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venerdì 27 agosto 2010

Firmian: i negozi rimangono vuoti


Alto Adige — 25 agosto 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. A Firmian l’hardware comincia a essere pronto, ma manca il software. Sono diversi, infatti, i locali sfitti che si incontrano nel rione. Mentre i residenti chiedono a gran voce latteria o tabacchino, la realtà parla di vetrine con il cartello “affittasi”. Prezzi alti o mancanza di interesse? Per abitanti ed esercenti entrambe le motivazioni sono valide. Il mercato delle vendite dei locali nel quartiere, intanto, riporta una cifra vicina ai 4.000 euro per metro quadro. Tanti, forse troppi. La conferma arriva da un’agenzia cittadina che per la proprietà di 159 metri quadri di negozio in pronta consegna, con 51 di magazzino, chiede 463.000 euro. Chi abita a Firmian, però, segue con preoccupazione l’evoluzione immobiliare del rione. «È un problema - le parole di Mariella Gatti - perchè qui continuano a mancare dei negozi di vicinato importanti, come la latteria, il tabacchino o una farmacia». Quest’ultima, per la verità, è stata promessa dall’assessore comunale Mauro Randi e dovrebbe essere in arrivo tra qualche settimana. Roswita Larcher è la titolare del bar “Tom” in via Puccini. «Abbiamo avuto altri locali a Bolzano in affitto, ma cercavamo qualcosa di nostro. Dal punto di vista commerciale la scommessa sta funzionando perchè il giro di clienti è cospicuo. Capisco, però, che un piccolo imprenditore possa avere dei dubbi a venire qui perchè effettivamente l’attrattiva non è massima e ci sono ancora i cantieri di alcune case che sono completamente fermi: questo non è un bene per chi vuole puntare sulla zona». «La verità è che l’interesse commerciale è inesistente - la dichiarazione lapidaria di Ranieri Giusti - semplicemente perchè non si tratta di un quartiere dal grande passaggio. Tutto questo, inoltre, si inserisce in un discorso più ampio circa i disservizi. Prendiamo l’autobus: la linea 5 effettua un percorso a Firmian davvero pericoloso, tagliando gli stop e creando delle situazioni di potenziale rischio. Possibile, poi, che non si sia potuto prevedere uno spiazzo per fare un capolinea degno di tal nome? Sembra un discorso campato in aria, ma anche questi piccoli particolari contribuiscono ad abbassare il possibile appetito degli imprenditori». Eva Sponton e Letizia Crepaz escono dal nuovo istituto pedagogico “Pascoli” di via Deledda. «Francamente ci piacerebbe disporre di un tabacchino o di una cartoleria più vicino alla scuola. Anche solo per prendere un foglio protocollo, infatti, è necessario spingersi fino a Don Bosco. Per la latteria, invece, c’è meno urgenza: possiamo sempre contare sui supermercati. L’istituto scolastico, comunque, è un piccolo gioiello e venire fin qui ci piace: è più raccolto e più intimo. È davvero un peccato che i commercianti non vengano ad arricchire ulteriormente, a livello di offerta, queste strade». Margherita Mancini inquadra uno degli ostacoli maggiori: i costi delle mura e degli affitti. «Troppo alti, difficile che qualcuno trovi il coraggio». Chi è più categorico è invece Michele Palumbo: «Ho abitato qui, ma mi sono trasferito anche per l’insoddisfazione sui servizi. Purtroppo la gente viene torna solo per dormire e la sera non è così tranquillo. Con questi presupposti difficile aspettarsi una grande attività commerciale». Concorde Franco Belluta: «Le persone passano e vanno via, nessuno decide di farsi un giro per shopping a Firmian. Il locale sfitto è una logica conseguenza». Stella Sarcone e Sabrina Rasola chiedono «qualcosa in più sui piccoli negozi di vicinato: siamo stufe di andare fino in via Sassari». Chiude la rassegna Isabel Treyer, dipendente di “Nkd“. «In realtà qui commercialmente si lavora bene. Noi abbiamo clienti, sopratutto tedeschi, che arrivano anche da altre zone della città. Un negoziante può trovare qualche soddisfazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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