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venerdì 20 agosto 2010

Nessuna richiesta per gli Zeta Zero Alfa


Alto Adige — 19 agosto 2010 pagina 13 sezione: CRONACA

BOLZANO. Il concerto del grupopo neofascista “Zeta Zero Alfa”, al momento, non si terrà. La questione, però, più che politica è prima di tutto tecnica. Negli ambienti delle forze dell’ordine, infatti, non risulta alcuna richiesta ufficiale da parte della band o dell’eventuale organizzazione per permettere il concerto ai primi di settembre. Nessun ente pubblico o associazione privata ha chiesto lumi per poter ospitare uno spettacolo che ha già fatto discutere per i tanti episodi di violenza in giro per l’Italia. Difficile, a quanto trapela, ipotizzare che un privato si accolli la responsabilità di un concerto in cui si potrebbe assistere alla cosiddetta “cinghiamattanza”. La pratica, testimoniata di frequente dai video del pubblico durante le esibizioni degli “Zeta Zero Alfa” su internet, consiste sostanzialmente nello sfilarsi la cintura dei pantaloni e perquotere chiunque si trovi nelle vicinanze. Una prassi che preoccupa non poco chi sarebbe, in via ipotetica, deputato al controllo dell’ordine pubblico. Non solo, i concerti degli “Zeta Zero Alfa” sono stati spesso oggetto di aspre guerriglie politiche con gruppi della sinistra estrema come accadde nel 2001 al teatro Piccolo di Sulmona. In quell’occasione il leader degli “Zeta Zero Alfa” e fondatore del movimento “Casapound” Gianluca Iannone venne condannato a 10 mesi di reclusione per rissa. I tafferugli, insomma, degradarono in una vera e propria rissa. A lasciare perplessi i contrari al concerto di estrema destra è anche la natura di alcuni testi, giudicati violenti. Chiaro che, in queste condizioni, più che un concerto le istituzioni hanno valutato l’opportunità di ospitare un’autentica manifestazione politica. Per le forze dell’ordine, però, resta un chiacchericcio di fondo non supportato da atti che permettano di farne un caso di discussione. Si schiera a favore dell’esibizione del gruppo il consigliere comunale del Pdl Enrico Lillo: «Pur non condividendone affatto l’ideologia ritengo poco giusto condannare qualcuno a priori. È evidente che fa parte della democrazia garantire la libertà di espressione, anche se in forma artistica. Altrettanto ovvio che il tutto deve svolgersi all’interno della legalità». I testi, però, sembrano al limite. «C’è una canzone - riprende Lillo - in cui De Gregori accusa i Carabinieri di essere corrotti, così come gruppi che incitano al consumo di sostanze stupefacenti e nessuno vieta loro di esibirsi». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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