Stella Falcomatà. «Scegliamo la linea della professionalità e dell’accuratezza di quello che offriamo. I listini stracciati dei cinesi ci spaventano fino a un certo punto perchè rimaniamo convinti che l’alto livello di specializzazione e qualifica che il nostro settore ha raggiunto negli anni siano la migliore garanzia. Il cliente, quando si tratta del taglio di capelli, tende a cercare il professionista di cui si fida, anche se si tratta di spendere qualcosa in più. Per ora, comunque, dobbiamo tenere conto dell’effetto novità del “Simpatia”». Girando i coiffeur cittadini gli acconciatori si allineano a questa posizione. «I capelli - spiegano Paola Brida ed Evelyn Mazzucchi del salone “Why not?” - sono importanti e vale la pena cercare un buon servizio. Bisogna valutare come lavorano i cinesi, ma già i prezzi così bassi suscitano qualche perplessità sull’accuratezza del lavoro. Immagino, inoltre, che le spese siano simili alle nostre, quindi o il guadagno è risicato oppure i prodotti, anche se italiani, non sono di prima qualità o, infine, la frequenza dei clienti deve essere talmente alta da non permettere una particolare precisione. Ricordiamoci, poi, che per aprire c’è bisogno di una qualifica professionale e i cinesi, in questo, si stanno facendo aiutare da qualcuno del settore. Di fatto, come hanno ammesso loro stessi, sono alle prime armi, quindi possiamo contare sul prezioso vantaggio dell’esperienza lavorativa». Jadinica Bernardi ci fornisce la sua opinione da cliente: «Non mi farei mai mettere le mani in testa da un parrucchiere di cui non mi fido. Il boom del salone cinese mi sorprende perchè non è come un bar dove al massimo si è costretti a sorseggiare un caffè fatto male». I fedelissimi, insomma, non sembrano attratti dalle sirene di bassa spesa, nemmeno in tempo di carovita. «Così dicono tutti - sorride Mauro Frisanco di “Jean Louis David” - ma può essere che qualcuno si faccia incuriosire. È normale che si vada in cerca della novità, sopratutto nei primi giorni di apertura di un esercizio commerciale. Logico che siamo un poco preoccupati, tuttavia speriamo che la qualità venga riconosciuta». Dal salone “Morena” l’omonima titolare Morena Finatti esprime la sua opinione. «Vediamo se sapranno mantenere un “giro” così cospicuo. Ritengo che la professionalità e l’esperienza possano sempre fare la differenza, oltre ai prezzi. Il listino non può essere l’unica discrimine nella scelta del proprio parrucchiere. Esistono molte altre componenti che rientrano nel giudizio del cliente: tra queste, logicamente, la soddisfazione o meno per la qualità del taglio». Maurizio Boragine con il suo “Mister” va dritto per la sua strada: «Non mi curo del fenomeno cinese perchè è evidente a tutti che il tempo impiegato è proporzionale alla buona riuscita del taglio. I clienti stanno attenti anche a questo e non cambieranno tanto facilmente». Ammette un poco di inquietudine, infine, Anna Bardossi dell’omonimo salone. «Felici di certo non siamo. Pensare che fino a qualche anno fa c’era una tabella con i prezzi minimi e massimi consentiti. Oggi, purtroppo, rimane solo un’indicazione consigliata, ma non un obbligo. Con l’arrivo dei cinesi chi rischia di pagarne le conseguenze, alla fine, siamo noi bolzanini». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lega: chiarire i costi delle disinfestazioni
Alto Adige — 20 agosto 2010 pagina 03 sezione: CRONACA
BOLZANO. Alla Lega Nord non tornano i conti sulle disinfestazioni dell’Ipes contro gli scarafaggi. Tre anni fa, infatti, i residenti di un condominio di viale Europa pagarono circa 150 euro ad abitazione per la stessa identica operazione portata a termine dall’Istituto poche settimane fa in via Cagliari e, secondo alcune voci, costato a ciascun abitante intorno ai 50 euro. La differenza, quindi, è di circa un centinaio di euro. Nasce così la richiesta della consigliera provinciale Elena Artioli di fare chiarezza sui costi. «La disinfestazione, per regolamento, è a carico degli inquilini intestatari quindi vogliamo capire se realmente esiste questa differenza di prezzo a pochi anni di distanza e se la ditta incaricata sia proprio la stessa». La domanda è sorta spontanea dopo l’imbeccata di Gianfranco Ponte, presidente del comitato inquilini Ipes e militante del Carroccio. «Una discrepanza di costi che lascia francamente perplessi». La disinfestazione, comunque, era stata avversata dagli stessi inquilini di via Cagliari dato che molti tra loro si sono rifiutati di sottoporre la propria abitazione al trattamento. Da una parte il costo considerato eccessivo e ingiustamente a carico dei residenti, dall’altra il rimbalzo di responsabilità sull’origine della disinfestazione. In entrambi i casi, comunque, lo scarafaggio entrato nel condominio era la blattella germanica: piccola, ma estremamente veloce a riprodursi. Prediligendo i luoghi umidi e caldi la blatta trova riparo facilmente negli stipiti e nelle piccole insenature della cucina dove nidifica. È molto difficile, una volta entrata, riuscire ad eliminarla completamente: la velocità di moltiplicazione, infatti, è impressionante e molto rapidamente si rischia di ritrovarsi la casa e l’intero condominio infestato. Per eliminarla, insomma, si può solo predisporre un veleno che, ingoiato, porta lo scarafaggio a morire nel nido dove verrà poi mangiato dai propri simili diffondendo l’avvelenamento. Solitamente nel giro di un paio di giorni si dovrebbe risolvere alla radice il problema, ma l’intervento è tanto più efficace quanto più ampia è la disinfestazione. Nel caso di via Cagliari, però, almeno la metà degli inquilini di è dichiarata assolutamente non disposta ad aprire la porta di casa alla ditta di Appiano incaricata del lavoro. Sull’origine dell’infestazione, comunque, non sempre si può ridurre il tutto allo sporco: l’insetto, infatti, potrebbe entrare anche dentro una borsa della spesa. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
venerdì 20 agosto 2010
Aperto il salone cinese: orario e prezzi stracciati I clienti fanno già la coda
Alto Adige — 19 agosto 2010 pagina 16 sezione: CRONACA
BOLZANO. Nelle grandi città italiane ormai è una prassi, per Bolzano è diventato realtà solo da pochi giorni: ha aperto in via Dalmazia il salone “Simpatia”, il primo gestito da una famiglia cinese. I primi giorni l’affluenza dei clienti è continua e la soddisfazione dei titolari evidente. Fanno da contraltare i timori degli acconciatori locali, preoccupati da una politica commerciale agressiva. Il dibattito, quindi, è già aperto. Dopo i bar, dunque, gli interessi del Dragone orientale si spostano verso tinte, tagli e shampoo. La ricetta sul mercato è sempre la stessa: prezzi stracciati, orari extra-large e grande dispiego di manodopera. Il raffronto tra il listino del “Simpatia” e quello di un salone cittadino pescato a caso, però, rende evidente i motivi del boom inaugurale delle forbici con gli occhi a mandorla. Il risparmio, infatti, è forte: si va dai 60 euro per un taglio con permanente e shampoo ai circa 10 per piega e stiratura, passando per i 10 euro dei bambini e i 50 di un colore con taglio e piega. Distanza abissale, pari a 135 euro, per quanto concerne l’acconciatura da cerimonia per spose, anche se bisogna considerare che in questo caso entrano in gioco diverse variabili tra cui, per esempio, il numero di prove. È sui prezzi, comunque, che si fischia l’inizio della partita commerciale. «Certo - ammettono i parrucchieri Elia Carbotie e Sonia Stevanella dei saloni “Magic” ed “Elia” - a livello di mercato una situazione così può spaventare. Bisogna, poi, fare una valutazione qualitativa del lavoro, ma è ancora troppo presto per emettere qualsiasi giudizio. Intanto aspettiamo e puntiamo sulla bontà del nostro servizio». Per ora, comunque, al prezzo da discount si aggiunge l’effetto novità e in via Dalmazia è in atto un’autentica processione di acconciature. «Con i bolzanini - raccontano Lin Dan Dan e Ju Jian Nan in un italiano perfetto - abbiamo subito trovato affinità. La maggior parte di voi ci vuole bene, ma non tutti». Chi si schiera contro? «La concorrenza che sembra guardare con sospetto al nostro listino. Qualcuno ci accusa di non utilizzare prodotti italiani, ma basta venire da noi per controllare e accorgersi subito del contrario». Benissimo, ma com’è possibile guadagnare con uno scarto così ampio rispetto al mercato italiano? «La frequenza e la quantità fanno la differenza. Noi siamo in servizio dalle 8 alle 20.30 senza fermarci e senza vincoli di appuntamento. Non solo, lavoriamo in quattro e accorciamo ulteriormente i tempi. Il guadagno salta fuori». Di solito, però, i bolzanini sono abituati a vedere i cinesi aprire i bar, non saloni d’acconciatura. «Lo so - continua Dan Dan - ma noi non abbiamo voluto perchè i bar sono già troppi. Abbiamo cercato un’altra strada, coinvolgendo tutta la famiglia». Originale per la nostra città, ma non per il resto del Paese. «Infatti noi arriviamo da Milano, dove è piuttosto normale trovare parrucchieri cinesi. Qui sembriamo una scoperta - sorride, sorpresa fino a un certo punto - ma di Bolzano ci aveva già parlato bene una nonna». Nel capoluogo lombardo, dunque, è nato l’amore per le capigliature? «No, ad essere sinceri stiamo imparando in questi primi tre mesi in Alto Adige». Intanto i clienti sembrano incuriositi. «Con questi prezzi val la pena fare un tentativo» spiega Ivona Voz. Ogni tanto ci scappa anche qualche chiacchera in italiano: con il tedesco, invece, come va? «Zero - conclude ridendo Dan Dan - ma col tempo cercheremo di parlarlo. È la nostra prossima frontiera». Anche di mercato? © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
«Ex Anas insalubre»
Alto Adige — 18 agosto 2010 pagina 13 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il progetto che porterà alla costruzione di un centro culturale all’ex Anas di Piè di Virgolo (sotto l’A22) piace proprio a tutti e, a buttarla in politica, unisce maggioranza ed opposizione. Ad unirsi al coro di lodi per l’iniziativa c’è anche il consigliere comunale del Pdl Alberto Sigismondi che, però, mette sul tavolo della discussione un’importante discrimine. «Fino a qualche anno fa si diceva che quella zona fosse vittima di uno scarso deflusso dell’aria, con la formazione di una sacca di ristagno delle polveri sottili piuttosto pericolosa. Non so se considerare un caso che molti dipendenti dell’Anas e di quella casa cantoniera si siano ammalati gravemente negli anni. Presenterò in consiglio delle interrogazioni perchè si facciano delle verifiche con dati scientifici e per non correre il rischio di creare un centro di socializzazione proprio in una zona insalubre. Inviterei le istituzioni, infine, a mettere in piedi un chiaro meccanismo di mappatura della salubrità delle varie strade della città». L’intento di Sigismondi, però, non è quello di affossare il progetto. «Assolutamente no. Anzi, ritengo che l’idea sia molto valida e che un posto per questi ragazzi vada trovato a prescindere, purchè non sia pericoloso. Non è ammissibile, infatti, che dalla chiusura del Kubo l’amministrazione non sia ancora riuscita a trovare una valida alternativa. In Zona è pieno di capannoni, ma nelle peggiori delle ipotesti quanto può costare la realizzazione di un prefabbricato apposito?». La risposta a Sigismondi arriva a stretto giro di posta dal direttore dell’Agenzia provinciale dell’Ambiente Luigi Minach: «Le mappature le facciamo costantemente ed è di due anni fa quella realizzata con delle centraline mobili, a supporto di quelle fisse». Com’è, quindi, la situazione a Piè di Virgolo? «È vero che fino al 2004-2005 la differenza tra la zona est della città e quella ovest, a livello di pm10, era consistente e poteva dare adito a qualche dubbio. Il poco deflusso dele l’arrivo dell’aria dalla Val d’Isarco non facilitava la soluzione dei problemi. Oggi, però, le condizioni metereologiche sono leggermente mutate e la differenza, di pochi microgrammi per cubo, non è tale da giustificare un allarme. La tendenza, quindi, è assolutamente buona: bisognerà, ovviamente, che anche nei prossimi anni le condizioni continuino». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
Nessuna richiesta per gli Zeta Zero Alfa
Alto Adige — 19 agosto 2010 pagina 13 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il concerto del grupopo neofascista “Zeta Zero Alfa”, al momento, non si terrà. La questione, però, più che politica è prima di tutto tecnica. Negli ambienti delle forze dell’ordine, infatti, non risulta alcuna richiesta ufficiale da parte della band o dell’eventuale organizzazione per permettere il concerto ai primi di settembre. Nessun ente pubblico o associazione privata ha chiesto lumi per poter ospitare uno spettacolo che ha già fatto discutere per i tanti episodi di violenza in giro per l’Italia. Difficile, a quanto trapela, ipotizzare che un privato si accolli la responsabilità di un concerto in cui si potrebbe assistere alla cosiddetta “cinghiamattanza”. La pratica, testimoniata di frequente dai video del pubblico durante le esibizioni degli “Zeta Zero Alfa” su internet, consiste sostanzialmente nello sfilarsi la cintura dei pantaloni e perquotere chiunque si trovi nelle vicinanze. Una prassi che preoccupa non poco chi sarebbe, in via ipotetica, deputato al controllo dell’ordine pubblico. Non solo, i concerti degli “Zeta Zero Alfa” sono stati spesso oggetto di aspre guerriglie politiche con gruppi della sinistra estrema come accadde nel 2001 al teatro Piccolo di Sulmona. In quell’occasione il leader degli “Zeta Zero Alfa” e fondatore del movimento “Casapound” Gianluca Iannone venne condannato a 10 mesi di reclusione per rissa. I tafferugli, insomma, degradarono in una vera e propria rissa. A lasciare perplessi i contrari al concerto di estrema destra è anche la natura di alcuni testi, giudicati violenti. Chiaro che, in queste condizioni, più che un concerto le istituzioni hanno valutato l’opportunità di ospitare un’autentica manifestazione politica. Per le forze dell’ordine, però, resta un chiacchericcio di fondo non supportato da atti che permettano di farne un caso di discussione. Si schiera a favore dell’esibizione del gruppo il consigliere comunale del Pdl Enrico Lillo: «Pur non condividendone affatto l’ideologia ritengo poco giusto condannare qualcuno a priori. È evidente che fa parte della democrazia garantire la libertà di espressione, anche se in forma artistica. Altrettanto ovvio che il tutto deve svolgersi all’interno della legalità». I testi, però, sembrano al limite. «C’è una canzone - riprende Lillo - in cui De Gregori accusa i Carabinieri di essere corrotti, così come gruppi che incitano al consumo di sostanze stupefacenti e nessuno vieta loro di esibirsi». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
lunedì 16 agosto 2010
Minorenni adescate Il pm ricorre contro la scarcerazione di Fusco
Alto Adige — 15 agosto 2010 pagina 17 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il tribunale del Riesame giovedì scorso aveva definito quella di Andrea Fusco una «forma di perversione innocua». I giudici Muscetta, Michaeler e Pappalardo hanno motivato così il rilascio del trentenne di Appiano che avrebbe adescato una settantina di minorenni su Facebook per poi farle indossare i leggings e toccarle mentre guidavano un’automobile. Contro questa decisione ha presentato ricorso ieri il sostituto procuratore Donatella Marchesini che sta guidando l’indagine e che nei giorni scorsi ha ascoltato diverse delle ragazze coinvolte. Secondo l’accusa, Fusco, per soddisfare le proprie fantasie, avrebbe ripagavto le giovanissime adolescenti con piccole somme di denaro che venivano poi riutilizzate per le piccole spese tipiche dell’età. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un condominio di Casanova alla Biennale
Alto Adige — 15 agosto 2010 pagina 12 sezione: CRONACA
BOLZANO. Un pezzo di città in uno dei padiglioni della prestigiosa Biennale di architettura a Venezia. All’interno del “laboratorio Italia”, infatti, troverà spazio anche il progetto “Complesso residenziale Casanova EA7” firmato dall’architetto Christoph Mayr Fingerle e che rappresenta, di fatto, uno dei simboli del nuovo quartiere sorto a Don Bosco. La presentazione del lavoro di Mayr-Fingerle è stato inserita in un’ottica di buona architettura ad un prezzo accessibile per il pubblico. “È possibile costruire qualità a 1.000 euro al metro quadro?” la domanda che sarà posta ai visitatori che osserveranno il progetto. L’edificio, infatti, ospita 92 appartamenti destinati all’edilizia abitativa agevolata. A Bolzano, dunque, si troverebbe uno dei massimi esempi di architettura residenziale di qualità inserita nei canoni che impone il mercato reale secondo un modello abitativo evoluto. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Berloffa (Pdl): sostegno al progetto ex Anas
Alto Adige — 15 agosto 2010 pagina 16 sezione: CRONACA
BOLZANO. La proposta lanciata da un gruppo di giovani di fare dell’ex casa cantoniera a Piè di Virgolo un nuovo centro culturale, gestito in cooperazione tra un’associazione italiana e una tedesca, che possa rappresentare il primo erede a tre anni di distanza dalla chiusura del Kubo raccoglie consensi bipartisan. Il primo a levare un plauso all’apertura, anche politica, al progetto è il consigliere comunale del Pdl Max Berloffa che con i ragazzi è abituato lavorare essendo da anni una delle anime dell’Artist Club che organizza il Festival Studentesco. «Se questi sono i presupposti - scrive in una nota - non posso che ribadire il mio personale sostegno all’iniziativa di questi giovani e indipendentemente da quale sia l’area politica dalla quale proviene. Non è un mistero, infatti, che dalla chiusura del locale di via Gobetti manchi a Bolzano una struttura culturale di quel tipo e di medie dimensioni, ma non si è mai trovata una soluzione». Il problema per Berloffa è far arrivare la questione sul tavolo della stanza dei bottoni. «I media affrontano con grande interesse la questione, ma nelle sedi preposte non se ne parla da anni. Nella scorsa legislatura, addirittura, ho trascinato la Commissione Giovani a visitare il Centro Musica di Trento per prendere spunto da una realtà che funziona con ottimi risultati. Speravo di stimolare un confronto che mai si è aperto. Ora spero che l’assessore Mauro Randi, competente con la delega ai giovani, possa tornare sulla tematica valutando nel dettaglio serietà e concretezza delle proposte». Bolzano, comunque, è un bacino promettente. «In città abbiamo giovani pieni di talento e passione che hanno solo bisogno di spazi per esprimersi. Non è solo una sensazione, ma una realtà confermata dal grande successo di manifestazioni come il Festival Studentesco o Upload». Sulla questione interviene anche il consigliere Udc della Circoscrizione di Oltrisarco Giovanni Barborini. «Il progetto è ottimo, chiediamo solo che il quartiere venga coinvolto nel processo decisionale senza trovarci, come spesso è accaduto, di fronte al fatto compiuto». Valutazione positiva, infine, anche per la possibilità di prolungare la statale 12 da San Giacomo a ponte Campiglio in galleria. «Il traffico di attraversamento convogliato nel tunnel sgraverebbe anche i quartieri». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da tre anni si cerca un alternativa al Kubo
Alto Adige — 14 agosto 2010 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. È esattamente dal 30 settembre 2007 che la città attende l’erede del Kubo. La struttura di via Gobetti, infatti, ha rappresentato per un quinquennio uno dei centri bolzanini per la musice e gli eventi generali. Tanta musica, di ogni genere, e tanto spazio per giovani e ragazzi che potevano trovare un luogo e un palco dove provare a muovere i primi passi con il pubblico. Non mancavano, inoltre, concerti con artisti di grido, così come gli eventi internazionali. Il Kubo, di nome e di fatto, non si fermava solamente alla musica, ma si prestava volentieri come “casa” etnica di manifestazioni come il “Suq” o le feste latino-americane. Dopo la chiusura, comunque, sono in tanti ad essersi rammaricati e aver chiesto a gran voce alle istituzioni uno spazio alternativo. Lo stesso sindaco Luigi Spagnolli, nell’annuncio del programma sul sito del Comune, ha parlato apertamente della possibilità di trovare nella struttura dell’ex Anas un’alternativa. Claudio Pisoni, frontman della popolare band degli Skanner, è stato uno degli ultimi ad esprimersi a riguardo: «La chiusura del Kubo è stato un grande errore. Si trattava di uno spazio prezioso che i ragazzi frequentavano volentieri. Il Comune, finora, è stato miope nel non vedere la necessità di un’alternativa». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Duemila contro i garage
Alto Adige — 14 agosto 2010 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il comitato per salvare le passeggiate del Talvera dalla costruzione di parcheggi interrati ha incontrato l’altro giorno la Circoscrizione Gries-San Quirino. A sostegno della richiesta di non bucare uno dei polmoni verdi della città i rappresentanti Maria Teresa Fortini e Francesco Ingannamorte hanno recapitato sul tavolo della discussione la bellezza di 2.200 firme, raccolte in occasioni di varie manifestazioni che hanno coinvolto buona parte dei bolzanini. Ad ascoltare le richieste del comitato si sono presentati il presidente Peter Warasin (Svp) e il vice Giulio Righele (Pd) che hanno espresso ai cittadini la preoccupazione circa l’impatto ambientale che i garage, con accesso in via Fiume e via Gorizia, potrebbero avere sulle passeggiate del Talvera. Immediato l’inserimento della questione nell’ordine del giorno della prossima seduta del consiglio di Circoscrizione. Il comitato, comunque, ha anche avanzato la richiesta di organizzare a settembre un’assemblea pubblica sul tema. Il progetto, depositato da Confcoop all’Ufficio mobilità del Comune, prevede la realizzazione di 136 posti macchina interrati con griglie d’aerazione sulla scarpata antistante le case di via Fiume. A preoccupare i cittadini contrari, però, sono i lavori del cantiere che si prevede possano durare due anni con l’abbattimento di tutti i grandi alberi delle Passeggiate. Molti di loro hanno un’età di circa 40 anni e rappresentano, di fatto, una ricchezza natuerale del verde cittadino. Il committente dell’opera è la società cooperativa “Park Fiume” e il progetto è stato affidato all’architetto Giorgio Degli Agostinni. La divisione esatta dei garage è di 76 in via Gorizia, di cui 35 al primo piano interrato e 42 al secondo, e 60 in via Fiume, 28 al primo e 32 al secondo. L’area totale occupata è calcolata in 2.740 metri quadri e la cubatura di 15.344 metri cubi. I piani sottoterra, come detto, saranno due con altrettante rampe di accesso larghe 5 metri e con una pendenza del 15%. I vani scala saranno posizionati in corrispondenza delle due vie e le griglie di aerazione posizionate sui lati est e ovest. La profondità dello scavo raggiungerà i 7 metri e gli alberi abbattuti saranno una ventina. I costi per la cooperativa sono calcolati nell’ordine di 2 milioni e 300mila euro, pari a circa 150 euro a metro cubo e la durata non dovrebbe, secondo i piani, superare i due anni. I garage, comunque, nascono da una precisa richiesta degli abitanti dei tanti condomini della zona che lamentano da anni la cronica insufficienza di posteggi riservati ai residenti. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
La pioggia paralizza di nuovo il traffico
Alto Adige — 14 agosto 2010 pagina 15 sezione: CRONACA
BOLZANO. I bolzanini lo sanno: la pioggia estiva generalmente ha due grosse conseguenze. La prima è una tutto sommato piacevole calata dei turisti in villeggiatura sulle montagne verso il Centro della città. La seconda, assai meno gradita, il relativo blocco delle arterie di traffico principali. È successo, puntuale, anche ieri quando la pioggia battente di tutta la giornata ha favorito l’afflusso di macchine verso i parcheggi del Centro. A bloccarsi è stato il solito tratto di arginale che passa ai piedi del Virgolo, con conseguente difficoltà di transito dei ponti che separano la strada dai Piani. La rotonda della stazione, poi, solitamente è un altro punto focale dell’intasamento. Le code lungo via Garibaldi e via Renon non hanno tardato ad arrivare, così come ben presto si sono formati piccoli intasamenti in prossimità dell’entrata dei vari parking del Centro. Il dibattito in città, intanto, continua e in molti si sono espressi sulla necessità di trovare delle contromosse all’invasione turistica valide anche per il periodo di Mercatino: tra autosilo nuovi, riutilizzo dei parcheggi periferici e bus navetta la viabilità continua a patire. (a.c.)
Eternit su un tetto di via Dodiciville
Alto Adige — 14 agosto 2010 pagina 19 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il tetto doveva essere rimosso nel 2004 e, a distanza di sei anni, è ancora perfettamente al suo posto: nulla di particolarmente grave, non fosse che la copertura in questione è un misto tra amianto e cemento. Sostanzialmente eternit o, più tecnicamente, fibrocemento. La struttura, chiamata in causa dal consigliere Pdl della Circoscrizione Centro-Piani-Rencio Generoso Rullo, è quella che ricopre la ditta “Laimer P.&co. GPM K.G” al civico 8 di via Dodiciville. In un’interrogazione presentata al presidente del Quartiere Rainer Steger, Rullo chiede lumi circa il risanamento non ancora attuato, nonostante le promesse. «Nel 2004 - spiega - l’agenzia provinciale per l’ambiente, nella persona del direttore d’ufficio Norbert Plantschner, imponeva alla ditta di pompe e impianti l’immediata bonifica del tetto. Non solo, il risanamento doveva essere categoricamente portato a termine entro la fine dello stesso anno». Risultato? «L’eternit è ancora lì a fare bella mostra di sè, senza che nessuno abbia giustificato la mancanza. Ora - conclude Rullo - spero che presentando questa interrogazione in Circoscrizione si possa cominciare a fare chiarezza e arrivare alla bonifica dell’amianto per il bene di passanti e residenti. Il pericolo di inquinamento, infatti, non può essere assolutamente preso sottogamba per alcun motivo. Men che meno quando sono passati sei anni dal categorico invito al risanamento». L’eternit veniva utilizzato moltissimo in edilizia per la sua capacità di resistenza all’usura, alle temperature e al degrado. Materiale principale, però, era proprio l’amianto che si è dimostrato essere cancerogeno e in particolare le sue fibre, se inalate, possono essere molto pericolose per la salute. Nel 1992, quindi, ne è stata vietata la lavorazione e l’utilizzo, ma restano ancora le vecchie costruzioni. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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